«Ho visto lo morte in faccia»

«Ho visto lo morte in faccia» «Ho visto lo morte in faccia» Daehlie, ricco superman, è tornato umano NAGANO DAL NOSTRO INVIATO Bjorn Daehlie, il più grande fondista di ogni tempo, è sempre stato un personaggio che, come dice un collega, «a volerne fare un pezzo di colore, si va dal grigio chiaro al grigio scuro». Mai uno scandalo, uno polemicuccia, un amorazzo: non era neppure inserito nel gruppo dei pretendenti alla Di Centa, corteggiata a suo tempo dal sodale di Bjorn, Vagard Ulvang, e da uno dei suoi più irriducibili rivali, il cosacco Smirnov. «Daehlie? Starà dormendo nel bosco», ridevano i suoi compagni di squadra quando scompariva per qualche ora dal ritiro, perché c'era la probabilità che vi dormisse davvero. Ogni tanto gli accade anche oggi: parte per allenarsi e si accoccola in una radura. Non lo cercano più. Sanno che riapparirà. Una vita tranquilla, la sua, con Vilde Falck, ex fondista, che lui definisce «my wife», mia moglie, sebbene non si siano mai sposati, e i due figli Sivert e Saner, che nacque l'anno scorso, proprio quando papà Bjorn vinceva le medaglie nei Mondiali di Trondheim. Questo è sempre stato, nella costruzione del personaggio Daehlie, il suo cliché. Ieri, l'uomo del bosco si è concesso ai sentimenti e all'ironia. Forse è perché, come dice, «non avevo mai visto da vicino la morte». Steso a terra, con uno sci ancora a mezzo metro dal traguardo, il norvegese ha impiegato molti minuti a riprendersi da uno sforzo che non aveva mai fatto. Un'ora dopo, ne era ancora prostrato. «Ringrazio Jonsson che non ha capito quanto fossi vuoto di energie, altrimenti mi avrebbe attaccato prima e avrebbe vinto», ha raccontato. In tre chilometri e mezzo lo svedese gli aveva succhiato venti secondi di vantaggio, lasciandogliene 8 per la conquista dell'ottava medaglia d'oro, la terza di Nagano. Se non fosse stato per lo sprint perso da Alsgaard nei 15 chilometri, Daehlie avrebbe già raggiunto Cari Lewis nella classifica degli atleti che hanno vinto più gare olimpiche. «Dovevo lasciargli un piccolo obiettivo per Salt Lake City», sorride Alsgaard. Probabilmente non succederà. Bjorn del bosco sostiene che è stanco; la sue qualità aerobiche (che soltanto Indurain possedeva tra i grandi atleti) potrebbero non bastargli più. «A Salt Lake vinsi la mia prima gara importante e avevo vent'anni - ricorda -. Ora vado per i 31 e non ho pensato a cosa fare: la fatica dell'Olimpiade sparirà in una settimana, la possibilità di tirare avanti per altri quattro anni invece va affrontata con calma». Però quando gli si accenna al record di Lewis, sorride. «Non ci avevo pensato. E' stato un fenomeno più conosciuto di me». Non dice più importante perché nel grande Nord il primo è lui: l'atleta da 5 miliardi all'anno in uno sport cresciuto povero, l'unico che sia arrivato in Giappone con l'aereo privato, come neppure Tomba e il principe di Monaco. I trasferimenti li ha fatti in elicottero, un favore che gli ha concesso il suo socio nella «Bjorn Daehlie Sportsline», la sua linea di abbigliamento sportivo: l'anno prossimo riuscirà a correre per la Norvegia e a vestirla. Neanche Moggi ci avrebbe pensato. «Al business preferisco ancora l'allenamento» racconta. Un tecnico norvegese ha calcolato che, in carriera, Daehlie ha percorso 150 mila chilometri sugli sci, quattro volte il giro del mondo. «Il segreto delle mie vittorie è che lavoro più degli altri e non mi fermo ad ammirarmi: in casa tengo tutte le mie medaglie senza che ne abbia appesa neppure una al muro. Chi guarda il proprio passato, non ha più la forza per imporsi nel futuro». E a lei quanta forza rimane? «Adesso zero, tra un po' abbastanza. Buraas, che ha vinto lo slalom, dice di non capire perché io fatichi tanto per vincere un oro. Io non capisco di lui perché si colori a quel modo i capelli e faccia tutte quelle cose sul podio. Ma è un caro ragazzo: diventerà il nuovo Tomba». Ma il nuovo Daehlie dov'è? [m. ans.] «Ringrazio Jonsson, non ha capito che ormai avevo esaurito le forze» OLIMPIADI CHI HA VINTO PIÙ'TITOLI Paavo Nurmi (Fin, atletica) 9 Larissa Latynina (Urss, Ginnastica) 9 Carl Lewis (Usa, atletica) 9 Mark Spitz (Usa, nuoto) 9 BJORN DAHLIE (Nor, fondo) 8 Ray Ewry (Usa, atletica) 8 Matt Biontti (Usa, nuoto) 8 Sawao Kato (Gia, ginnastica) 8 Llubov Egorova (Rus, fondo) 6 Lldya Skobllkova (Urss, patlinaqpio) 6 Bonnie Blair (Usa, pattinaggio) 5 Clas Thunberg (Fin, pattinaggio) 5 Eric Helden (Usa, pattinaggio) S ,.,,,,,,.......,,,,,,„ ;;,,,,:,,.,,,.,,:,,,,;1:;v,,:,,., Daehlie: per lui, nella 50 km, la medaglia d'oro n. 8