Sonnolenza: è anche una malattia

Sonnolenza: è anche una malattia NARCOLESSIA Sonnolenza: è anche una malattia e ò , a e i i e FRA le alterazioni del sonno la narcolessia è certo meno frequente dell'insonnia, ma al tempo stesso una delle più interessanti e degne d'attenzione (nel mese di settembre dell'anno scorso i giornali si sono occupati di una decina di casi manifestatisi a Lucca che però poi si sono rivelati cosa completamente diversa) perché è una vera e propria «finestra aperta» sui meccanismi e sui disturbi del sonno. Le sorprese non finiscono mai, anche i cani possono essere narcolettici. La narcolessia consiste in accessi ricorrenti di sonno irresistibile, talora susseguenti a stimoli emotivi, più spesso senza alcun motivo apparente, della durata di minuti o anche di ore, uno o due alla settimana o addirittura parecchi al giorno. Nei narcolettici si hanno sovente anche crisi di cataplessia, vale a dire un'improvvisa perdita del tono muscolare, di alcuni muscoli (della nuca, della mascella, delle cosce) o totale, con ripresa spontanea dopo pochi minuti. Ciò avviene, cosa strana, talora come conseguenza d'una folle risata, ma diciamo genericamente dopo emozioni o altro; può accadere per esempio ad un tennista al quale è riuscito di ribattere con eleganza una palla difficile. Il carattere genetico della narcolessia è noto da tempo, i membri d'una famiglia con casi di narcolessia hanno un rischio di ammalarsi 38 volte maggiori della norma, ma solo di recente, proprio incrociando cani narcolettici, si è potuto chiarire il modo di trasmissione attraverso uno o più geni, e successivamente si è dimostrato che la narcolessia è di solito associata al gruppo di geni indicato con la sigla Hla, situato nel cromosoma 6. All'Hla sono legate malattie quali il diabete insulino-dipendente, la miastenia grave, la .sclerosi multipla e altrer oggi riunite nel gruppo delle cosiddette malattie autoimmuni (dal sistema Hla dipende la difesa immunitaria). Si può quindi pensare che un processo di natura immunitaria sia implicato anche nella fisiopatologia della narcolessia. Occorre ricordare a questo punto che la narcolessia può manifestarsi anche semplicemente sotto forma di sonnolenza (termine medico «ipersònnia») e proprio di questo vogliamo qui parlare, una più o meno permanente sonnolenza potendo costituire un importante fattore di rischio di incidenti gravi, nonché determinare profonde modificazioni della personalità, turbamenti del carattere, dell'umore, della memoria, anche sessuali. In pratica in questi soggetti si ha una sonnolenza diurna, specialmente al mattino e dopo il mezzogiorno, difficoltà di svegliarsi al mattino, le sieste sono lunghe e senza sollievo, ci si addormenta davanti al televisone o al cinema, ad un concerto. Pericolo massimo, naturalmente, addormentarsi al volante. Insomma la vigilanza, caratteristica dello stato di veglia normale, è indebolita dalla narcolessia. La quale non è l'unico processo morboso causa di sonnolenza, questa potendo aversi anche in malattie neurologiche, infettive, o dopo traumatismi ed altre eventualità, nonché, naturalmente, per fattori esterni quali l'impossibilità di dormire a sufficienza o l'assunzione di alcol o di medicamenti. Ma la narcolessia rimane sempre la causa principale. Pertanto chi nota d'essere afflitto da una sonnolenza diurna eccessiva dovrebbe ricorrere al medico piuttosto che alle cosiddette cure energetiche, del tutto inutili. Gli esami clinici e psicologici saranno completati da indagini specialistiche quali la determinazione della scala di sonnolenza di Epworth, la polisonnografia, il test iterativo di latenza dell'addormentamento, il test d'attenuazione del ritmo alfa del sonno, con registrazioni anche di lunga durata (24-48 ore). Stabilito che di narcolessia si tratta, una terapia specifica è possibile. Grazie soprattutto agli studi sui cani si conosce oggi qualcosa sull'essenza della narcolessia dal punto di vista biochimico, per conseguenza sono disponibili medicamenti idonei. Ulrico di Alchelburg

Luoghi citati: Alchelburg, Lucca