Calindri, borghese gentiluomo all'Alfieri di Silvia Francia

Calindri, borghese gentiluomo all'Alfieri Calindri, borghese gentiluomo all'Alfieri UN «gentiluomo» soave e scatenato. E' con la vitalità di un ragazzino di 89 anni, che Emesto Calindri (al centro nella foto) afferra uno dei suoi sogni teatrali nel cassetto, vestendo i panni di Monsieur Jourdain che balla il minuetto, canta e tira di scherma ne «Il borghese gentiluomo» di Moliè¬ re. Lo spettacolo sarà all'Alfieri dal 3 al 9 marzo (spettacoli alle 20,45, domenica e lunedì alle 15,30, tel. 562.38.00). Lo spettacolo, che ha debuttato al Festival di Borgio Verezzi, è diretto da Filippo Crivelli su traduzione e adattamento di Luigi Lunari. Nel folto cast, capitanato da Calindri e da Liliana Feldmann, fi- gurano inoltre Miriam Mesturino, Luca Sandri, Esther Ruggiero, Andrea Garinei, Mimma Lovoi, Gaetano Aronica, Raffaele Spina, Andrea Montuschi, Carlo Di Maio e Umberto Cristofari. Statue, tralicci da giardino e un grande prisma rotante e apritele, compongono la scenografia di Emanuele Luzzati, mentre si devono a Santuzza Cali i rigonfi, piumati e coloratissimi costumi. Le musiche di Bruno Coli e le coreografie di Claudia Lawrence, conferiscono toni da musical al capolavoro molieriano, nato nel 1670 come commedia-balletto: una «turcheria» (spettacolo arricchito, secondo la moda del tempo, con danze, costumi e sonate di sapore moresco) composta su musiche di Lulli, per compiacere il sovrano Luigi XIV. Al di là dell'addobbo musicale e coreografico, «Il borghese gentiluomo» entra nel novero delle grandi commedie di carattere e di costume dell'autore francese. Quelle che, davanti a un personaggio e ad una sua precipua fissazione sollevano uno specchio in cui si riflettono vezzi, manie e comportamenti di un tipo umano e di una intera società. La nota vicenda riguarda Jourdain, un arricchito che, non pago del suo denaro, prende a desiderare spasmodicamente la nobilitazione sua e della sua stirpe. Ma, se l'ascesa economica gli è riuscita al meglio, davanti all'arrampicata sociale il nostro è in difficoltà, sprovveduto com'è in materia d'aristocrazia. Finisce così per diventare vittima della propria ambizione, zimbello di personaggi che traggono vantaggio dalla sua incontenibile mania. Tra una lezione di danza e belle maniere e una costosa galanteria, Jourdain si oppone al matrimonio della figlia con l'innamorato Cleonte, sprovvisto di titolo nobilare. Sarà l'astuzia di un servo a risolvere la situazione, con un trucco: si farà credere all'incauto che Cleonte è un principe turco e le nozze, scenografiche come si conviene, saranno celebrate. Silvia Francia Calindri, borghese gentiluomo all'Alfieri

Luoghi citati: Borgio Verezzi