Il ruggito di Mosca: non toccate l'Iraq di Andrea Di Robilant

Il ruggito di Mosca: non toccate l'Iraq Sergeyev attacca Cohen: «Lì abbiamo interessi vitali, capite le conseguenze di un raid?» Il ruggito di Mosca: non toccate l'Iraq Usa-Russia, duello al Cremlino tra i ministri della Difesa WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Americani e russi sono ormai ai ferri corti sull'Iraq. E un massiccio intervento militare degli Stati Uniti contro Saddam Hussein appare ogni giorno più probabile. Il dissenso tra Washington e Mosca è esploso in pubblico ieri quando il segretario alla Difesa William Cohen ha ricevuto una strigliata da parte del suo collega russo Igor Sergeyev, per di più davanti ai giornalisti. «L'America è davvero pronta alle conseguenze di una sua azione militare?», ha chiesto Sergeyev senza tanti giri di parole. «La sua rigida posizione sulla vicenda irachena davvero contribuisce alla stabilità e alla sicurezza del mondo? Noi siamo molto preoccupati dalle possibili conseguenze di un'azione americana sui rapporti tra Russia e Stati Uniti in campo militare». «Purtroppo - ha aggiunto il ministro russo - la crisi coinvolge interessi vitali della Russia e di altri Paesi della regione». Ma i colloqui a porte chiuse tra i due sono stati molto più tranquilli e produttivi, secondo quanto hanno dichiarato alcuni partecipanti. Tanto che a molti l'uscita polemica di Sergeyev contro Cohen davanti alle telecamere è sembrata soprattutto un pezzo di teatro per mettere in difficoltà l'ospite americano. E per tentare di distogliere l'attenzione dall'imbarazzante rivelazione del Washington Post secondo cui gli ispettori Onu avrebbero trovato documenti relativi ad un contratto di vendita dalla Russia all'Iraq di materiale necessario allo sviluppo di armi batteriologiche. Il portavoce del ministero de¬ gli Esteri russo Gennady Tarasov ha accusato il quotidiano americano di far circolare «crude invenzioni». H Washington Post non ha citato fonti e non ha spiegato perché questa notizia salta fuori solo adesso visto che i documenti furono trovati lo scorso autunno. Cohen non ha voluto commentare la notizia e si è limitato a dire che le Nazioni Unite dovranno occuparsene. Insomma, le acque si intorbidiscono e gli sforzi diplomatici si sfilacciano, con i russi che ogni giorno tirano fuori una nuova idea - l'ultima è quella di affiancare aerei-spia russi agli U2 americani - ma senza far emergere una proposta com¬ plessiva che permetta di uscire dalla crisi. Gli iracheni, da parte loro, continuano a fare rivendicazioni e a porre condizioni così palesemente in contrasto con le risoluzioni Onu che le speranze di un rinsavimento in extremis di Saddam Hussein sono ormai ridotte a quasi niente (e il silenzio dei francesi, così attivi fino a pochi giorni fa, la dice lunga sulle scarse chances di una soluzione diplomatica). Il segretario di Stato Madeleine Albright ha alzato di un altro grado la retorica anti Saddam annunciando alla Camera l'intenzione di incriminarlo per crimini di guerra: «L'Iraq starebbe meglio senza di lui», ha detto. Anthony Zinni, il generale dei marines che guida le operazioni nel Golfo, dice che gli Stati Uniti saranno pronti a colpire tra una settimana. Ma è possibile che un ultimissimo tentativo di mediazione da parte del segretario generale Kofi Annan la settimana prossima faccia slittare l'offensiva. In un primo tempo si era parlato del 17 febbraio. Ora si parla di una data attorno al 26 febbraio, quando ci sarà la luna nuova e il cielo sarà buio. L'obiettivo - ribadito in più occasioni dalla Albright - sarà quello di ridurre drasticamente la capacità di Saddam Hussein di ricostruire un arsenale di armi letali. Ma questo obiettivo di per sé non soddisfa il Congresso, che vorrebbe dall'amministrazione Clinton una strategia più precisa e completa prima di approvare una risoluzione di sostegno ad un eventuale attacco americano. Due settimana fa la risoluzione sembrava cosa fatta, ora molti congressmen sembrano avere più dubbi di prima. Andrea di Robilant Accuse da Washington «Avete venduto a Baghdad le chiavi della guerra batteriologica» Per l'attacco si attende la luna nuova Il 26 febbraio il cielo sarà buio