Berlusconi all'Udr, aut-aut a metà di Fabio Martini

Berlusconi all'Udr, aut-aut a metà Il Cavaliere chiude il Consiglio nazionale lanciando messaggi a «scissionisti» e leghisti Berlusconi all'Udr, aut-aut a metà E Cossiga: «E' D'Alema il mio avversario politico» ROMA. Stavolta ci si era messo pure l'intestino, ma ora che l'ennesimo tour de force è finito e l'autoblù è vicina, Silvio Berlusconi può distillare l'ultima battuta: «Sì, ho parlato con Montezuma e sta bene... Ma sia chiaro, quel Montezuma, perché l'altro non ho neanche l'intenzione di sentirlo...». L'allusione è a Francesco Cossiga, che due giorni fa era stato scherzosamente evocato come «ispiratore» del malessere intestinale del Cavaliere. E in quella battuta - un po' scherzosa e un po' acida - c'è tutto il tormento di Berlusconi nei confronti di Cossiga: con l'ex Presidente è meglio staccare la spina oppure stringere una solida alleanza? Le tracce di questo enigma irrisolto si trovano nelle oscillazioni che anche ieri hanno segnato l'atteggiamento di Berlusconi: nella sua replica finale al consiglio nazionale di Forza Italia, il Cavaliere aveva detto di «guardare con occhi» oramai «smaliziati alla sinistra» e ai suoi «alleati del Polo» e di guardare invece «con occhi aperti a quella nuova formazione politica, non immensa per la verità, che è l'Udr». E più tardi Berlusconi aveva fatto diffondere un comunicato altrettanto ambivalente: «Rispettiamo Cossiga, rispettiamo la sua iniziativa con cui siamo aperti al dialogo», ma poi ripete: «Visto che l'Udr si dichiara fuori dal Polo, ribadiamo che l'appartenenza al Polo è incompatibile con l'appartenenza all'Udr». Ma alla fine le oscillazioni berlusconiane si sono fermate su un punto lontano dalla rottura: dopo cinque giorni di passione, il Cavaliere ha deciso di lasciare la porta socchiusa. E questo proprio nel giorno in cui Berlusconi ha chiuso la porta all'ex amico Massimo D'Alema («non ti crediamo più»); ha sferzato pesantemente Marini e Dini («gli utili idioti dell'Ulivo») e ha mostrato un'insofferenza senza precedenti verso i suoi alleati. Insomma, la novità è un Berlusconi contro tutti, che lascia la porta socchiusa soltanto a due personaggi: Cossiga e Bossi. In altre parole, un Berlusconi centrista come mai lo era stato. Ieri si chiedevano molti dei suoi: durerà? Per ora il «nuovo» Berlusconi è questo e la verve con la quale ha motivato l'ennesima svolta è quella dei tempi migliori. «Sul mio conto - ha esordito girano voci strane, ma non abbandono, godo di una salute d'acciaio e non intendo lascia¬ re l'Italia, magari per l'Argentina, perché non possiedo una tv con seimila dipendenti in Sud America...». Fini, Casini, Buttiglione? «Ci sentiamo cadere le braccia, diciamocelo, quando guardiamo alle file dei nostri alleati». E dunque - ecco lo slogan - «è finito il tempo dei compromessi» per salvare le ragioni dell'alleanza. «Abbiamo pagato per tutti - insiste il Cavaliere - abbiamo pagato per senso di responsabilità e per tenere insieme tutti. Continueremo ad essere responsabili, ma con occhi più smaliziati». E Massimo D'Alema che per tanti mesi sembrava averlo «sedotto»? Ora Berlusconi è sferzante: «Ci ha delusi, ora non ci crediamo più e racconteremo in giro per il Paese che non si può illudere di avere qualcosa di buono dall'ideologia comunista» e «la Cosa 2 è fatta dalla stessa gente della Cosa 1 e domani della Cosa 3...». Ma la frustata più malevola, Berlusconi la riserva ai moderati dell'Ulivo e dunque a Marini e a Dini: «Il ruolo che svolge il centro dell'Ulivo è quello che rientra nella categoria degli utili idioti». E Bossi? Gli anatemi degli anni scorsi sono dimenticati, anche se Berlusconi si limita a dire che «occorre avere gli occhi aperti verso l'elettorato leghista e verso quei dirigenti della Lega che intendano mettere da parte la secessione per mettere a punto una proposta comune assieme a Forza Italia». Un Berlusconi contro tutti che in qualche mo¬ do era stato preparato dal dibattito particolarmente vivace che in questi due giorni si è sviluppato dentro il «parlamentino» di Forza Italia. Come sempre si sono contrapposte due pulsioni, quella «autarchica» (suggerita in due interventi molto efficaci di Baget Bozzo e di Filippo Mancuso) e quella più critica e autocritica di Marcello Pera. Mancuso (accolto da applausi e coretti) ha demolito la linea del dialogo con il pds e ha liquidato l'Udr con una delle sue definizioni fulminanti: «E' come un romanzo di Bevilacqua, di cui si parla per una settimana, per poi dimenticarsene in attesa del prossimo». E mentre don Baget Bozzo (che si è lasciato sfuggire un «perdio!») ha sostenuto che l'Udr è nata «per distruggere Forza Italia», Marcello Pera ha sostenuto che «il movimento di Cossiga è la riedizione della Federazione di centro che Forza Italia aveva cercato di creare». Fabio Martini «Nel nuovo movimento ci sarà spazio anche per Fini anche se in posizione defilata A meno che non voglia fare il Togliatti di destra...» «Il primo successo di Cossiga? Aver costretto il Cavaliere a rompere l'asse con il pds Se il suo obiettivo è vincere torneremo a essere alleati» | re lItalia, magari per lArgentina, perché non possiedo una tv con seimila dipendenti in Sud America...». Fini, Casini, Buttiglione? «Ci sentiamo cadere le braccia, diciamocelo, quando guardiamo alle file dei nostri alleati». E dunque - ecco lo slogan - «è finito il tempo dei compromessi» per salvare le ragioni dell'alleanza. «Abbiamo pagato per tutti - insiste il Cavaliere - abbiamo pagato per senso di responsabilità e per tenere insieme tutti. Continueremo ad essere responsabili, ma con occhi più smaliziati». E Massimo D'Alema che per tanti mesi sembrava averlo «sedotto»? Ora Berlusconi è sferzante: «Ci ha delusi, ora non ci crediamo più e racconteremo in giro per il Paese che non si può illudere di avere qualcosa di buono dall'ideologia comunista» e «la Cosa 2 è fatta dalla stessa gente della Cosa 1 e domani della Cosa parla per una settimana, per poi dimenticarsene in attesa del prossimo». E mentre don Baget Bozzo (che si è lasciato sfuggire un «perdio!») ha sostenuto che l'Udr è nata «per distruggere Forza Italia», Marcello Pera ha sostenuto che «il movimento di Cossiga è la riedizione della Federazione di centro che Forza Italia aveva cercato di creare». Fabio Martini Qui accanto l'ex presidente Francesco Cossiga A destra il leader del Polo Silvio Berlusconi Sotto Rocco Buttiglione

Luoghi citati: Argentina, Bevilacqua, Italia, Roma, Sud America