Un miliardo e 2 case L'eredità di Pacciani di Vincenzo Tessandori

Un miliardo e 2 case L'eredità di Pacciani Ma il funerale oggi lo paga il Comune Un miliardo e 2 case L'eredità di Pacciani Di Pietro lo difende: è morto innocente Nuove ipotesi sul medico mente dei delitti MERCATALE (Firenze) DAL NOSTRO INVIATO Il mostro presunto, Pietro Pacciani, ha lasciato due eredità. Una a moglie e figlie che pure lo rinnegano e non hanno voluto saper nulla del suo funerale, celebrato stamane a spese del Comune, da don Cubattoli cappellano delle carceri a Mercatale. E' c'è stata la protesta di una vedova doc: «Quello accanto al mi marito 'un ce lo voglio». Un lascito di milioni, soprattutto in buoni postali, e due case. Chi ha fatto i conti in tasca al Pietro assicura che il patrimonio sfiorerebbe il miliardo, anche se non si può dimenticare quel detto: «Quattrini e santità, metà della metà». Poi c'è una seconda eredità, quella per gh inquirenti, per i giudici, per gli avvocati: sembra ricca come poche. Di sospetti, naturalmente, e di dubbi, di diffidenze, di curiosità non soddisfatte. Troppi interrogativi senza risposta tanto da attirare l'attenzione anche di Antonio Di Pietro, eletto al Parlamento nelle liste dell'Ulivo in Mugello, dove il Vampa nacque e, come dicono, condusse vita scellerata. Su una rubrica che tiene sulla rivista «Oggi», il senatore osserva: «Chissà perché deve essere considerato strano che la "signora morte" si sia portata via una persona anziana e malandata». E innocente, aggiunge: «Piaccia o non piaccia, è morto così, tale dovendosi egli considerare dopo la sentenza di assoluzione da lui ottenuta presso la corte di assise di appello di Firenze». Ma il Vampa era un nnputato in attesa di giudizio perché la Cassazione aveva cancellato l'assoluzione. Ma sono dettagli. Il punto è un altro e lo sottolinea pure Di Pietro: «Volete scommettere che da qui a qualche giorno la cosiddetta inchiesta sul "mostro di Firenze" si arricchirà di mi nuovo capitolo, anzi di un nuovo teorema?». Per la verità, già incombono nuove teorie, che poi, tanto nuove non sono. E proprio ieri, in corte d'assise dove vengono giudicati i vecchi amici del Pietro, i cosiddetti compagni di merende, secondo Aldo Colao, un avvocato della parte civile, ci sarebbe stata complicità fra il mostro presunto e un medico, «il ginecologo di Angiolina, la moglie di Pacciani». E nel groviglio delle ricostruzioni torna in luce pure l'aggressione subita anni orsono dalla donna, in casa sua, da parte di una sconosciuta. Ora quel personaggio misterioso sarebbe stato identificato, come sarebbe finalmente noto il nome del medico. Un labirinto senza uscita, sembra questa inchiesta. Lo stesso Giancarlo Lotti, detto Katanga, il grande pentito di questa storia orribile, a più riprese ha parlato di un «dottore». E quando gh hanno chiesto a quale dottore alludesse, ha risposto: «Uno che dà le medicine». Dunque, è molto lunga la lista dei medici sospettati di essere il maniaco delle coppiette o il suo mandante. E qualcuno ne ha avuto l'esistenza avvelenata, in due non ce l'hanno fatta e si sono uccisi negli anni passati, uno a Genova, l'altro nel lago Trasimeno. Anche il Pietro sospettava che il mostro fosse un medico e un giorno ne parlò al telefono con tale Gagliardi, investigatore privato. Le sue parole furono registrate su un nastro dagli investigatori. Di questo medico, disse, «questo chirurgo di Scandicci ne parlano tanti, tanti testimoni, e lui perse un proiettile nella corsia dell'ospedale e io ho fatto l'appunto, ho segnato tutto qui». Il Vampa segnava appunti dappertutto, su fogli sparsi e anche su dozzine di quaderni. «Ma non ha mai tenuto agende», ha spiegato il dottor Giuttari. E proprio da quegli scritti si spera di trovare una qualsiasi traccia ma non soltanto per dar corpo all'idea del mandante: magari, semplicemente per aver la prova provata che il mostro fosse proprio lui, il Pacciani. Così, alla presenza della figlia Graziella vestita come cappuccetto rosso, la perquisizione della casa di via Sonnino 30 va avanti, e proseguirà «almeno per tutta la settimana». Destando curiosità diffusa. E ieri, sulla mezzanotte, la polizia ha sorpreso un gruppo di ragazzotti che tentava di introdursi nella «tana dell'orco». Vincenzo Tessandori Pietro Pacciani davanti alla sua casa, negli ultimi giorni di vita

Luoghi citati: Firenze, Genova, Scandicci