In Sudan rogo di gerarchi sul jet

In Sudan rogo di gerarchi sul jet ArRiCA Nel Sud del Paese, fra le vittime il vicepresidente, un ministro e generali In Sudan rogo di gerarchi sul jet / ribelli: «Lo abbiamo abbattuto noi», otto morti IL CAIRO NOSTRO SERVIZIO E' di otto morti il bilancio della sciagura aerea avvenuta ieri nel Sudan meridionale. Un aereo militare con a bordo alcuni dirigenti del regime e alti ufficiali è precipitato durante l'attcrraggio ad Al-Nasir (800 chilometri a Sud della capitale Khartum) ed è finito nel fiume Sobat disintegrandosi. Al momento dell'atterraggio imperversava una tempesta. Ma la guerriglia si è attribuita la responsabilità dell'incidente che ha decapitato il vertice sudanese. E' rimasto ucciso il numero 2 del regime, generale Zubair Mohamed Saleh che occupava la carica di vicepresidente. Con lui sono deceduti altri sette ufficiali, tra i quali Mussad Sayed Ahmed, responsabile del consiglio per la pace; uno degli ex dirigenti della ribellione nel Sud Arok Thon Arok, passato nelle file dei governativi dopo aver sottoscritto un anno fa un accordo di pace con Khartum. Salvi per miracolo invece il ministro dell'Informazione, Ibrahim Mohamed Kheir, e il ministro della Zootecnia, Mussemussa el-Makuol. Gli esponenti del regime erano impegnati in un giro di ispezione al fronte nel governatorato di Bahr elGazal dove da giorni infuriano i combattimenti fra l'esercito e i guerriglieri separatisti dell'Spla. Il portavoce di questo gruppo a Nairobi, Justin Yaak, non ha perso tempo e ha rivendicato l'abbattimento dell'aereo da parte dei ribelli mentre sorvolava la zona senza però fornire delle prove. Questa versione contrasta con quella del governo che ha attribuito l'incidente alla scarsa visibilità nell'area attorno al fiume, dovuta al maltempo. Inoltre la regione di elNasir è sotto il controllo di un altro capo della ribellione, Rayak Mashar, passato nelle file dei governativi. Il presidente sudanese, generale Hassan al-Bashir, in un discorso televisivo alla nazione ha definito il suo vice «un martire per aver coni¬ battuto per la causa di Dio e per la pace». In effetti per al-Bashir si tratta di una grave perdita. Il generale el-Zubair era considerato l'ufficiale di collegamento tra l'esercito e il fronte islamico dello sceicco Hassan elTurabi, il partito unico che dal 1989, data del colpo di Stato, ha stretto un'alleanza di ferro con la giunta militare. E aveva partecipato alla stipula degli accordi di pace con le fazioni sudiste distaccatesi daU'Spla. La tragedia di ieri ha pure assestato un duro colpo agli sforzi della giunta per la pacificazione nel Sud. Nella sciagura è perito anche Arok Thon Arok, che aveva rotto i ponti con la guerriglia Spia firmando l'intesa di pace con il Nord insieme con altre sei fazioni sudiste. Adesso sono rimasti pochi gli alleati di al-Bashir. L'ultimo smacco è stata la clamorosa defezione dell'altro esponente dell'Spla, Kerubino Kawaeyin Boi, il quale recentemente era rientrato nei ranghi dell'Spla e come prova di fedeltà aveva preso parte alla recente offensiva a Wau, caposaldo governativo nel Sud. Ibrahim Reffat li vicepresidente sudanese Zubair Mohammad Saleh

Persone citate: Arok Thon Arok, Bahr, Ibrahim Mohamed Kheir, Ibrahim Reffat, Justin Yaak, Mohammad Saleh, Sayed Ahmed, Thon, Zubair Mohamed Saleh

Luoghi citati: Il Cairo, Sudan