La Corte boccia le Poste
La Corte boccia le Poste «Siamo al degrado» La Corte boccia le Poste ROMA. Sul fronte delle Poste, siamo al «degrado». Ad usare questo termine forte è la Corte dei Conti, in un'anabsi sul bilancio '96 dell'ente diretto da Enzo Cardi. Nel rapporto consegnato al Parlamento sono pochi i settori che si salvano: ritardo nel recapito deba corrispondenza, «lentezze e vetustà» nei servizi finanziari, carenze organizzative, «file» agli sportelli, si accoppiano - dice la Corte - con l'attuazione di manovre tariffarie finalizzate alla copertura delle perdite di bbancio, ah'inefficacia del sistema dei controbi, aba scarsa trasparenza, alla inadeguatezza e a volte alla totale assenza dei presupposti contabbi. La Corte ha anche spulciato nei costi del personale e scoperto quattordicesime elargite ai dipendenti senza presupposti «premiab» né di servizio, e contratti rinnovati recuperando tassi d'inflazione superiori a quebi fissati daba legge. L'Ente, insomma, secondo la Corte, è di fronte ad un bivio: procedere con la trasformazione in SpA «non risolutiva», come accaduto per le Fs, oppure ripensare tutta la sua strategia. I magistrati contabbi non gettano la croce addosso ab'attuale dirigenza che - dicono - ha anzi adottato alcune migborie, ma parlano di «grovigbo di anomalie». «Il processo di privatizzazione - ammonisce la Corte - non ha avuto e non potrà avere nelle presenti condizioni, concreti sviluppi»: la relazione sobecita quindi il governo «ad emanare apposite direttive affinchè si possa liberamente procedere all'adozione di urgenti misure correttive e significative per restitube al Paese, senza aggravi per le pubbbche finanze, l'erogazione di servizi postali efficienti, trasparenti, a prezzi abbordabib». Servono rimedi forti per frenare una situazione molto grave. La strategia suggerita daba Corte dovrà invece puntare ab'assegnazione ai privati della raccolta, della distribuzione e della consegna deba posta nelle zone «non appetibbi» e potrà anche essere presa in considerazione la «separazione dei servizi finanziari da attribuire ai privati», concentrando ogni energia nel settore meramente postale.
Persone citate: Enzo Cardi
Luoghi citati: Roma
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