Il Papa benedice i cardinali in piazza
Il Papa benedice i cardinali in piazza Sono venti i neo-porporati, migliaia di persone hanno assistito alla celebrazione Il Papa benedice i cardinali in piazza Troppa folla, cerimonia spostata a S. Pietro CITTA' DEL VATICANO. Giovanni Paolo n fa venti nuovi cardinali (più due «in pectore», il cui nome verrà reso noto in futuro) e chiede a tutti i porporati di aiutarlo a guidare la barca della Chiesa verso il Terzo Millennio. Ma è molto probabile che quello di ieri non sarà l'ultimo concistoro prima del 2000: da oggi a quella data ben diciotto cardinali compiranno ottant'anni, uscendo dalla schiera dei futuri elettori di Papi. Un concistoro stabilisce un immediato collegamento con il Conclave, tanto più se Wojtyla appare spesso stanco. Ma risponde uno dei nuovi porporati, il card. Salvatore De Giorgi, di Palermo, a chi ricorda la responsabilità dei futuri elettori di un pontefice: «Lunga vita a Giovanni Paolo ni E speriamo che quando fra molti anni, ci sarà mi conclave, lo Spirito Santo illumini i cardinali per scegliere un Papa come quello che abbiamo». Vengono da 13 Paesi di 4 continenti diversi i nuovi porporati. Uno solo di loro non era presente in San Pietro: Alberto Bovone, settantacinquenne originario di Alessandria, responsabile della Congregazione per il Clero, è ricoverato al Pohclinico Gemelli, convalescente dopo un delicato intervento chirurgico. Il segretario di Stato, card. Angelo Sodano, ieri pomeriggio si è recato a trovarlo, per consegnargli la «berretta» rossa, simbolo del suo nuovo ruolo di principe della Chiesa: rossa perché, come ha detto il Pontefice, «significa che dovete essere pronti a comportarvi con fortezza, fino all'effusione del sangue, per l'incremento della fede cristiana, per la pace e la tranquillità del popolo di Dio e per la libertà e la diffusione della Santa Romana Chiesa». Che da ieri, oltre a essere cattolica, apostolica e romana, è anche «sinfonica»: «vediamo già profilarsi all'orizzonte la porta santa del grande Giubileo», ha detto, e manifestarsi «in modo eminente la sinfonicità della Chiesa, cioè la sua unicità nella universalità delle provenienze e nella varietà dei ministeri». E' stato un concistoro di folla. Inizialmente si doveva tenere nell'Aula Nervi, ma fatti i conti si è visto che non c'erano posti a sufficienza; quindi, piazza San Pietro. Un bel sole illuminava i nuovi prescelti, che salivano, e si inginocchiavano di fronte al Papa, su un cuscino di raso bianco, a ricevere dalle sue mani la berretta. Solamente a uno dei diciannove Giovanni Paolo II l'ha messa personalmente in capo: Adam Kozolowiecki, un gesuita polacco di 87 anni, missionario in Africa. Adam Kozolowiecki ha trascorso cinque anni in campi di concentramento nazisti, fra cui Auschwitz e Dachau. Tutto si attendeva, fuorché la porpora, e lo ha scritto, nella lettera di ringraziamento al Papa: «sono esterrefatto... Adesso dovrò imparare a fare il cardinale». Non vede l'ora di tornare in Africa, dove vive da cinquant'anni: «Un tempo scherzavo sui cardinali dice - adesso dovrò abituarmi al pensiero che anch'io porterò la porpora. Io sono un missionario della foresta, non sono un teologo, non sono nessuno». E conclude: «Voglio tornare nella boscaglia, voglio essere un uomo normale, ho il diritto di essere sporco». Il gesuita polacco è forse il personaggio più singolare di questo concistoro, che ha visto fra l'altro anche un record di folla alle «visite di cortesia», nel pomeriggio, ai Palazzi Apostolici. E' tradizione che i neo-porporati ricevano amici, fedeli e parenti. Ma le guardie svizzere ammettono di non avere mai visto tanta gente: almeno sette-ottomila persone sono entrate dal famoso «Portone di Bronzo», hanno salito la scala e si sono sparse nelle meravigliose sale vaticane. I due cardinali più «gettonati»? Senza dubbio l'arcivescovo di Genova, Dionigi Tettamanzi, e l'arcivescovo di Città del Messico, Norberto Rivera Carrera. Estremamente popolari, tanto popolari che già si parla di loro come di due futuri «papabili» dalle chances più solide. Grande curiosità, ovviamente inappagata, per i due cardinali «in pectore». Giovanni Paolo H ha detto ieri che si tratta di due presuli; un elemento che sgombra il campo da candidature più fantasiose. Perché segreti? Perché le condizioni politiche del loro Paese non permettono una dichiarazione pubblica; o forse perché il Pontefice non vuole privarsi della loro collaborazione, e la nomina a cardinale invece li obbligherebbe a lasciare il posto che occupano. Vicino al Pontefice stesso, naturalmente. Da ieri fanno parte del collegio cardinalizio 165 cardinali; 122 sotto gli ottant'anni. E 106 sono stati creati dal Pontefice regnante. Marco Tosatiti Segreto il nome di due prelati Il gesto del Papa verso un gesuita polacco che fu prigioniero dei nazisti Devono essere pronti a difendere la Chiesa fino al martirio Uno stipendio da quattro milioni al mese 8? A destra uno dei neo porporati riceve la berretta rossa. Nella foto grande i nuovi cardinali
Luoghi citati: Africa, Alessandria, Città Del Messico, Genova, S.
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