Le medicine venute dal mare

Le medicine venute dal mare MEDITERRANEO Le medicine venute dal mare ■ L Mediterraneo, grazie alle I sue caratteristiche ecologiI che, è il più interessante laboratorio marino. Nessun mare può vantare la varietà di forme animali e vegetali che possiede il bacino mediterraneo: essendo un mare interno, con acque calde, maree molto ridotte ed una salinità elevata, si presta molto bene ad ospitare un gran numero di specie. La parte orientale inoltre ha acque più calde e più salate di quella occidentale, fattore che ha favorito la diversità biologica. Le ricerche condotte nel «Mare nostrum» sono numerose. In molti casi si tratta di sapere quanto cibo potrà ancora fornire il bacino e fino a quando, in altri si tratta di proteggerne a fondo le peculiarità e di mantenerne le caratteristiche più significative. Attualmente però l'indagine si sta evolvendo in una nuova direzione: lo studio delle sostanze prodotte dagli organismi marini e utilizzabili in campo farmacologico; la chimica di questi prodotti è sicuramente promettente. L'idea di sfruttare risorse del mare non è una novità. Secoli fa, i Fenici, popolo di navigatori mediterranei, utilizzavano le secrezioni di un mollusco per colorare la lana, nota con il nome di «porpora reale» e venivano estratte dalle alghe sostanze gelificanti, come l'agar agar, tuttora usate in processi alimentari e industriali. Durante gli ultimi vent'anni una parte degli organismi marini vegetali e animali è stata studiata, ottenendo incoraggianti e importanti risultati. Per fare un esempio, un colorante naturale fra i più usati attualmente per gli alimenti, il betacarotene, è prodotto da un'alga unicellulare, la Dunaliella salina, che si trova nelle acque salate degli stagni costieri. Molte specie di spugne, di meduse e di alghe secernono tossine in grado di allontanare eventuali predatori. E' da ritenere che simili sostanze, capaci di risposte ecologiche così importanti, non possono che avere anche effetti farmacologici e biochimici altrettanto significativi. Un grande passo in avanti nella ricerca scientifica è stata la scoperta di una sostanza antifiammatoria secreta da una spugna tropicale. Questo prodotto risulta inibire il rilascio di un acido, responsabile del dolore in molte forme infiammatorie come la psoriasi, la gotta, l'artrite e le punture di insetti o meduse. Anche un'alga bruna, presente comunemente lungo le coste del Mediterraneo, sta fornendo una serie di composti che hanno un effetto cardiotonico molto efficace. Altre sostanze, di diversa natura, sono state isolate dagli organismi marini: immunosoppressori, interessanti nel caso di trapianti degli organi perché in grado di contrastare le forme di rigetto, e antimitotici, decisivi nel rallentare la moltiplicazione delle cellule cancerogene. Tutto ciò potrebbe, in futuro, indirizzare le ricerche farmacologiche verso una produzione naturale anziché chimica di questi farmaci. Attualmente la ricerca si sta diversificando lungo alcune linee precise: l'individuazione di sostanze ad azione antimicrobica (rallentamento ed inibizione della proliferazione batterica, fungina o virale) e citotossica (distruzione di forme neoplastiche, cancerogene) e di sostanze antinfiammatorie o in grado di impedire la moltiplicazione cellulare. Il grande dilemma che rimane tuttavia aperto è quello di capire quante sostanze, di origine marina, potranno effettivamente tradursi in farmaci, utilizzabili nella pratica quotidiana. Numerosi prodotti, infatti, hanno una reale azione farmacologica, ma sono d'altro canto ancora molto difficili e costosi da isolare. Queste sostanze, probabilmente, non verranno utilizzate direttamente ma potranno servire per ispirare la sintesi, in laboratorio, di prodotti con simile azione farmacologica. Sarà la conoscenza sempre più approfondita dei processi chimici, biologici, fisici del bacino mediterraneo dei prossimi anni che potrà fornire dati precisi a questo nuovo tipo di indagine scientifica. Katia Marasso

Persone citate: Katia Marasso