LOTTA E SUDA, IMPARI A VIVERE di Sergio Pent

LOTTA E SUDA, IMPARI A VIVERE LOTTA E SUDA, IMPARI A VIVERE Tre racconti di Franchini ACQUA, SUDORE, GHIACCIO Antonio Franchini Marsi/i'o pp. 276 L. 26.000 ILLUSIONE di vincere sul destino confrontandosi con se stessi, misurando il tempo sulla ruvida consistenza di una virilità impolverata, cercando invano il metro di misura per giustificare passi e respiri... Si esce quasi inconsapevolmente maturati, o con più disincanto, dalla lettura di questi tre compatti racconti di Antonio Franchini, coi primi due che singolarmente potrebbero affrontare la sorte di volumi a sé stanti: rimani dentro l'impressione tutt'altro che fasulla o circostanziata - d'aver ricevuto in regalo qualcosa di profondamente vero, detenriinante. Franchini parla della vita scavando tra le pieghe della normalità, gioca di rimando con la «seriosità» imposta dalla sorte per giustificare il senso stesso dell'esistere: la consapevolezza di poter cambiare senza che nulla, all'apparenza, sia mutato. In genere risulta quasi impossibile esprimere sensazioni di tal fatta, assimilabili quasi solo attraverso intimi respiri solitari. Invece si gode, da lettori e da uomini, confrontando i bilanci privati con le sfide - quasi sempre fisiche - a cui si sottopongono i personaggi dei racconti: vicende corali, solo esteriormente sportive, sotto le quali si cela la vanità dell'umana ricerca di sicurezze e di conferme. Soffro, lotto, dunque esisto. Il filo conduttore delle storie è Francesco Esente, una sorta di disimpegnato spettatore della vita, che sembra entrare timidamente in mondi che non lo riguardano, ma attraverso i quali riesce ad arricchirsi trovando nuovi spiragli di consapevolezza. Questi universi circostanziati, ancorché provvisori, coltivano al loro interno semi di sconfitta, ma anche lampi di riscatto. Sono occasioni di riflessione, istantanee riprese dalla memoria per fissare - se è possibile - la precarietà del tempo, il bagliore della gloria momentanea, fi brivido - anche solo mtravisto - della felicità. ((Acqua» è il mondo dei canoisti da rapide, quello in cui affrontare l'ignoto delle correnti significa confrontarsi con l'istinto di sopravvivenza e con l'eventuale generosità della sorte. Ma Franchini, splendido miniaturista di caratteri e tipologie, parlando di rapide e gommoni e discese mozzafiato porta invece il lettore al confronto col proprio intimo coraggio; ogni personaggio è un modello di vita comune, e tutto diventa banale, provvisorio, nostalgico come la chiusura del campo base presso cui tutta questa variegata umanità ha trovato spazio per anni coi suoi sogni e col racconto - spesso leggendario come lo sono le velleità mai ripagate - di imprese al limite dell'ùnpossibile. il mito illusorio che salvaguarda dal silenzio, dalla fine, dalla vita che, comunque, «è tanto più complessa pensarla che viverla». Così - sembrerà strano - riusciamo quasi ad esaltarci di malinconia seguendo le fasi d'attesa dell'incontro finale che mette di fronte due scuole di thaiboxe, disciplina di combattimento in cui si ritrovano a cercare glorie provinciali le più sgangherate tipologie dell'hinterland umano, nel bellissimo racconto «Sudore». Palestre rabberciate, sogni mancati, miti che diventano tali solo attraverso i racconti esaltati dalla patina degli anni. Le storie private dell'allenatore Tenconi, dei gladiatori di periferia Bracci, Traverso, Cifra, Cazzi Miei e gli altri, si fanno romanzo nel romanzo, accurata e limpida rievocazione di un mondo triste come un circo senza spettatori, in cui solo i ricordi tengono in piedi il miraggio di esistere. «Ghiaccio» ci porta infine ai tremila metri delle settimane bianche, dove imparare la disciplina dello sci può rappresentare - per un Francesco Esente sulla via del disarmo esistenziale - la strada per trovare, forse, nuove certezze nella convinzione che, cambiando, si può ancora tornare a galla. Senza più essere gli stessi, comunque. Un bel regalo di vita, questo libro di Franchini; un'antologia delle più comuni insofferenze umane, dove lo sport è inteso come tramite per la ricerca di nuove sicurezze, limitandosi però spesso a rappresentare un intervallo di gruppo prima di tornare al solitario silenzio della sconfitta, o maturare la convinzione di poter sopravvivere - comunque anche senza sogni. Sergio Pent ACQUA, SUDORE, GHIACCIO Antonio Franchini Marsi/i'o pp. 276 L. 26.000