Festival: «Abbiate pazienza»

Festival: «Abbiate pazienza» Lunghissima la prima serata: 28 le canzoni in gara, molte sembrano già sentite Festival: «Abbiate pazienza» Madonna a Vianello: come sei cambiato vestivano allo stesso modo; adesso qualcuno ha spiegato loro che si debbono differenziare, e sul palco delle prove, l'altra sera, sembravano la compianta Mia Martini con la sorella Berte al tempo delle peggiori Htigate, ben attente a non lanciarsi neanche un'occhiata. Speriamo che non le rovinino anche nei sentimenti, poverine. Fra i debuttanti uomini, prevale lo stereotipo del cantautore, come si nota nel signor Pitoni, nell'urlatore (ma non per scelta, purtroppo) Luca Sepe, in quei poveri Nitti & Agnello che stavano così bene nei pianobar, e chissà perché sono andati a scomodarli. Un po' troppo degregoriano/bennatiano/vendittiano Costa, che però è il megho dei deb; i Luciferme, non guardassero tanto a Queen e U2, non sarebbero male; e nei Percen- tonetto sarebbe anche opportuno che Marco Morandi la smettesse di cantare come un clone di papà. Ringraziamo il cielo che Enzo Jannacci abbia detto di sì a questo Sanremo: la sua interpretazione volutamente sfilacciata è l'estremo gesto di un artista di classe che rivendica l'artigianeria del proprio lavoro in un mondo sempre più seriale. Certo, occorre una fiducia davvero profonda nella leggenda sanremese, per propinare al pur mite e fedele pubbbco di Raiuno una sfilata lunga e noiosa come quella di ieri sera. Ventotto cantanti di fila, per giunta né Beatles né Verve, sono una mappazza dura da digerire. Si aggiunga che il tono generale delle canzoni è depresso, che non c'è quasi nulla di allegro e trascinante se non il «Flamingo» di Caputo e il triangolo del ragaz¬ zo prodigio Alex Baroni. Più il Festival diventa insensato neba formula inadatta ai tempi, più sembra che si accanisca contro il pubbbco; l'esercizio di sadismo ieri, ultima serata di Carnevale, ha toccato alte vette. In un tempo purtroppo lontano, si alleggeriva con i comici e poi con la satira, lasciata a casa nell'89 da Aragozzini ufficialmente per non disturbare la gara. Ma, sinceramente, che cosa ci sarebbe stato, ieri sera, da disturbare? Strappare una risata ai telespettatori sarebbe stata un'opera pia, alla vigiba delle Ceneri di oggi. L'intrattenimento del Festival è ora a carico dei presentatori, delle loro gaffes e tic, come in una gigantesca candid camera. Gentile, no? Marinella Venegoni Non convince Ron Elegante e brava la Ruggiero Marco Morandi è come suo padre L'allegria viene da Sergio Caputo r V Nella foto grande: Eva Herzigova, che ieri ha escluso di portare l'auricolare per il doppiaggio, sostenendo di parlare l'italiano «meglio di tanti giornalisti». Qui accanto Veronica: Pivetti, che voleva l'auricolare in cecoslovacco

Luoghi citati: Raiuno, Sanremo