L'Italia affonda nella neve marcia di Marco Ansaldo

L'Italia affonda nella neve marcia A Daehlie la 50 km di fondo, per gli azzurri (5° Valbusa) delusione e ricerca di un alibi L'Italia affonda nella neve marcia Filler Cottrer rovinosa caduta MAGANO DAL NOSTRO INVIATO Bisognerà che il Coni investa qualche miliardo nella ricerca di una neve assolutamente unica: la neve che piace ai fondisti azzurri. Pare che sia un articolo introvabile in commercio, forse in qualche vecchia drogheria di paese ne conservano alcuni cumuli. Non qui a Nagano. 0 era troppo bagnata o troppo papposa o consumava le scioline o si sfaldava sotto la pioggia o sotto il sole o era buona prima e brutta dopo o brutta prima e buona dopo. In due settimane ci siamo fatti una cultura su quanto possa essere infida la cara coltre bianca di quand'eravamo ragazzi e l'aspettavamo a Natale. Anche ieri la neve ha giocato un brutto tiro agli italiani che volevano chiudere l'Olimpiade con un paio di uomini sul podio della 50 chilometri a passo pattinato. «La nostra gara», l'aveva definita Vanoi, il piccolo e grintoso Maldini dello squadrone azzurro. Invece sul podio è andato il solito Bjorn Daehlie, che conosce un solo tipo di neve, quella che lo fa vincere. Secondo è stato lo svedese Jonsson, un outsider; terzo il 23enne austriaco Hoffmann, un outsiderissimo (se ci si passa il termine) perché è sbucato nella gara con il pettorale numero 4, dopo due chilometri era in testa e quando aspettavamo che esplodesse nel proprio delirio agonistico, s'è disciplinato, è sceso dal treno di Daehlie e Jonsson, ormai troppo veloce per lui, e si gestito per il bronzo. Gli azzurri: quinto Valbusa a un minuto e mezzo dopo una maratona esaltante, da bersagliere, a tu per tu con il norvegese Aalsgaard ridotto a succhiargli la scia; nono il bravo Pozzi, decimo un Fauner senza lampi, sedicesimo Piller Cottrer che se non si fosse fracassato dopo 19 chilometri in un volo alla Hermann Maier avrebbe potuto lottare almeno per l'argento. Un bilancio deludente. Ma non così negativo da dover cercare sempre le cause nello stato della neve e della pista. «Siamo stati sfortunati - ha detto Fauner -. Un fondo del genere da noi non lo preparano neppure per una gara regionale». «Anzi, manco per una provinciale», ha rimbeccato Vanoi. E' successo che i giapponesi, contrariamente a quanto avevano assicurato, ieri mattina hanno spedito i gatti delle nevi a pestare il tracciato, riducendolo a una poltiglia. Un'idea idiota, d'accordo. Ma non era un guaio per tutti? «Questo è vero - ha ammesso Vanoi -, la pista è diventata pericolosa anche per gli avversari. L'incidente poteva capitare a loro, però è successo a noi, e proprio a Piller che stava viaggiando come una freccia ed era insieme a Pozzi e Fauner: un «treno» formidabile, con il loro aiuto poteva davvero sfondare. Invece ha sbagliato, è caduto, la sfortuna ha voluto che si sia im pigliato nelle reti, così invece di perdere dieci secondi ha perso tre minuti e la gara». Secondo Fauner e Vanoi, a Nagano ha perso il fondo. «E' stata un'Olimpiade falsa, irregolare, troppo condizionata tecnicamente dalle variazioni del tempo e della neve. Gli austriaci sono lontanissimi da noi ma nel maschile hanno ottenuto un argento e un bronzo come l'Italia e questo dice tutto». Sarà vero. Però i vincitori sono stati Daehlie, Alsgaard, Myllyla, la Nor¬ vegia. Gente vera. Fuoriclasse. Dove sono le irregolarità? «Non in chi ha vinto perché il più forte è anche il più bravo ad adattarsi - ha spiegato Vanoi -. Ma s'è piazzata troppa gente che in Coppa del Mondo non arriva mai. Potevano essere le nostre medaglie e non lo sono state: noi abbiamo avuto fortuna nella prima gara, quando Fauner ha vinto un bronzo che in condizioni normali non avrebbe preso, e ne abbiamo perse molte di più». Secondo Fauner, per gli uomini del fondo «non è stata un'Olimpiade disastrosa: abbiamo preso soltanto una medaglia meno che a Lillehammer però la squadra è più numerosa, più forte e ha più futuro. Quattro anni fa erano in molti a fine carriera, adesso invece c'è gente che tirerà fino alla prossima Olimpiade». Se si trovasse uno stock di questa benedetta neve... Marco Ansaldo 1 9 9 8

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