Il disonore sul Mossad

Il disonore sul Mossad Dany Yatom ritenuto responsabile del fallito attentato contro il leader di Hamas nella capitale giordana Il disonore sul Mossad Si dimette il capo degli 007 di Israele TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Il Mossad, il prestigioso servizio di spionaggio israeliano, vive giorni di grande incertezza: ieri a Gerusalemme, in un un drammatico colloquio di circa mezz'ora, il suo capo Dany Yatom ha rassegnato le dimissioni, in seguito al fallito attentato contro il leader di Hamas Khaled Mashaal, al premier Benyamin Netanyahu, che le ha subito accolte sia pure «con rammarico». Accusato di «gravi negligenze» da due rapporti ufficiali pubblicati la settimana scorsa, Yatom ha ribadito di non sentirsi personalmente responsabile del fiasco avvenuto ad Amman il 25 settembre, ma ha convenuto che nelle circostanze attuali non può più guidare l'agenzia di spionaggio. Poco prima dell'arrivo di Yatom nell'ufficio del premier, il quotidiano Yediot Ahronot (evidentemente imbeccato dai suoi detrattori) aveva scritto che il Mossad era sconvolto da una «ribellione»: un alto funzionario si era appena dimesso e anche il n° 2 del servizio segreto - una donna indicata con la sola lettera iniziale ebraica, «Ayn» - minacciava di seguirne l'esempio. «Informazioni esagerate» secondo Yossi Melman, un esperto dei servizi segreti israeliani. «Nel Mossad non c'è rivolta. Ma Yatom - prosegue Melman - ha capito di non godere più della fiducia del premier quando una settimana fa Netanyahu ha detto, ricorrendo al tempo passato, che "Yatom ha dato un forte contributo alla sicurezza di Israele"». La buccia di banana su cui è scivolato Yatom - un brillante generale che dopo aver combat¬ tuto l'Intifada nei campi profughi di Gaza era stato richiamato a Gerusalemme, in qualità di consigliere, dal premier laborista Rabbi - è stato l'agguato teso a Mashaal per rappresaglia contro due stragi islamiche avvenute a Gerusalemme nel luglio e nel settembre scorsi. La mattina del 25 settembre gli agenti Shawn Kendall e Barry Beads (questi i nomi che comparivano sui loro passaporti canadesi falsi) aggredirono Mashaal nell'ingresso del suo ufficio nel rione Tlaa' Ah di Amman e gli versarono in un orecchio un liquido che avrebbe provocato un arresto cardiaco 36 ore dopo. Ma ignoravano la presenza di una guardia del corpo (Muhammad Abu Saif, un veterano dell'Afghanistan) che riuscì a immobilizzarli. Le commissioni ufficiali hanno approvato la decisione di Netanyahu di inseguire i terroristi islamici fino ad Amman, mentre hanno rilevato numerose e gravi deficienze operative nel Mossad. Uscito indenne dalla vicenda, Netanyahu deve ora scegliere al più presto il successore di Yatom: la rosa dei nomi include generali famosi (Uri Sagui, Ilan Biran, Amiram Levin) e agenti a riposo (Shabtai Shavit, Efraim haLevy). Ieri intanto il presidente dell'Anp Yasser Arafat ha di fatto respinto la proposta di Netanyahu di organizzare «una nuova Camp David» - ossia un vertice ad oltranza patrocinato dagli Usa - per trovare un'intesa su un assetto definitivo nei Territori. «Prima - ha osservato Arafat - è necessario che Israele realizzi gh accordi interinali», fra i quali un profondo ritiro in Cisgiordania. Aldo Baquis I due agenti-killer Ieri mattina un con falsi passaporti giornale rivelava canadesi erano stati che nell'agenzia di catturati dal gorilla spionaggio era in della vittima (che atto una rivolta era SOpraVViSSUta) COntrO Ì1 dirigente Dar,y Yatom (a sinistra), capo dimissionarlo del Mossad, con il ministro degli Interni Avigdor Kahalani