Preso il killer del ragazzino

Preso il killer del ragazzino Due nuovi agguati, uno a segno l'altro Mito, nella faida tra clan Preso il killer del ragazzino Ma la guerra di camorra non si ferma NAPOLI. Chissà cosa ha provato, quel maledetto mercoledì, quando ha premuto il grilletto. Di certo sapeva quel che stava facendo: il suo bersaglio era proprio Giovanni, un ragazzino di 14 anni che il killer aveva avuto l'incarico di abbattere come un animale, con tre colpi alla nuca. E chissà cosa ha pensato quando i carabinieri gh hanno messo le manette: ora è rinchiuso in una cella di Poggioreale, con i suoi segreti, schiacciato da un'accusa che pesa come un macigno. Per il magistrato l'assassino è lui, Andrea Andolfi, 24 anni, sicario agh ordini di uno dei mule piccoli clan, quello della famiglia Cuccaro, che infestano la periferia orientale di Napoh. Il movente, la ritorsione: Giovanni sarebbe stato ucciso solo perché fratello di Costantino Gargiulo, un killer arrestato dieci giorni fa per romicidio di uno dei fratelli Cuccaro. Gli inquirenti assicurano di essere arrivati ad Andolfi senza l'aiuto dei pentiti. «Il nostro è stato solo un lavoro di intelligence», spiegano. I sospetti si erano addensati sull'assassino già nelle prime ore successive all'omicidio. Lo dimostra il fatto che poco dopo la morte di Giovanni, mercoledì scorso, l'omicida era stato fermato con altre due persone e sottoposto allo «stube», un esame per rilevare eventuali tracce di polvere da sparo suUa pelle. Era stato rilasciato, ma tenuto sotto stretta sorveglianza, in attesa dell'esito del test. Il risultato è stato positivo: Andrea Andolfi, quel giorno, ha sparato. In un primo momento gli inquirenti avevano ritenuto che l'omicidio del ragazzo fosse stato un macabro «avvertimento» per Costantino Gargiulo, il quale aveva manifestato l'intenzione di collaborare con il magistrato dopo l'arresto. Non è così. La morte di Giovanni va inquadrata nella faida che ormai da settimane sta sconvolgendo i quartieri San Giovanni e Barra, alla periferia orientale della città: una lotta fra bande che in dieci giorni ha provocato la morte di altrettante persone. L'ultima vittima del regolamento di conti è Giovanni, poco più che un bambino, parcheggiatore abusivo e stalliere alle dipendenze del boss Antonio Formicola, proprietario di cavalli che partecipano alle corse clandestine. Andolfi e il suo complice non ancora identificato lo hanno ammazzato in via delle Repubbliche Marinare, sotto gh occhi di decine di testimoni che, interrogati, hanno giurato di non aver visto né sentito niente. E niente dicono di aver visto nemmeno i passanti che ieri, poco dopo le 13, hanno assistito all'ennesimo omicidio di camorra. E' accaduto in provincia, a Melito, dove i sicari hanno falciato con una raffica di mitra Ciro Monaco, 53 anni, legato a un clan della zona. E nel pomeriggio la camorra è tornata a sparare in città. Questa volta la missione di morte dei killer è fallita: la vittima designata, benché ferita, ha avuto la prontezza di rifugiarsi in un commissariato di pohzia. E' accaduto a Pianura, un quartiere della periferia occidentale. Luigi Aversano, 34 anni, è stato bloccato subito dopo aver lasciato la caserma dei carabinieri, dove aveva messo la firma sul registro delle persone in libertà vigilata. Gh assassini hanno spaiato quattro colpi di pistola, ferendolo al braccio sinistro e all'addome. Ma lui, Aversano, ha trovato la forza di correre verso il commissariato, che si trova a poche decine di metri dal luogo deh'agguato, gridando a squarciagola. Gh agenti lo hanno soccorso e accompagnato in ospedale, mentre altri poliziotti hanno tentato inutilmente di bloccare i sicari. [f. mil.] La prova dello stube ha tradito l'assassino del quattordicenne Lo ha ammazzato per ritorsione nei confronti del fratello pentito

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