SANGUE NEBBIA E MUSIC HALL di Masolino D'amico

SANGUE NEBBIA E MUSIC HALL SANGUE NEBBIA E MUSIC HALL Ackroyd, pastiche vittoriano IOGRAFO di Eliot e di Dickens, anche come romanziere Peter Ackroyd ha sempre molto attinto alla storia letteraria inglese per i suoi brillanti pastiches, fra cui un diario apocrifo di Oscar Wilde, una elucubrazione sul famoso quadro di Alfred Wallis raffigurante la mòrte del poeta Chatterton, un racconto sul misterioso scienziato e occultista elisabettiano John Dee. Il Libro oggi tradotto come La leggenda del mostro di Limehouse, del 1994, è un omaggio ai cosiddetti «shilling shockers», i popolari polpettoni vittoriani grondanti sangue e avvolti daUe nebbie di Londra. Il titolo originale, «Dan Leno and the Limehouse Golem», nomina solo una delle molte celebrità che vi compaiono, un entertainer di music hall diventato proverbiale per i suoi travestimenti, LA LEGGENDA DEL MOSTRO DI LIMEHOUSE Peter Ackroyd trad. T. Dobner Frassinelli pp. 300 L. 32.000 soprattutto in abiti fenuninili Fra gli altri personaggi autentici le cui strade si incrociano nell'anno 1880 in cui avvengono i fatti principali (non senza qualche forzatura di date, Oscar Wilde per esempio non aveva ancora scritto nessuna delle opere che qui gli vengono attribuite, e lo stesso Dan Leno viene fatto nascere dieci anni prima del tempo) sono George Gissing e Karl Marx, che senza conoscersi passano giornate intere nella sala di lettura del British Museum, il primo ventenne e poverissimo, nonché sposato con una prostituta alcolizzata, il secondo anziano e dedito a lunghe passeggiate notturne. Compare perfino, come feto ancora nel ventre materno, Charlie Chaplin, i cui genitori, comici disoccupati, abitano certe stanze dov'era vissuto il clown Grimaldi c dove ora si reca in pellegrinaggio l'emulo di costui Dan Leno, il quale si intenerisce davanti alle loro condizioni e manda il proprio medico a curare la gestante. Il Golem del titolo inglese è il crudele robot delle leggende ebraiche, al quale ora la fantasia della gente stimolata dai giornali attribuisce una serie di raccapriccianti delitti che avvengono nel quartiere ebraico di Limehouse, zona del depresso East End, delitti che ricordano le imprese del qui non nominato Jack lo Squartatore, e il cui autore noi, ma non le autorità ufficiali, scopriremo, secondo la consuetudine, solo nelle ultime pagine. Gli assassini! - le vittime sono passeggiatrici, ma anche un colto vecchio israelita che vive solo, e un rigattiere con la moglie e le figliolette - sono vividamente descritti nel diario scritto da qualcuno che ne ha notizie di prima mano, ma queste pagine sono solo una componente del libro, di cui fanno parte, oltre agli interventi di un narratore anonimo e onnisciente, la voce autobiografica di una donna condannata all'impiccagione per l'avvelenamento del coniuge, e gli stralci degli atti del processo per questo omicidio. Gradatamente sullo sfondo di tante vicende intrecciate prende corpo quella della protagonista, l'avveleratrice Elizabeth, che prima di sposare il giornalista e aspirante scrittore John Cree ha avuto un'esistenza movimentata e interessante nel mondo del teatro di varietà, appunto al seguito di Dan Leno, di cui per qualche anno è stata partner fissa in una serie di duetti. Nata nei bassifondi da una madre folle e miserabile, Lizzie era stata messa dalla morte di questa nella condizione di potersi gestire da sola, trovando quasi subito lavoro sul palcoscenico, dove aveva saputo sfruttare il suo talento mimico e canoro, e anche la sua segreta passione per i trave stimenti. Le frustrazioni dell'infanzia le avevano infatti dato un orrore inconfessato per la prò pria condizione femjninile, risultante nell'incapacità ad accettare l'intimità con qualsiasi membro del sesso opposto... Ma non è il caso di riordinare materiale che l'autore offre con deliberati frazionamenti e spostamenti temporali e geografici, nonché gustose digressioni per i cammei degli uomini illustri nascosti nella folla. Sinistra e fatiscente a dovere è comunque l'atmosfera della metropoli dei vicoli e dei lumi a gas, e benché inevitabilmente sofferente nella traduzione (ci sono rime, doppisensi, ecc.), la descrizione degli sketches volgarotti che offrono qualche momento di chiassosa evasione ai suoi abbrutiti abitanti la completa suggestivamente. Masolino d'Amico LA LEGGENDA DEL MOSTRO DI LIMEHOUSE Peter Ackroyd trad. T. Dobner Frassinelli pp. 300 L. 32.000

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