Nasce l'Italia dei supertelescopi

Nasce l'Italia dei supertelescopi CONSORZIO DEGLI OSSERVATORI Nasce l'Italia dei supertelescopi Nuovi strumenti alle Canarie, in Arizona, Cile GRANDI occhi per lo spazio profondo. Dopo aver segnato il passo per anni, la ricerca astronomica italiana sta per fare un salto che la porterà a disporre, alle isole Canarie, di un teiescopio di dimensioni ormai non eccezionali (tre metri e mezzo è il diametro dello specchio principale), ma valorizzato da una tecnologia mollo sofisticata, sia nell'impiego dello strumento sia nel corredo dei rivelatori; ma usufruirà anche di significative partecipazioni all'uso di alcuni fra i massimi e meglio piazzati riflettori astronomici del mondo, dal Vlt delle Ande cilene al «binocolone» del monte Graham in Arizona, senza contare (ma questo funziona già) il telescopio solare Thémis, che leva la sua torre presso il Pico de Teide, i! grande vulcano della maggiore delle isole Canarie, Tenerife. Questo panorama, incoraggianti.' ma anche molto impegnativo, è stato delineato nel corso della riunione che a fine gennaio ha raccolto, nello storico edificio dell'Osservatorio romano di Monte Mario, i più autorevoli rappresentanti dell'astronomia italiana, in occasione dell'inaugurazione (c'era il : sottosegretario per la ricerca, , Giuseppe Tognon) della nuova sede dei Consorzio nazionale degli Osservatori che avrà la responsabiiii.a di coordinare le attività comuni delle dodici specole astronomiche disseminate per la Penisola, la maggior parte delle quali senza mezzi per ricerche sperimentali aggiornate o fuori dalla possibilità di svolgerne per il dilagante inquinamento luminoso che ha inesso in difficoltà persino stazioni montane come quelle dell'Etna o dell'altopiano di Asiago. Un problema, questo, che rende urgente l'approvazione di una legge nazionale di tutela specifica, del resto già anticipata dai regolamenti prescritti da alcune Regioni, antesignana quella veneta, o GIS- concretamente applicati da qualche amministrazione comunale, come quella di Frosinone (e centri limitrofi) o di Catania. Così come in Spagna da tempo si è giunti a una «ley del cielo», un esempio che vorremmo ricordare ai nostri ambientalisti. Per tornare ai grandi strumenti, nella riunione romana presieduta da Giancarlo Setti (vicepresidente del Comitato ricerche astronomiche, organo di consulenza del ministro) e da Rodono (presidente del nuovo Consorzio con compiti specificamente operativi), sul telescopio nazionale «Galileo» hanno dato le ultime nuove Cesare Barbieri e Flavio Fusi Pecci, il primo sui tempi ormai molto vicini dell'entrata in funzione del modernissimo strumento di Roque de los Muchachos, il secondo sull'attrezzatura ausiliaria di cui si sta attivamente occupando. Cesare Barbieri, che del «Galileo» è stato il massimo artefice, ha chiarito che due dei tre specchi principali sono già montati, superando non lievi problemi tecnici per quello principale, che pesa sei tonnel¬ late; che in marzo, appena montato il terzo, quello dei due fuochi laterali Nasmyth, per il complesso sistema ottico del telescopio passerà la «prima luce»; in giugno i tre specchi saranno allineati al meglio; in settembre saranno ultimati i primi saggi, e verrà completato il vaglio delle richieste nel frattempo presentate da gruppi di ricerca; in ottobre il primo astronomo dovrebbe sedersi nella cupola (non tradizionale, squadrata, rotante r condizionata) e impiegare sul cielo il «Galileo». Le cui potenzialità non saranno sfruttate inizialmente in tutte le possibili direzioni: occorrerà per questo che sia messa a punto anche tutta la serie dei rivelatori, particolarmente gli spettrografi in varie lunghezze d'onda. Altre novità riguardano il doppio telescopio del monte Graham, due specchi di 8,4 metri i cui fuochi convergeranno per ottenere la resa di un riflettore di 12 metri: superate le difficoltà create dai più strenui difensori dell'ambiente, sta sor¬ gendo la struttura di sostegno dei due specchi. Si pensa di mettere all'opera il primo entro il 2001-2002, per l'altro ci vorranno circa due anni. Il costo, non ancora tutto coperto dai finanziamenti, a cui l'Italia (rappresentata dagli astronomi di Arcetri) contribuisce per il 25 per cento, sarà molto inferiore a ciò che i Paesi europei dell'Eso spenderanno per i quattro telescopi del Very Large Telescope del Cerro Paranal. Ne ha riferito Franco Pacini, ed è subito apparso evidente - lo ha sottolineato Setti - che in ricercatori e risorse la famiglia dei nostri astronomi avrà bisogno di considerevoli integrazioni per mettersi all'altezza delle nuove possibilità, un tempo pressoché insperate. I due organismi di vertice, il Cra e il Consorzio, confluiranno comunque nel futuro Istituto nazionale di Scienze Cosmiche, che li assorbirà nel quadro generale della riforma degli istituti scientifici. Luigi Prestinenza Attrezzature di alto profilo per l'astronomia del nostro Paese La torre solare italo-francese «Thémis» all'Osservatorio dell'isola di Tenerife

Persone citate: Cesare Barbieri, Flavio Fusi, Franco Pacini, Giancarlo Setti, Giuseppe Tognon, Luigi Prestinenza, Pecci, Roque

Luoghi citati: Arizona, Asiago, Catania, Cile, Frosinone, Italia, Spagna, Tenerife