Profugo dalla Siberia

Profugo dalla Siberia IL CODAZZURRO Profugo dalla Siberia Insolita scoperta nelle Langhe CENTRO di inanellamento dei Baroli a Baldissero d'Alba, in Piemonte. E' un giorno di dicembre, Mimmo Ferro e Costanzo Ruella stanno prelevando dalle reti del roccolo gli uccelli di passo rimasti impigliati. Un'operazione di routine, con esemplari di specie piuttosto comuni, che più tardi saranno schedati, inanellati e infine lasciati di nuovo liberi. Ma ecco la sorpresa. Una bestiola, che al primo sguardo pareva un banale pettirosso, rivela caratteristiche non consuete: coda e groppone azzurri, macchie arancione soltanto sui fianchi e non sul petto e sulla gola, anello perioculare e centro della gola molto chiari. «Ma questo è un codazzurro», è l'incredula constatazione. Lo stupore è grande, perché un uccello simile da queste parti non si era mai visto. Viene informato telefonicamente il prof. Giovanni Boano, ornitologo, direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola, che si precipita a Baldissero. E' proprio un giovane codazzurro e la meraviglia è giustificata dal fatto che questo grazioso animaletto (il nome scientifico è «Tarsiger cyanurus») è tipico delle regioni siheriane (lo si trova dalla Russia europea alla penisola della Kamciatka fino al Giappone, con qualche «sforamento» in Finlandia); sverna nel Sud-Est asiatico (Cina meridionale, Indocina, Thailandia), mentre in Italia è pressoché sconosciuto (finora sono segnalate solo tre catture: in Toscana nel 1879, in Liguria nel 1967, in Emilia-Romagna nel 1978). La notizia del ritrovamento si è propagata in fretta, risvegliando anche l'interesse di un ornitologo inglese che lavora a Hong Kong, il quale ha fornito via Internet alcune sue considerazioni sull'anomala vicenda. La domanda che nasce immediata è: come è finita qui questa creatura? Il prof. Boano spiega: «Può darsi che il codazzurro sia stato sospinto lontano dalle rotte consuete da una corrente di maltempo che lo ha fuorviato». Una tesi che parrebbe surrogata da una circostanza aggiuntiva: lo stesso giorno, sempre ai Baroli è stato osservato un altro uccelletto non comune, il Luì siberiano. «Oppure si tratta di un individuo mutante rispetto alla sua popolazione, che quindi non risponde al richiamo congenito verso le terre in cui la sua specie usa svernare-abitualmente». Questa spiegazione si lega al fatto che, secondo le più recenti scoperte, la direzione migratoria degli uccelli è un carattere geneticamente controllato. Capofila di questa teoria è il tedesco Peter Berthold, il quale ha condotto in merito particolari esperimenti di comportamento su capinere ibridate. «La variabilità genetica - commenta Boano - produce degli individui che potremmo definire, con un termine piemontese, dei "bastian contrari". La capacità di adattamento di questi individui può dare origine, con il tempo, a popolazioni sempre più numerose portatrici della stessa caratteristica». E cita l'esempio di capinere che, dalla Germania, hanno cominciato a svernare non nell'Europa mediterranea, bensì in Inghilterra: da un lato la quantità di cibo per uccelli che gli inglesi lasciano all'aperto per tradizione zoofila, dall'altro il tragitto più breve da compiere sono fattori che nell'ultima decina d'anni hanno contribuito all'affermarsi di un adattamento geografico nuovo. Risultato: il numero di capinere sul territorio inglese è aumentato in modo considerevole. E a proposito di senso d'orientamento, va segnalata la tesi, espressa dall'ornitologo italiano Floriano Papi e corroborata da esperimenti che il prof. Boano giudica positivamente, secondo la quale anche l'olfatto, finora ritenuto quasi inesistente negli uccelli, avrebbe invece un ruolo importante. Il ritrovamento del codazzurro ha altresì offerto l'occasione per un bilancio dei dati raccolti dal 1977 a oggi all'Osservatorio ornitologico: dati che confluiscono al centro nazionale di Ozzano Emilia. I grafici e gli istogrammi forniscono situazioni che meritano di essere valutate con attenzione. Per esempio si registra un andamento a cupola dal 1977 al 1983 per il ritrovamento di cardellini (con il massimo di 103 nel 1980) e una successiva caduta, fino alla totale as- senza nel 1995 e a un'unica misera cattura nel 1996. Esattamente il contrario rivelano passere scopaiole, capinere e pettirossi che, rari o meno frequenti nei primi anni, sono stati invece catturati in abbondanza nelle ultime stagioni. «In realtà questi dati di per sé - commenta Giovanni Boano - vanno presi con cautela. Basta ad esempio migliorare qualitativamente i richiami acustici che attirano gli uccelli nella rete per far registrare aumenti anche vistosi delle catture da un anno all'altro». Certo è inoltre che determinate variazioni climatiche inducono modificazioni anche nell'adattamento degli animali (e dei vegetali) ai vari habitat, e gli uccelli non fanno eccezione. Spulciando ancora tra i dati raccolti, si nota qualche curiosità. Per esempio l'uccello che risulta avere percorso il tragitto più lungo è una cesena inanellata ai Baroli il 13 dicembre 1990 e ricatturata a Gorky in Russia il 24 ottobre 1991 (2845 chilometri); seguono una peppola e un lucarino ritrovati in Finlandia (1910 chilometri) e in Svezia (1667). Su una rotta inversa si è distinta una capinera che dalla Russia ha volato per 1563 chilometri per raggiungere Baldissero d'Alba. Riguardo alla longevità accertata, il record spetta ad un allocco di quindici anni catturato nel 1992, seguito da una ghiandaia di nove. Leonardo Osella LA STAMPA ienze Della Vita^ I) codazzurro nidifica in Siberia e nell'Europa del Nord e sverna di norma nel Sud-Est asiatico L'uccelletto di solito sverna nel Sud-Est asiatico. In Italia era pressoché sconosciuto In atto misteriosi mutamenti nei percorsi migratori: il caso delle capinere che dalla Germania volano in Inghilterra invece che al Sud