DEDICATO A GIORGIO GHEDINI

DEDICATO A GIORGIO GHEDINI DEDICATO A GIORGIO GHEDINI Concerto alla Palazzina di Stupinigi e incontro con Vantico allievo Beno GIORGIO Federico Ghedini è uno dei personaggi centrali dell'attività musicale di questo secolo e ottiene, con Alfredo Casella, il giusto spazio nella mostra «Le Capitali d'Italia: TorinoRoma 1911-1946» che si svolge a Palazzo Bricherasio e nella Palazzina di Caccia di Stupinigi. Così l'Ordine Mauriziano, insieme con la Provincia, ha organizzato due incontri a Stupinigi, oltre ai due che si sono già tenuti sulla figura di Casella, incentrati appunto su Ghedini e sulla sua produzione musicale. Il primo appuntamento sarà un incontro, programmato per lunedì 23 alle 18, con Luciano Berio (nella foto), che di Ghedini fu allievo al Conservatorio di Milano. Con lui ci saranno i musicologi Giorgio Pestelli e Enzo Restagno (che farà da moderatore). Sarà in tal modo possibile ripercorrere la strada del Maestro che, nato a Cuneo, mostrò una predilezione per il teatro musicale: probabile eredità culturale trasmessagli dal padre, ingegnere statale di Bologna, una città dove la tradizione operistica era radicatissima. Ma Ghedini seppe eccellere anche nella produzione orchestrale e cameristica: dopo un lungo pe¬ riodo in qualche modo occhieggiante ai grandi del passato (Monteverdi, Frescobaldi, ecc.), si affermò a livello europeo con le «Architetture» del 1940, seguite da lavori come «Concerto dell'albatro» del 1945, «Musica notturna» del 1947, la «Sonata da concerto per flauto, archi e percussione» del 1958, le pagine per violino e viola con archi, il bel «Concerto detto "L'Olmeneta"» del 1951 ascoltato poche settimane fa per i concerti Rai. Martedì 24, sempre nella Palazzina di Stupinigi ma alle 21, dalle parole si passerà direttamente alla musica. Sarà di scena l'Ensemble Europeo Antidogma Musica diretto da Renato Rivolta. Il programma ghediniano prevede tre composizioni: il «Concertato per flauto, viola, arpa», il «Doppio Quintetto per cinque fiati e quintetto d'archi con arpa e pianoforte» e «Adagio e allegro da concerto per flauto, clarinetto, corno, violino, viola, violoncello, arpa». Chiuderà la serata la «Serenata per nove strumenti» di Giovanni Salviucci, geniale allievo di Alfredo Casella, scritta nel 1937 poco prima della morte avvenuta a soli trent'anni. [1. o.J

Luoghi citati: Bologna, Casella, Cuneo, Italia, Milano, Olmeneta