La chirurgia dell'aorta

La chirurgia dell'aorta PROGRESSI E DIFFICOLTA' La chirurgia dell'aorta In aumento gli interventi riusciti LA chirurgia dell'aorta toracica e toraco-addominale ha mosso i primi passi intorno agli Anni 50 con la Scuola di DeBakey a Houston. Fin dall'inizio questi delicatissimi interventi hanno mostrato i loro limiti: un'alta percentuale di mortalità (30-60 per cento) e di paralisi agli arti inferiori (fino al 40 per cento). La chirurgia del cuore (cardio-chirurgia) e quella dell'aorta addominale (chirurgia vascolare), avendo sempre avuto tassi di mortalità molto più contenuti (1-10 per cento), hanno ottenuto una più rapida diffusione. La chirurgia dell'aorta toracica e toraco-addominale è stata considerata, invece, una sorta di Cenerentola a cui si avvicinavano con molta circospezione anche chirurghi di grande esperienza. Le scuole americane e canadesi hanno coltivato con molta tenacia questa chirurgia, studiando e operando questi pazienti nel ventennio 1950-70, e ottenendo continui progressi, tanto da arrivare ai nostri giorni a tassi di mortalità e di morbilità veramente rassicuranti: mortalità (1-15 per cento), paraplegia (1-10 per cento). L'acquisizione di una completa affidabilità nella circolazione extracorporea, e più recentemente la messa in commercio della bio-pump, il ricorso a materiali altamente idonei a tale chirurgia e, prime tra tutti, le protesi vascolari sinteti¬ che, oltre a un'assistenza anestesiologica pre, intra e post operatoria molto efficace, hanno reso la chirurgia dell'aorta toracica e toraco-addominale non più proibitiva. Le malattie dell'aorta variano dalle rotture acute, spesso traumatiche, alle dilatazioni aneurismatiche, alle dissezioni; anatomicamente interessano quel tratto di arteria che partendo dal cuore viene definito aorta ascendente, arco, aorta toracica discendente, aorta toraco-addominale. Tecniche di indagine sempre più sofisticate (angiografia, Tac, Rmn) hanno svelato malattie dilatative dell'aorta in persone relativamente giovani (4a, 5a, 6a decade della vita) e soprattutto in fasi in cui la malattia è asintomatica o con pochi sintomi, rendendo possibili interventi precoci con ottimi risultati. Fino a 15 anni fa il quadro clinico da rottura dell'aorta toracica e toraco-addominale era spesso confuso con quello dell'infarto del miocardio: solo con la autopsia era possibile fare una diagnosi precisa. Da un punto di vista tecnico la chirurgia dell'aorta toracica e toraco-addominale consiste prevalentemente nella sostituzione del segmento aortico ammalato (rotture, aneurismi, dissezioni) con protesi sintetiche biocompatibili. La complessità di questa chirurgia è determinata dalla necessità di mantenere irrorati organi vitali (cer¬ vello, midollo, reni) mediante l'ausilio della circolazione extracorporea e/o della bio-pump, nella fase di sostituzione del tratto aortico ammalato, e inoltre di reimpiantare sulla protesi le arterie nutritizie degli organi su accennati. Questa chirurgia, rimasta per anni appannaggio delle scuole americane e canadesi, viene ora eseguita in Italia, anche se in non molte sedi. Tra queste si pone il «Centro di chirurgia della aorta toracica» di Asti che, con 218 casi trattati dal 1994 ad oggi, costituisce uno dei gruppi più importanti in campo nazionale. La scoperta di malattie dell'aorta toracica e toraco-addominale in giovane età, la necessità di fare diagnosi precoce per operare con buone prospettive di successo, ma soprattutto il poter offrire anche in fase acuta sedi qualificate per gli interventi, hanno portato alla ribalta questa chirurgia, ritenuta erroneamente poco frequente. I bassi tassi di mortalità e di morbilità (paraplegia) raggiunti recentemente nella chirurgia dell'aorta toracica e toraco-addominale devono essere di buon auspicio per coloro che si sottopongono a tali interventi e pertanto questa chirurgia va considerata affidabile e non più pionieristica. Piero Paolo Zanetti Centro di chirurgia dell'aorta toracica, Asti

Persone citate: Piero Paolo Zanetti

Luoghi citati: Houston, Italia