«L'Udr non fora il ribaltone »

«L'Udr non fora il ribaltone » TRA CRISI E RIMONTE «L'Udr non fora il ribaltone » Tabacci: con An il centro è sconfitto B RUNO Tabacci, lei è uno dei «padri» del nuovo partito di Francesco Cossiga. Ha pensato questa «Cosa di centro» prima ancora che il senatore a vita decidesse di aderirvi. Oggi, sono in molti a dire che, dopo aver frantumato il Polo delle libertà, vi preparate a soccorrere il governo dell'Ulivo. Che c'è di vero? «Dico che sono impostazioni destituite di ogni fondamento. Almeno per quanto mi riguarda. Non sono un teorico di nuovi ribaltoni. Non mi piaceva il primo, non ne propugno un altro». Sia sincero: non ritiene che la nascita dell'Udr abbia indebolito il centrodestra, Forza Italia in particolare? «Guardi, il centrodestra ha finito la sua parabola. Ha esaurito la sua grande forza propulsiva. Il Polo, così com'è, non va più da nessuna parte». Le cause? «Mi paiono evidenti. Ci sono sconfitte elettorali che bruciano. E poi lo ammettono gli stessi protagonisti». Tabacci, un nuovo «grande centro» per fare che cosa? «L'Udr è nata come alternativa alla sinistra e alle sinistre di governo. E, in prospettiva, si colloca oltre il Polo. Anche perché il disegno di D'Alema si può battere solo dal centro. E' la stessa crisi del Polo a dirlo». Silvio Berlusconi non pare ancora convinto a rassegnarsi. Che ne dice? «L'onorevole Berlusconi è, per natura, un realista. E, come tale, deve prendere atto che la situazione si è modificata. Anzi, direi che lo ha fatto durante l'ultimo consiglio nazionale di Forza Italia, riconoscendo la inevitabilità di un rapporto con l'Udr. Anche se poi ha condito la constatazione con la richiesta di chiarimenti...». Per la verità, oltre a chiedere «chiarimenti», il Cavaliere ha anche promosso per domani una riunione con l'intenzione di «discutere l'annunciata riorganizzazione del centro nell'ambito dell'alleanza di centrodestra». Buttiglione e Formigoni ci andranno; come reagirà l'Udr? «Da parte nostra, i chiarimenti sono scontati e inevitabili. La posizione dell'Udr è chiara: vuole rappresentare una alternativa alla sinistra. Non si riesce a comprendere dove stia la preoccupazione di Berlusconi». Forse, non si fida della vostra mano tesa a popolari e a Rinnovamento... «Siamo alternativi alle sinistre, ma non rinunciamo certo ai dialogo con le componenti dell'Ulivo che soffrono l'egemonia di D'Alema. Marini e Dini non perdono occasione per evidenziare questo problema». Puntate a un dialogo al centro con Marini e Dini sperando di dar vita a una maggioranza diversa? «Non in questa legislatura. Semmai, per andare alle urne con altre alleanze. Anche perché, bisognerà ben prendere atto che, se si andasse a votare oggi, così come stanno le cose, non ci sarebbe neppure la partita! L'ultimo voto nelle grandi città lo ha confermato grosso come una casa. E' o non è necessario, allora, fare uno sforzo per reinventare questo Polo alternativo alle sinistre? L'Udì- è la dimostrazione concreta che si può pensare qualcosa di diverso». Abbandonando Fini e An al loro destino? «Dobbiamo distinguere i rapporti con la destra. La destra non può fare il centro. Perché, quando lo fa, andiamo incontro al rischio di sonore sconfitte. Anche Berlusconi si è accorto che più conferma il suo appiattimento su Fini, più il ruolo di Forza Italia viene meno. Ripeto: l'Udr intende collocarsi prospetticamente oltre il Polo e le attuali alleanze. Non prendere atto di questa realtà vuol dire avvitarsi in ripicche e personalismi che non portano da nessuna parte». Si riferisce alla posizione di Berlusconi? Ieri, Cossiga non è stato tenero nella sua replica al Cavaliere... «Le reazioni dipendono anche dalle cose che vengono dette...». La Lega e Bossi. L'Udr cercherà il dialogo? «Io penso che Umberto Bossi apprezzi la serietà della nostra iniziativa. Quando l'Italia sarà entrata nella moneta unica alcune parole magiche del Carroccio non avranno più significato. "Contro Roma" si poteva dire; "contro Bruxelles" che senso avrebbe? Ad ingresso acquisito, il nostro Paese dovrà competere con la realtà europea e non sarà facile. E sarà necessario affrontare i nodi aperti: la sburocratizzazione, la qualità dei servizi, il ruolo delle piccole e medie imprese... Terreni naturali di incontro con gli elettori leghisti». Mario Tortello «Così com'è il Polo non va più da nessuna parte E Berlusconi lo sa»

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