Più soldi ai ricercatori di Maria Corbi

Più soldi ai ricercatori La borsa di studio, ferma da 9 anni, aumenta di mezzo milione Più soldi ai ricercatori Un argine alla fuga all'estero IL CASO DEL DOTTORATO ROMA. I dottori di ricerca vincono la loro battaglia e vedranno da qui al Duemila crescere di mezzo milione la loro borsa di studio «ferma» da nove anni a poco più di un milione. Inoltre verranno versati per loro i contributi pensionistici. Una vittoria che si concretizza oggi con la presentazione al Consiglio dei ministri del disegno di legge che li riguarda. Dal 1998 è previsto l'aumento progressivo della borsa, e dall'anno successivo anche la copertura previdenziale del 12 per cento. I nuovi importi saranno in un primo momento di un milione e trecentomila lire al mese e cresceranno nei successivi due anni prima a un milione e quattrocentocinquantamila lire per assestarsi sul milione e mezzo a fine millennio. Una spesa per lo Stato di circa 208 miliardi nel triennio. Ma le novità preparate dal governo per i dottori di ricerca non sono finite. Dopo anni di battaglie della loro associazione (Adi) adesso il ministero ha da poco approvato il nuovo regolamento che decentra presso gli atenei le procedure per il conseguimento del titolo. Il ddl sui concorsi universitari, in esame al Parlamento, prevede inoltre la riforma del dottorato di ricerca, riconoscendogli validità anche al di fuori dell'ambito universitario. Sarà permesso, inoltre, al dottore di ricerca di svolgere attività di assistenza didattica, così come avviene nelle università di altri Paesi europei. Una possibilità che finora è stata data nel nostro Paese solo di fatto, visto che i giovani dottori hanno continuato a tenere seminari, seguire le tesi e aiutare negli esami, spesso sostituendosi ai professori titolari, senza che la legge lo prevedesse. In questo «piano giovani» del ministero vi è poi l'istituzione di veri e propri contratti di ricerca per giovani studiosi con un curriculium di studi post laurea, come ad esempio corsi di specializzazione, di perfezionamento, lo stesso dottorato di ricerca, ed attività documentata presso soggetti pubblici e privati sia in Italia che all'estero. Ai mille giovani che verranno selezionati sarà assegnato un assegno determinato dalle università in una fascia che va dai 25 milioni ai 30 milioni annui, sempre con la copertura previdenziale del 12 per cento. Una novità per cui il ministero dell'Università e della Ricerca scientifica ha stanziato per questo anno circa 28 miliardi erogati a «cofinanziamento». L'Adi (associazione dottorandi e dottori di ricerca) è soddisfatta per questo primo riconoscimento delle sue ragioni e su richiesta dello stesso ministro Luigi Berlinguer diventerà una sorta di «consulente» del ministero dell'Università e della Ricerca scientifica e tecnologica, per discutere delle future modifiche da apportare ai corsi di dottorato. Il segretario nazionale dell'associazione, Federico Pom- mier, è sicuro che i dottorandi e dottori di ricerca potranno partecipare attivamente alla costruzione del futuro dell'università italiana. Pommier è soddisfatto di come stanno andando le cose ma spiega che la strada da fare è ancora molta: «Il vero problema è che il dottorato è stato finora scarsamente riconosciuto e valorizzato al di fuori dell'università. La nostra richiesta è che ci sia una forte valorizzazione del titolo non solo in ambito accademico ma anche in quello professionale fuori dagli atenei». «Il dottorato - continua il segretario dell'Adi - è sempre stato pensato solo come primo gradino di accesso alla carrie¬ ra accademica, mentre dovrebbe essere una risorsa per tutta la società e soprattutto per il mondo economico-produttivo. Senza contare che l'accesso alla carriera universitaria è chiuso e corporativo. Tanto è vero che molti ricercatori preferiscono emigrare all'estero dove hanno maggiori opportunità. Ed è sicuramente una perdita di risorse fondamentali per lo sviluppo del nostro Paese. Noi in fondo vogliamo solo che sia premiata la qualità scientifica». «Bisogna superare - conclude Pommier - questa figura del ricercatore isolata dal resto della società». Maria Corbi La decisione oggi nel Consiglio dei ministri Il disegno di legge prevede LI versamento anche dei contributi pensionistici Il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer

Persone citate: Federico Pom, Luigi Berlinguer, Pommier

Luoghi citati: Italia, Roma