Ferrovie, oggi è il giorno di Demattè

Ferrovie, oggi è il giorno di Demattè Alle 15 l'assemblea degli azionisti, ma già si profilano scontri sulle deleghe al vertice Ferrovie, oggi è il giorno di Demattè Silurato Cristi, dal cda se ne vanno 5 consiglieri su 9 ROMA. Un incidente accaduto, un incidente sfiorato. Per le Ferrovie dello Stato è una giornata nera, un'altra giornata nera, quella di ieri, in cui sono state poste le premesse per il nuovo assetto al vertice dell'azienda. Il consiglio di anuninistrazione è stato azzerato, ma in parte si salva con la prevista riconferma di alcuni consiglieri. Con l'assemblea degli azionisti convocata per le 15 di oggi arriva alla presidenza Claudio Demattè, economista, ex presidente della Rai e oggi a capo della Carime, il raggruppamento delle banche meridionali della Cariplo (Caricai, Caripuglia e Carisalerno). Demattè prende il posto di Giorgio Crisci, irritato per essere stato silurato. Resta invece amministratore delegato Giancarlo Cimoli. Ma da oggi pomeriggio dovrà condividere la guida dell'azienda con Demattè che, al di là dei poteri formali che gli verran- no attribuiti, diventa l'uomo forte delle Ferrovie. Anche il consiglio di amministrazione dovrebbe guadagnare peso con l'operazione rinnovamento voluta dal presidente del Consiglio Romano Prodi, realizzata dal rninistro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi (che materialmente gestisce il 100 per cento di azioni delle Ferrovie in mano allo Stato) e concordata con il ministro dei Trasporti Claudio Burlando (che vigila sulle Fs). La prima tappa del rimpasto al vertice è scattata alle 10 di ieri. Cinque consiglieri su nove si sono dimessi (o forse sarebbe più corretto dire: sono stati sollecitati a rimettere il mandato). Si tratta di Mario Cattaneo, Vittorio Coda, Alberto Santamaria, Ettore Scoca e Mario Sebastiani (gli altri sono Crisci, Cimoli, Mario Paolillo e Giancarlo Tesini). Come previsto dal codice civile, la rinuncia al mandato da parte della maggio¬ ranza dei consiglieri fa decadere l'intero cda. Grazie alle cinque dimissioni, il governo ha quindi l'opportunità di nominare un nuovo consiglio. I nomi dei nuovi componenti devono essere indicati da Ciampi nella qualità di azionista e sono ovviamente il frutto di un'intesa politica all'interno del governo di centrosinistra. L'assemblea che si riunisce oggi è definita totalitaria poiché si svolge d'urgenza e dovrebbero cjuindi essere presenti tutti i consiglieri uscenti per renderla valida, pena lo slittamento. Ma non si può escludere un «dispetto» di Crisci, come assente-arrabbiato. In ogni caso, con rassémblea Demattè farà l'ingresso in consiglio e subito dopo sarà nominato presidente. Tornerà a far parte del consiglio Cimoli al quale sarà nuovamente attribuito il ruolo di amnùnistratore delegato. Sembra sicuro il debutto in cda di Gilberto Gabrielli (amministratore delegato dell'Abn Amro Italia) e Giambattista Podestà (docente al Pohtecnico di Milano). E' circolata la voce dell'arrivo di Roberto Ulissi in rappresentanza del Tesoro dell'economista Carlo Maria Guerci. Ma soprattutto si discute sull'eventuale ingresso di un rappresentante dei verdi. Dichiaratosi non interessato il presidente della Legambiente Ermete Realacci, i verdi premono per Anna Donati, responsabile trasporti del Wwf. Ma, stando ad alcune ricostruzioni, Ciampi sarebbe assolu- tamente contrario. In alternativa sarebbe in Uzza un altro professore del Politecnico di Milano, Francesco Perticaroli, oggi a capo della Metropolitana milanese. Sono poi in attesa di tornare a far parte del consiglio di amministrazione Sebastiani, Tesini, Paolillo e Scoca. L'avvicendamento avviene in un clima di tensione per le condizioni disperate delle Ferrovie. Ma anche per le polemiche scatenate da Crisci, arrabbiato per aver appreso dai giornali l'intenzione del governo di affidare ad altri la sua poltrona. Crisci (75 anni, ex presidente del Consiglio rU Stato) ha definito le Ferrovie una società ormai inguaribile. Con la sua sostituzione, il governo pensa di irrobustire la guida delle Fs e di superare la fase dell'e- mergenza scattata un anno e mezzo fa con l'arresto dell'allora amministratore delegato Lorenzo Necci. C'è comunque il problema della definizione precisa delle funzioni di Demattè e Cimoli. Secondo alcune voci, il primo avrebbe chiesto di avere le deleghe per la finanza. Il cambiamento è comunque ùnpostato. Ma per Ugo Boghetta, responsabile trasporti di Rifondazione, «non c'è alcuna svolta» se il rimpasto non è accompagnato da un nuovo piano d'impresa. E Massimo Scalia, capogruppo dei verdi alla Camera, chiede «l'assegnazione di deleghe che facciano di ogni componente del consiglio di amministrazione un responsabile di settore». Per l'opposizione, Giuseppe Valentino, senatore di Alleanza nazionale, sostiene che sarebbe stato meglio sostituire Cimoli invece di Crisci. [r. ipp.l CHI PARTE, CHI ARRIVA IL CONSIGLIO: E' formato da nove membri I DIMISSIONARI: Ai Ire rappresentanti del Tesoro (Mario Cattaneo, Vittorio Coda e Alberto Santamaria) si sono aggiunti ieri Mario Sebastiani e Ettore Scoca CHI ENTRA: Oltre a Claudio Demattè, dovrebbero entrare Gilberto Gabrielli (Abn Ambrò); Roberto" Ulissi (consulente del Tesoro), Giambattista Podestà (politecnico di Milano) e Marco Ponti (docente di economia dei trasporti a Venezia). In cda dovrebbero rientrare anche Sebastiani e Scoca, inquadro sarà completato dall'ex ministro Giorgio Tesini e, ovviamente, Giancarlo Cimoli, entrambi confermati Qui accanto Claudio Demattè

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