Clinton: il niet russo non mi fermerà

Clinton: il niet russo non mi fermerà Kofi Annan invia a Baghdad una squadra di ispettori Clinton: il niet russo non mi fermerà E nella «lista degli alleati» non c'è l'Italia WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Un nict della Russia non può essere un no per gli Stati Uniti, non in queste circostanze». Così Bill Clinton sgombera il campo da ogni possibile equivoco dopo le tensioni emerse nei giorni scorsi: sulla questione irachena Mosca non ha un diritto di veto e Washington, se necessario, farà da sé. «Ho fatto i salti mortali in questi ultimi mesi per trovare uno sbocco diplomatico alla crisi», ha detto il Presidente. «E ritengo che se alla fine la diplomazia fallirà, non potremo semplicemente lasciare le cose come stanno e tornarcene a casa». E mentre Clinton alzava il tono della retorica anti-Saddam, la macchina militare americana continuava a rafforzare la sua presenza nel Golfo in vista di un massiccio attacco che potrebbe essere scatenato già alla fine della settimana prossima. Altri sei caccia F16, sei cacciabombardieri F-117 e sei bombardieri B-52 sono stati dislocati ieri nella regione. Il capo di stato maggiore Henry Shelton ha informato il Congresso che i militari hanno messo a punto un .piano «sincronizzato» che prevede l'uso di mìssili Cruise (lanciati sia dai bombardieri che dalle navi) e di bombe sganciate da cacciabombardieri «invisibili» F-117. Il piano prevede anche - ha aggiunto il generale - «la perdita di nostri uomini». Nei giorni scorsi l'entusiasmo del Congresso si è raffreddata soprattutto di fronte alla vaghezza degli obiettivi. Una risoluzione di sostegno che sembrava cosa fatta due settimane fa non è stata nemmeno introdotta al Senato. Ieri Sandy Berger, il consigliere per la Sicurezza nazionale, ha cercato di chiarire al meglio quali sono quegli obiettivi: danneggiare e ridurre «significativamente» la capacità di Saddam Hussein di produrre anni di distruzione di massa e di usarle contro i suoi vicini. Ma nessuno a Washington si illude che una campagna anche di qualche settimana metterà in ginocchio Saddam Hussein. Per questo, ha detto Berger, è possibile che un altro attacco sia necessario nel giro di poco tempo. E comunque la comunità internazionale si deve abituare all'idea di tenere Saddam Hussein «chiuso in una scatola» negli anni a venire. Berger ha anche notato con soddisfazione che l'elenco dei Paesi disposti a dare una mano a Stati Uniti e Gran Bretagna sid piano militare cresce ogni giorno. «Germania, Spagna, Portogallo, Danimarca, Olanda, Australia, Canada, Nuova Zelanda, Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria», ha detto Berger leggendo una lista in cui l'Italia era vistosamente assente. Il ministro degli Esteri Lamberto Dini incontrerà Madeleine Albright lunedì a Washington per precisare meglio la posizione italiana, che in questa fase appare ancora sfuocata rispetto a quella di altri Paesi europei. Certo, non è escluso che il tentativo di trovare una soluzione diplomatica alla crisi funzioni in extremis e che Saddam Hussein accetti di dare pieno accesso ai siti presidenziali. In attesa che si creino le condizioni per una sua missione a Baghdad, il Segretario generale dell'Orni Kofi Annan ha de¬ ciso di inviare nella capitale irachena una squadra «tecnica» col compito di preparare le cartine degli otto siti che il regime di Saddam Hussein ha interdetto agli ispettori dell'Unscom. E' stato lo stesso n. 1 del Palazzo di Vetro a annunciare l'iniziativa, ieri sera al termine di un incontro con gli ambasciatori dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Russia e Francia hanno fatto pressioni su Annan perché si rechi a Baghdad per cercare di trovare imo sbocco pacifico alla crisi, ma il Segretario generale ha ribadito che il viaggio avrà luogo solo se esisterà «una ragionevole possibilità di successo». L'equipe tecnica dovrebbe essere a Baghdad entro domani. «Prevedo ha detto Annan - che il suo compito sarà esaurito nel giro di 3-4 giorni». Ma gli americani sono scettici che un accordo possa essere raggiunto. L'amministrazione sembra orientata soprattutto a preparare l'opinione pubblica per l'intervento militare. La Albright, Berger e il segretario alla Difesa William Cohen andranno mercoledì in una città del Midwest non ancora identificata per spiegare al Paese le ragioni dell'intervento. Andrea di Robilant Il Presidente duro in tv, mail capo di Stato maggiore prevede la «perdita di nostri uomini» ma Lunedì Lamberto Dini dalla Albright per ricucire Pronti i bombardieri «invisibili» e i B-52 A Baghdad iraniane si esercitano con I fucili. mentre dalla base di Barksdale {Louisiana) gli Usa muovono IB-S2 a Sabato 14 Febbraio 1998 3 squadra di ispettori ini cucire ri Baghdad aniane esercitano on I ucili. mentre alla base i Barksdale Louisiana) li Usa muovono B-S2