Una chiamata da Baghdad per Prodi

Una chiamata da Baghdad per Prodi Il premier parla col segretario Onu. Casini: il Ccd pronto a votare per concedere le basi Una chiamata da Baghdad per Prodi Ma nella notte grande pessimismo dagli uomini di Annan BOLOGNA. «Questo sono ore decisive. Conto mollo che la guerra possa essere evitata». Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha risposto così alle domande dei giornalisti che, a Bologna, gli hanno chiesto un giudizio sull'evoluzione della crisi in Iraq. «E' stata una decisione forte - ha proseguito Prodi - che abbiamo preso fin dall'inizio: dare la fiducia all'Onu e fare in modo die Kofi Annan andasse. Non abbiamo mai pensato che questa missione fosse sicura, però è una cosa seria, nresa sul serio dall'una e dall'altra parte». Prodi ha aggiunto di non credere al rischio di una crisi per il suo governo. Il presidente del Consiglio ha precisato che l'Italia non attende l'azione di Kofi Annan «in modo passivo». «Ho sentito Mubarak, ho sentito Blair, Chirac - ha proseguito Prodi - e stiamo lavorando in modo attivo perché l'Onu possa esercitare nella pienezza delle sue funzioni i suoi poteri. Credo clic stiamo facendo un servizio alla pace». L'ottimismo, sostiene Prodi, nasce dal fatto che «Kofi Annan rimarrà qualche ora in più a Baghdad. Questo è già un buon segno, anche se non vuol dire molto. Sappiamo che Saddam Hussein non 6 un uomo facile, né facilmente comprensibile. Il mandato del segretario dell' Onu è chiaro e preciso. Da come si concluderanno i colloqui potremo avere una linea di azione per il nostro futuro». E da Baghdad Annan ha telefonato ieri pomeriggio a Prodi, per informarlo dell'andamento dei suoi colloqui con i dirigenti del governo iracheno. «Ho parlato un attimo fa con il segretario dell'Orni Annan che stava rientrando dal secondo colloquio con Tarek Aziz - ha spiegato Prodi -. Mi ha detto che hanno lungamente esposto al governo iracheno le posizioni e le condizioni dell'Orni e che usciva dal colloquio moderatamente ottimista. Quindi, nulla di nuovo in senso specifico, però il colloquio continua. Mi ha assicurato che il supporto italiano alle Nazioni Unite ò torte, chiaro, ha ringraziato molto per questo sostegno che in questi giorni è stato di forte ausilio per le Nazioni Unite. Ci risentiremo quando ci saranno novità. Il prossimo passo di Annan sarà domani quando avrà il colloquio con Saddam, come lui stesso mi ha confermato in questo colloquio che abbiamo appena avuto. Credo che l'ottimismo vada costruito, non ò che l'ottimismo sia qualcosa che uno riceve passivamente. Vi assicuro che abbiamo fatto di tutto per costruire l'ottimismo. Non c'è nulla di nuovo radicalmente, pero insomma si continua a parlare e quindi questa missione è partita con il piede giusto. Nulla di più, ina è partita con il piede giusto». Nella notte, però, dopo un nuovo colloquio tra Annan e il premier Aziz, una (onte delle Nazioni Unite a Baghdad ha detto di «non avere fiducia» in una soluzione della crisi irachena. «No, non abbiamo fiducia. Tocca all'Iraq», ha affermato la fonte. E l'agenzia ufficiale irachena Ina ha definito «difficoltosi» i colloqui, mentre Saddam riuniva i suoi consiglieri per esaminare la situazione. Tra le forze politiche il dibattito è aperto. Mentre il portavoce dei Verdi Luigi Maneoni ha ribadilo ieri il suo no all'utilizzo delle basi in Italia da parte dell'Air Force, e Rocco Buttigliene ha confermato il suo dissen- so dalla linea Usa, il leader del Ccd Pierferdinando Casini ha detto in un'intervista a Radio Vaticana che, in caso di fallimento della missione diplomatica, «l'Italia dovrà dare le sue basi agli Stati Uniti». Ma su questa cosa il Ccd sarebbe disposto ad appoggiare il governo? «Il Polo - ha risposto Casini - farà una riflessione unitaria, ma l'opinione del Ccd è quella di rimanere fedeli ad una posizione di una linea di politica estera che è chiara, che è stipulata in concerto con gli altri partner comunitari e che prevede la soluzione di questa responsabilità. Un governo che non ha maggioranza in una scelta di questo tipo di politica estera avreb¬ be il dovere di dimettersi il momento dopo avere ricevuto i voti». Cresce nel Paese il partito antiguerra, che conta nelle sue file anche due calciatori che oggi saranno protagonisti di Lazio-Inter, Youri Djorkaeff e Roberto Mancini: entrambi hanno espresso preoccupazione e contrarietà al conflitto. Ieri da Milano a Palermo si sono tenuti cortei, presidi e manifestazioni pacifiste. Un presidio a Napoli, una protesta a Gioia del Colle, dove c'è una delle basi Nato, un sit-in a Palermo. Ma la manifestazione più importante è stata quella di Milano, dove cinquemila persone sono scese in piazza contro la guerra, [e. st.] Manifestazioni pacifiste in tutta Italia Maneoni e Buttiglione ribadiscono il «no» Appello dei calciatori Mancini e Djorkaeff Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha ricevuto ieri a Bologna una telefonata del segretario generale dell'Onu Kofi Annan