La scienza brevetterà l'uomo e le sue parti

La scienza brevetterà l'uomo e le sue parti DARIO F© E LA CLONAZIONE La scienza brevetterà l'uomo e le sue parti CARO direttore, nei miei riguardi il prof. De Flora (replicando alle mie accuse contro le manipolazioni genetiche pubblicate giovedì da La Stampa) impiega la stessa battuta tappabocca sparata da Sganarello, travestito da medico, in una famosa commedia di Molière: «Taci tu che sei a digiuno di scienza!». Ci risiamo col solito terrorismo degli addetti ai lavori! Allora diciamo, tanto per cominciare, che l'affermazione del prof. A. De Flora, secondo cui non è possibile effettuare alcun brevetto sul corpo umano, contrasta con l'articolo 5 della proposta di direttiva sulla brevettazione di invenzioni biotecnologiche che afferma al punto 2: «Un elemento isolato dal corpo umano o diversamente prodotto mediante un proccclimento tecnico, ivi compresa la sequenza o la sequenza parziale di un gene, può constituire un'invenzione brevettabile, anche se la struttura di detto elemento è identica a quella di un elemento naturale». Ciò non esclude dunque sperimentazioni su embrioni per avere la clonazione di esseri senza cervello al fine di utilizzarne le parti, eventualmente con modifiche genetiche e quindi magari brevettate!!, come organi di ricambio. Infatti la direttiva esclude la clonazione di esseri umani, ma già alcuni scienziati hanno affermato che esseri anencefali (senza cervello) non sono più veri esseri umani. Quindi la caccia è aperta e libera, e libero è anche il Cottolengo! Un altro esempio ci è fornito dal caso di John Moore, statunitense, affetto da reticuloendoteliosi (una rara forma di leucemia), del quale è stata brevettata una linea cellulare ottenuta dalla sua milza; Moore ha affermato che è una violenza accorgersi di essere stato frodato dal proprio medico e vedere che una parte di se stessi è stata brevettata da altri. Quanto poi alla positività di brevettare geni umani (possibilità anch'essa prevista dalla direttiva Ue), che dure della «biopirateria», per cui a soggetti interessanti sono stati prelevati campioni' di sangue e, a loro insaputa, identificati geni utili, poi brevettati? Ma tutto questo contrasta con l'affermazione dell'Unesco che «il materiale genetico umano è patrimonio comune dell'umanità» e quindi non può essere usato per fini di profitto! Secondo De Flora, non vi sarebbe nessun problema per i brevetti in agricoltura, perché le modifiche genetiche sono utili per difendere le piante dai parassiti o da stress climatici. Ma non dice che uno dei brevetti più utilizzati riguarda la resistenza della soja a un diserbante, per cui si possono usare alte concentrazioni di tale diserbante durante la coltura di soja. Ma il diserbante, in tal modo, mquinerà l'ambiente e si concentrerà nella stessa soja, che poi noi mangeremo. Si potrebbero fare molti altri esempi, ma vale soprattutto il principio che anche nei casi apparentemente più accettabili e innocui non siamo in grado di prevedere le conseguenze per l'ambiente e la salute umana. Ora, opporsi alla direttiva della Ue non significa opporsi alla scienza, ma solo alle sue applicazioni comn. sciali; molti scienziati sono infatti contrari alla brevettabilità perché ciò renderà ancora più difficile la ricerca pubblica favorendo solo quella delle multinazionali. Tutte queste considerazioni sono comunque riportate anche nella relazione finale della Commissione agricoltura della Camera, a conclusione dell'indagine conoscitiva sulle biotecnologie, relazione approvata all'unanimità dopo aver sentito decine di scienziati e di operatori del settore. Infine, per rispondere all'Assobiotec (dott. Valvassori), va chiarito che non si tratta di garantire alle aziende che non siano «copiate» le loro invenzioni, perché gli organismi, anche se modificati, e i loro geni, non sono stati inventati da nessuno, ma erano già presenti in natura. Tutt'al più si può parlare di scoperta. Un gene, anche se riprodotto artificialmente, non può essere brevettate, perché il suo messaggio, il suo testo, non è stato scritto da chi lo ha scoperto, ma è stato scritto dall'evoluzione naturale. In tal caso sono lo scienziato e poi il tecnico che copiano ciò che già c'è. E Dio, lo dice anche il Papa, non è corretto brevettarlo. Dario

Persone citate: De Flora, John Moore, Moore, Valvassori