Imi e Sanpaolo sposi entro l'estate
Imi e Sanpaolo sposi entro l'estate Masera promette tempi brevi per l'unione con Torino. Sigeco forse al Monte Imi e Sanpaolo sposi entro l'estate Nottola-, niente progetto Superbin MILANO. Un fidanzamento, quello sta Imi e Sanpaolo di Torino, che entro l'estate sarà matrimonio. E un matrimonio immaginato, quello tra Comit, Credit e Bancaroma meglio noto come Superbin, definitivamente bollato come «pura fantasia». Realtà e invenzione a confronto, ieri a Roma, con mezzo gotha dei vertici bancari italiani presenti al Comitato esecutivo dell'Abi. L'occasione giusta per chiarire particolari, confermare o smentire voci (per esempio, il passaggio al Montepaschi di Siena di una quota della SigecoImi) che ormai sono più delle certezze. Scenari in gran movimento nel sistema bancario. Qualcuno, ma nessuno se ne è finora assunto la paternità, ha rispolverato il progetto Superbin, risposta forte della Comit, la banca più famosa che sembra per ora esclusa dal gran walzer delle aggregazioni, ai nuovi supergruppi in formazione, l'Intesa tra Cariplo e Ambroveneto, e Imi-Sanpaolo. Così, tocca a Luigi Fausti, presidente di Comit, subire per primo l'inevitabile assalto dei cronisti che chiedono se sia proprio in Superbin il futuro della Commerciale. La domanda se l'aspettava, Fausti, ma riesce a evitarla con mossa da vecchia volpe: «Chiedetelo a Nottola», sorride indicando l'amministratore delegato della Banca di Roma. Detto, fatto. Domanda rivolta, pari pari, ad Antonio Nottola che - sorpresa non si sottrae e risponde chiaro: «Pura fantasia». Colpita e affondata, la corazzata Superbin. Spiega Nottola: «Tutto sta cambiando, gli assetti del mondo del credito sono in trasformazione, il quadro è in evoluzione ma il progetto di aggregazione a tre, noi, la Comit e il Credit, è pura fantasia». Per un matrimonio che non verrà mai celebrato, eccone pronto uno, addirittura imminente. Per Imi e Sanpaolo di Torino, conferma il direttore generale dell'Imi, tutto va avanti secondo i programmi. La parola a Rainer Masera: «Entro marzo occorre che sia pronto il lavoro del piano industriale in modo da arrivare a convocare le assemblee per la fusione entro l'estate». Questione di mesi, dunque. Dopo il via libera dell'Imi, l'I 1 febbraio scorso, l'aggregazione per dar vita a quello che sarà il principale gruppo creditizio italiano procede in fretta: prima tappa, completare entro marzo la stesura e la discussione del piano industriale. «Certo, sarebbe bello lavorare senza il ronzio delle voci e delle illazioni», mette il dito nella piaga l'amministratore delegato del Sanpaolo, Luigi Maranzana. Già, perché attorno all'operazione Imi-Sanpaolo è quotidiana ridda di voci, indiscrezioni soprattutto su quelle che potrebbero essere alcune «concessioni» del nuovo supergruppo a quelli che in Imi sono (oltre al Sanpaolo) i due soci forti e cioè la lombarda Cariplo e il Montepaschi di Siena. C'è il punto del dividendo straordinario dell'Imi da distribuire ai soci, un particolare su cui hanno molto insistito a Milano e a Siena: «E' uno degli aspetti su cui si sta lavorando», conferma Masera. E Sandro Molinari, presidente della Cariplo, aggiunge: «Il piano c'è ma non è ancora andato in porto». Poi ci sono gli interrogativi sui destini di Sigeco, società ricchissima e ambitissima il cui controllo - stando ai «si dice» - potrebbe passare dall'Imi proprio al Montepaschi. A domanda, Masera ribatte seccato: «Chiedetelo a Divo Gronchi». Il quale Gronchi, direttore generale del Montepaschi, se ne guarda bene dall'esporsi: «No comment», punto e basta. Qualcosa ammette, invece, l'uomo della Cariplo, Molinari: «Imi-Sigeco al Monte? Percéè no?». Se non è una conferma alle voci che danno per fatta l'operazione, poco ci manca ma, lanciato il sasso, Molinari ritira il braccio: «Io comunque di questo non so nulla». Ultima voce sul Sanpaolo Invest, anch'esso, secondo il tam tam, lì lì per essere ceduto. Risposta a Maranzana: «Ci siamo appena fidanzati, stiamo definendo i particolari delle nozze: quando sarà pronto il progetto industriale, lo illustreremo», [a. z,] Luigi Arcuti, presidente dell'Imi
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