GIOVANI CINESI VITE D'AZZARDO

GIOVANI CINESI VITE D'AZZARDO ICEilM GIOVANI CINESI VITE D'AZZARDO Wang Shuo, una rivelazione SCHERZANDO COL FUOCO Wang Shuo traduzione di Rosa Lombardi Mondadori pp. 300 L 26.000 A brillato come una star al recente convegno «Uno sguardo a Oriente», organizzato a Torino dal Premio Grinzane Cavour, ha animato i lavori con la carica travolgente, con le battute e con una relazione incentrata sull'ipocrisia degli intellettuali e della classe dirigente del suo Paese. E' Wang Shuo, lo scrittore cinese anarchico, ribelle, anticonformista spregiudicato, che, in patria, ha messo in subbuglio il mondo letterario (e non solo). Un fenomeno, secondo la sinologa Maria Rita Masci: quarantenne corpulento nato a Nanchino, viso rotondo con capelli corti a spazzola, autore di una trentina tra romanzi e sceneggiature televisive e cinematografiche, molto popolare in Cina, dove i suoi libri sono stati venduti in milioni di copie. Un lupo grigio che non appartiene a nessuna delle numerose correnti letterarie delle numerose correnti letterarie che si sono formate nel ventennio successivo alla morte di Mao. In una intervista egli stesso ha dichiarato di non far parte di «gruppi, fazioni, chiese, confraternite, camarille, club, associazioni». Una mina vagante che galleggia al di fuori di tendenze e di ideologie e puntuale è intervenuta la censura politica: le sue opere sono state definite «reazionarie, volgari, individualiste, depravate». Secondo il New York Times è il (Jack Kerouac cinese». Mondadori ha pubblicato un suo romanzo del 1989 (l'anno di Tienanmen), Scherzando col fuoco, tradotto con cura tenace da Rosa Lombardi. Egregiamente, perché Wang Shuo mescola il dialetto popolare delle strade di Pechino, il gergo delle bande giovanili e il burocratese degli apparati di partito con effetti umoristici e dissacranti fino al sarcasmo. Con una scrittura sciolta e fluente, ricca di immagini, realistica, ma con frequenti trapassi al visionario e all'onirico, ha composto un romanzo sulla gioventù metropolitana degli ultimi anni e un romanzo di indagine, più che un poliziesco. I suoi personaggi sono ragazzi sbandati, teppisti queruli e sbruffoni dalle grandi prodezze (a parole) e dagli scarsi mezzi: pranzano nei ristoranti, si spostano in taxi, frequentano i locali notturni, vivono negli alberghi, anche di lusso, traendo i proventi per le loro scorribande da piccoli furti, vendite abusive, cambi illeciti di valuta, maneggi truffaldini con sistematiche violazioni della legalità. Il narratore in prima persona è Fang Yan, un trentenne vagabondo impenitente e scavezzacollo dalla frottola pronta, che vive di espedienti, gioca d'azzardo, aggancia le ragazze con giocosa impudenza e con immediato successo. Un giorno viene sospettato di essere l'assassino di un amico scomparso da dieci anni: uno scheletro è stato ritrovato decapitato in una zona impervia della Cina del Sud e gli indizi porta- no a lui. Inoltre egli deve colmare il vuoto di alcuni giorni durante i quali, allora, era sparito senza lasciare tracce. Per chmostrare la sua innocenza Fang Yan indaga rievocando i giorni di baldoria passati con i compagni subito dopo il congedo dalla Marina: ricostruisce i movimenti e ricollega le persone alle circostanze. L'investigazione si rivela ardua, perché gli amici, ormai integrati, chi sposato, chi diventato funzionario, chi entrato nella Polizia, sembrano giocare a rimpiattino con depistaggi continui, come se fossero concordati, e con ripetuti rimandi dall'uno/a all'altro/a, in un labirinto di intralci e trabocchetti causati da soprannomi fuorvianti, scambi di identità, sostituzioni di persone. Il lettore segue il frastornato ma vigile protagonista nella Pechino caotica del benessere, del consumismo, degli affari, non sempre puliti: percorre le grandi arterie fiancheggiate dai moderni complessi residenziali, entra negli alberghi per stranieri scintillanti di luci, con i sontuosi ristoranti in stile occidentale, con i bar iUummati a giorno, con le sale giochi multicolori, si infila nei cinema e nelle discoteche, attraversa i quartieri popolari, penetra nei vicoli e nei cortili brulicanti di persone. Nella difficile e accidentata ricerca della verità Fang Yan sembra voler mettere ordine alla propria vita. Che cosa è realmente avvenuto in quella vacanza al Sud? E chi è il falso Fang Yan che si fa passare per l'autentico? La realtà non è mai come appare e la verità è sempre sfuggente. A un certo punto la narrazione compie un'improvvisa inversione di marcia, trasformandosi in un percorso a ritroso che converge al momento del crimine. Ma chi è la vittima? E chi l'assassino? E soprattutto: perché? Angelo Z. Gatti In «Scherzando col fuoco», delitto e indagine in una Pechino labirinto di rischi Wang Shuo, lo scrittore cinese anarchico SCHERZANDO COL FUOCO Wang Shuo traduzione di Rosa Lombardi Mondadori pp. 300 L 26.000

Luoghi citati: Cina, Grinzane Cavour, Nanchino, Pechino, Torino