STAFFETTA D'ARGENTO di Marco Ansaldo

STAFFETTA D'ARGENTO Ai Giochi il fondo non riete Lillehammer: italiani beffati allo srint dalla Norveia S STAFFETTA D'ARGENTO Mezzo sci ci toglie l'oro NAGANO DAL NOSTRO INVIATO I pensieri ritornano, sono le situazioni che passano irrimediabilmente. Dopo aver immaginato che i ragazzi italiani (o forse padani, viste le bandiere bossiane all'arrivo?) riuscissero per la seconda volta in quattro anni a precedere i norvegesi, sacerdoti del rito nordico che è la staffetta, abbiamo accertato sul traguardo di Hakuba che le storie non si ripresentano uguali: c'era ancora Fauner per gli azzurri, come a Lillehammer, e c'era la volata ma i norvegesi questa volta avevano in ultima frazione il massimo «sprinteur», il Cipollini delle nevi, Thomas Alsgaard, e hanno vinto loro. Fauner ha provato con la forza, attaccando sull'ultima salita per guadagnare anche soltanto1 un paiò,.di metri. Ha, provato con la grinta, scambiando con l'avversario colpi di bastone. Ha provato con l'astuzia e la disperazione, calando sul pianoro in testa per infilare la corsia più veloce, quella di destra, e rintuzzare il rush del norvegese. Fauner ha fatto insomma tutto quello che il secondo miglior velocista dei mondo può mettere in atto quando si confronta con il primo, ma ha perso di un'inezia, 2 decimi di secondo, meno di mezzo metro. A Lillehammer contro Daehlie aveva prevalso per quattro decimi, il doppio, e aveva gettato in ginocchio una nazione che ieri, a giudicare dall'entusiasmo molto mediterraneo di fine gara, attendeva soltanto questa rivincita. E' stata una magnifica prova, illuminata dal sole che, per la prima volta in dieci giorni, ha permesso di correre nelle condizioni ideali. La Norvegia, con i quattro omaccioni da un metro e novanta, era più favorita di quattro anni fa, sebbene allora giocasse in casa. L'Italia si portava appresso la paura di un'altra giornata grama, per la neve, i materiali, il morale: neppure il secondo posto appariva certo per la presenza della Finlandia, che un anno fa batté gli azzurri ai Mondiali. Ma Albarello, in prima frazione, dimostrava quanto, a 38 anni, si possa spingere sugli sci ed era il primo a capire la crisi inaspettata del norvegese Sivertsen; Valbusa creava addirittu¬ ra lo stacco definitivo dalla Finlandia con una frazione che chiudeva in testa. Le due fasi a passo classico, quelle in cui l'Italia patisce, si concludevano con un incredibile vantaggio: 12 secondi sulla Norvegia, 14 sulla Russia, 26 sulla Finlandia. Cominciava la seconda metà, a skating, la più adatta a noi, ma contro Daehlie e Alsgaard. Maj veniva raggiunto da Daehlie in un paio di chilometri ma non si faceva staccare, arrivava con lui al cambio e i 10 chilometri con Fauner e Alsgaard si trasformavano in una lezione di potenza, perché aumentavano il distacco dai terzi, e di tattica. «Sapevo che se fossimo arrivati insieme avrei potuto soltanto pregare che cadesse - ha spiegato Fauner -. Negli ultimi chilometri sono passato avanti. Ho dato qualche strappo in salita e lui rispondeva. Eravamo concentrati, tesissimi. Mi ha tirato persino un bastoncino nella schiena perché spostandomi per farlo passare l'avevo involontariamente ostacolato». Alsgaard dirà poi ai norvegesi che Fauner è uno scorretto. Ma si è assistito allo sprint di due fenomeni. Negli ultimi tre metri il nordico ha sfruttato il passo più lungo, sul traguardo si è persino prodotto in un affondo per mettere la gamba davanti. «Non sono deluso - ha detto Fauner -. Tutti abbiamo dato il massimo e non credevamo che satinino arrivati allo sprint. E' stata una grande impresa». Gli altri concordano, febei più che amareggiati. Solo nella nomenklatura del Coni si colgono punte di sincera delusione. «Si è invertito il risultato di Lillehammer», è stato il primo commento di Pescante. Non ce n'eravamo accorti. H presidente del Coni dovrà trovare invece qualche battuta più convincente per convincere Sandro Vanoi a non lasciare il suo posto. Il et vuole diventare il responsabile unico di tutto il settore, chiede un trattamento economico diverso, un premio per gli skimen e più attenzioni: vuole avere carta bianca nella gestione del vivaio che - dice lui - è in grado di riportare l'Italia alla medaglia d'oro tra quattro anni a Salt Lake City. «Se le cose restano così me ne vado», ha ripetuto. L'argento dunque non ha appia¬ nato i dissidi. Al ritorno ci sarà da lavorare perché il settore non esploda. Intanto si attende una medaglia dalla Belmondo domani nella 30 chilometri e dai maschi nella 50 di domenica: se si riprenderanno dalla baldoria di ieri sera a Casa Modena, quando gli skimen, in attesa del premio che forse non vedranno, hanno cominciato col perdere i capelli. I padani li hanno rasati. Marco Ansaldo mondo domani ri e dai maschi ca: se si riprenoria di ieri sera quando gli skipremio che forse nno cominciato e