FORTEPIANO, L'ALTRO SUONO

FORTEPIANO, L'ALTRO SUONO UNIONE MUSICALE FORTEPIANO, L'ALTRO SUONO Sitkovetsky Harrell Dalberto e poi Staier al Conservatorio SI fa presto a dire filologia: per chi non sia troppo addentro alle questioni di interpretazione musicale, la faccenda può sembrare persino oziosa perché la rilettura delle pagine antiche dovrebbe rispondere a criteri univoci. Invece, se si approfondisce un poco, si scopre che ciò che all'apparenza sembra semplice, in realtà nasconde un labirinto di opinioni, esigenze, premesse e conclusioni quanto mai distanti e differenti. L'occasione per riflettere sulla situazione è data dall'arrivo a Torino di Andreas Staier. specialista di clavicembalo e fortepiano. Su invito dell'Unione Musicale per la rassegna «L'altro suono» - Staier si esibisce al Conservatorio, venerdì 13 alle 21: e il programma della sua esibizione comprende pagine di Mozart e Clementi. Un concerto di fortepiano non è cosa che capiti tutti i giorni; e soprattutto la possibilità di apprezzare un eccellente fortepianista è cosa ancora più rara. Perché, con buona pace di filologi e filologia, in molti casi sorge nell'ascoltatore il sospetto che a dedicarsi a questo strumento - ma anche al clavicembalo e al clavicordo - siano molto spesso i pianisti falliti; e che dietro certi concerti dottissimi e ampollosi non stia la curiosità culturale ma la semplice incapacità di affrontare ben altri repertori e ben altre difficoltà tecnicoespressive. Detto questo, bisogna precisare che Staier evidentemente è un interprete di alto rango; e non tanto perché ha studiato con Gustav Leonhardt, Nikolaus Harnoncourt o Tom Koopman - ossai tre fra i migliori maìtres à penser nell'universo della filologia - quanto perché riesce a cavare dalla tastiera suoni nuovi, respiri nuovi, idee nuove. Una bella differenza da chi vuole esecuzioni mummificate, fraseggi asmatici, sonorità sferraglianti e rugginose solo per contrastare il pianismo sontuoso e persin troppo patinato dei vecchi e vituperati leoni d'antan; e tutto questo in nome di regole che comunque si prestano a letture assai discordanti. Insomma, con Staier la pagina antica non diventa moderna ma riacquista la sua vita; palpita e canta là dove è necessario e sfoggia il giusto virtuosismo quando lo contiene. Dmitry Sitkovetsky al violino, Lynn Harrell al violoncello e Michel Dalberto al pianoforte sono invece i protagonisti dell'altro appuntamento dell'Unione Musicale, quello programmato all'Auditorium Rai mercoledì 18 (serie dispari, ore 21). Il programma, grazie alle possibilità espressive quasi illimitate del gruppo, spazia in tutte le epoche: dal classicismo di Haydn - Trio in sol maggiore Hob. XV n. 25 detto «L'Ungherese» - al fuoco espressivo di Shostakovich - Trio in mi minore op. 67 -, fino alla romantica e drammatica conclusione con il Trio in do minore op. 66 di Felix Mendelssohn Bartholdy. Un viaggio nel tempo che il terzetto Sitkovetsky, Harrell, Dalberto propone con lo stile elegante e il piglio sicuro di chi, in questo campo, ha vinto ogni sfida. I biglietti per il concerto di Staier costano 25 mila lire (ingressi 15 mila); per il concerto cameristico del mercoledì 35 mila (ingressi 25). Tel. 54.45.23. Ai!redo Ferrerò

Luoghi citati: Torino