Bomba a Atene

Bomba a Atene Bomba a Atene Attentato alla General Motors ATENE. Un potente ordigno è esploso pochi minuti dopo la mezzanotte di ieri nella capitale greca, senza provocare vittime, per fortuna, ma devastando la sede della principale concessionaria locale della casa automobilistica americana «General Motors», situata a circa dodici chilometri dal centro della città. La deflagrazione è stata assai violenta, ed è stata avvertita in tutta la regione settentrionale della capitale. Malgrado ciò, la polizia ha faticato parecchio ad individuare il luogo dell'attentato, ed è giunta sul posto con grande ritardo. Anche per questo motivo, in un primo tempo si è pensato che gli attentatori avessero colpito con un razzo, e solo nella giornata di ieri è stato stabilito con certezza che a causare l'esplosione era stata una bomba. L'ordigno esplosivo era stato posto davanti all'ingresso posteriore dei locali della «General Motors», e la deflagrazione ha sfondato gran parte della parete dell'edificio, devastandone gli interni. Fortunatamente però, al momento dello scoppio (tredici minuti dopo la mezzanotte, corrispondenti alle 23,13 italiane), la zona era deserta e nessuno è rimasto ferito. Fino alla tarda serata di ieri non era ancora giunta alcuna rivendicazione, ma gli inquirenti ellenici sospettano che l'attentato possa essere un atto di protesta contro la minacciata offensiva statunitense contro l'Iraq di Saddam Hussein. Il capo della polizia ateniese, Athanase Vasilopoulos, ha ventilato l'ipotesi che l'attacco possa essere opera del movimento terroristico «17 Novembre». Vasilopoulos ha ricordato che questo gruppo, cui sono attribuiti numerosi attentati ed alcuni omicidi di personalità americane, greche e turche, aveva colpito obiettivi statunitensi e dell'Europa occidentale già nel 1991, all'epoca della Guerra del Golfo. Tuttavia il portavoce del governo greco, Dimitri Reppas, è stato molto cauto sulla possibilità di una protesta filo-irachena e, interrogato dai giornalisti, ha definito l'ipotesi «prematura». Anche l'ambasciatore degli Stati Uniti ad Atene, l'ex portavoce della Casa Bianca Nicholas Burns, si è mostrato molto prudente. Uscito da un incontro con i dirigenti della polizia greca, «programmato da tempo», Burns ha detto di non disporre per il momento di alcun elemento che possa collegare l'attentato alla «General Motors» con la crisi che proprio in questi giorni oppone Washington al despota iracheno. Negli ultimi mesi, comunque, ad Atene si sono susseguiti numerosi attentati dinamitardi. Nell'ultimo caso, il 3 febbraio scorso, due bombe hanno danneggiato altrettanti fast food della onnipresente catena statunitense «McDonald's'». Neanche in quel caso, comunque, vi furono feriti. [Agi-Ap-Efe]

Persone citate: Burns, Dimitri Reppas, Nicholas Burns, Saddam Hussein, Vasilopoulos

Luoghi citati: Atene, Europa, Iraq, Stati Uniti, Washington