Il kit di tortura dei boss

Il kit di tortura dei boss Catania: in un arsenale delle cosche trovato un generatore di corrente, 5 arresti Il kit di tortura dei boss Scosse da 120 mila volt ai delatori CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si aspettavano di trovare armi, munizioni, forse anche qualche macabro reperto, ma nella buca dove era custodito uno degli arsenali della mafia, i carabinieri hanno trovato anche uno strumento di tortura: uno stimolatore elettrico che serve a «convincere» anche i più reticenti a parlare. I) salto di qualità delle cosche in tema di orrori, gh investigatori lo hanno scoperto ieri, arrestando i presunti responsabili di un omicidio avvenuto all'inizio del mese a Paterno. Dopo avere individuato due nascondigli di armi, uno nel podere di alcuni degli arrestati, un altro nella ex discarica comunale, e portati alla luce alcuni fusti di plastica, è saltato fuori, oltre a pistole e fucili perfettamente funzionanti, anche un misterioso oggetto di colore nero, che somiglia tanto al caricabatterie di una telecamera, con una marca «O-mega» e un Made in Usa impresso. Dopo averlo esaminato con attenzione, e avere chiesto aiuto ai militari della vicina base di Sigonella, gli inquirenti hanno capito di che cosa si trattava. Ufficialmente si chiama stimolatore. Modelli più piccoli sono normalmente utilizzati per difesa personale e sono di libera vendita in alcuni Paesi dell'Europa e certamente negli Stati Uniti, visto che gli americani di Sigonella hanno fornito agli investigatori italiani perfino un catalogo di vendita per corrispondenza dove sono indicati molti modelli, compreso quello trovato in mano ai mafiosi. «Ma questo non è un giocattolo - dicono i carabinieri - né uno di quelli, piccoli, per difesa personale. Oggetti del genere vengono utilizzati anche da alcuni eserciti per indurre il nemico a parlare». E i mafiosi del triangolo della morte Patemò-Biancavilla-Adrano che cosa ne facevano? «E' presto per dirlo - dicono alla Dda - ma è abbastanza chiaro che, essendo uno strumento di tortura, servisse per estorcere confessioni o costringere a fare qualcosa di non voluto». L'apparecchio lancia scariche elettriche a centoventimila volt. Poggiato sulla gola, provoca lo svenimento; sulle parti intime, dolori atroci. Difficilmente causa la morte, anche se continue scariche potrebbero causare un infarto. Uno strumento per far funzionare un «tribunale» della mafia senza far perdere tempo ai boss. Lo stimolatore, gli otto fucili, le sei pistole e centinaia di munizioni, erano avvolti in sacchi di cellophane e ben custoditi nel podere di Antonio Giuseppe Caliò, 23 anni, e Pietro Puglisi, di 25.1 due sono stati arrestati. Erano già in passato finiti in galera, ma poi scarcerati per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Nella stessa operazione sono state fermate altre tre persone, considerate mandanti ed esecutori dell'omicidio di Antonino Zito, un pregiudicato che si trovava agli arresti domiciliari e che, il 2 febbraio scorso, i killer uccisero pro¬ prio dentro casa, nel centro di Paterno. Il mandante sarebbe Domenico Assmnata, 47 anni, indicato come il capo della frangia che fa riferimento all'ex, feroce clan Alleruzzo. A eseguire il delitto sarebbe stato il figlio, Salvatore Assinnata, 27 anni, con il genero, Francesco Amantea, di 29. A mettere gli investigatori sulle loro tracce, e su quelle dei due arsenali, un altro mafioso del gruppo, un ventenne che era conoscente della vittima e che sarebbe stato costretto a fare da apripista: Zito, fidandosi, gli avrebbe aperto la porta di casa; i sicari, sbucati alle sue spalle, avrebbero fatto fuoco. Il giovane, però, non sentendosi più sicuro e temendo di essere eliminato perché testimone, ha preferito andare dai carabinieri e raccontare tutto. Fabio Albanese A fianco, armi e munizioni sequestrate dai carabinieri a Paterno, nel Catanese, nel corso di un'operazione contro il clan Alleruzzo. A destra, lo stimolatore elettrico usato come strumento di tortura trovato nell'arsenale mafioso ^^^^^^^^^^^

Persone citate: Antonino Zito, Antonio Giuseppe Caliò, Catanese, Domenico Assmnata, Fabio Albanese, Francesco Amantea, Pietro Puglisi, Salvatore Assinnata, Zito

Luoghi citati: Catania, Europa, Paterno, Stati Uniti, Usa