Le 35 ore nelle PMI

Le 35 ore nelle PMI Le 35 ore nelle PMI Larario di lavoro ridotto a 35 ore settimanali - è stato detto e ripetuto - produrrebbe danni gravissimi per l'intero sistema produttivo italiano e al tempo stesso non darebbe vita ad un posto di lavoro in più. Per le piccole imprese le conseguenze sarebbero però ancora peggiori; si tratterebbe di una vera sventura, in quanto si andrebbe direttamente a colpire quel patrimonio di flessibilità e di organizzazione che ha determinato, nel tempo, il successo e la vitalità delle PMI italiane. Nella valutazione dell'impatto che le 35 ore potrebbero avere sul nostro sistema produttivo, sembra tuttavia essere scarsamente presente la considerazione che la riduzione d'orario, in larga parte, verrebbe applicata in contesti produttivi di ridotte dimensioni. Essere piccola azienda significa, in questo caso, vedersi precluse, infatti, quelle opzioni organizzative che, almeno in linea teorica, potrebbero consentire un parziale riassorbimento dei maggiori costi derivanti dalla riduzione d'orario. Non solo percorrere questa via sarebbe impossibile per una piccola impresa, ma, in aggiunta, va considerato che i più volte delineati danni economici risulterebbero amplificati in ragione della natura e dell'età degli impianti, nonché dall'alto livello di specializzazione delle lavorazioni e quindi delle maestranze. Per reggere il confronto competitivo proprio non ci servono ulteriori e/ementi di rigidità: al contrario servono un maggiore grado di effettiva flessibilità, una fiscalità non disincentivante ed un sistema di infrastrutture affidabile ed efficiente, al passo con i tempi e roti il tanto conclamato ingresso in Europa del nostro Paese. Carlo Silva Ubertalli PRESIDENTE PICCOLINDUSTRIA

Persone citate: Carlo Silva, Ubertalli

Luoghi citati: Europa