Da Tripoli 100 miliardi per il latte italiano
Da Tripoli 100 miliardi per il latte italiano Primo incontro a Roma con i Cobas Da Tripoli 100 miliardi per il latte italiano Proposta la creazione di una zona franca per la produzione destinata a Gheddafi ROMA. I vertici deba Camera di Commercio italo-libica hanno incontrato ieri i rappresentanti dei Cobas del latte e deba Coldiretti, trovando attenzione nei confronti deb'offerta di Tripob di acquistare le quote in eccedenza rispetto ai bmiti fissati dab'TJe. Per superare gb ostacob dei regolamenti europei al possibile accordo italo-libico i Cobas hanno anche avanzato una proposta: creare sul territorio itabano una «zona franca» dove produrre «latte libico» dopo l'acquisto di aziende in difficoltà o già dismesse. Vilmare Giacomazzi, presidente dei Cobas del latte, ha guidato la delegazione composta anche dal suo vice, Ferruccio Morandini, dal consulente Bruno Giusti e da Stefano Brutti. «Abbiamo avuto con i libici un vasto scambio di vedute racconta Giacomazzi - perché riteniamo verosimile la loro ipotesi di acquisto e, per superare gli ostacob dei regolamenti europei riguardo aba produzione europea, abbiamo suggerito una via possibile, queba di istituire una zona franca». Di cosa si tratta esattamente? «Di creare un'area in Itaba dove i libici siano produttori a pieno titolo e che non rientri legalmente nebe quote a noi assegnate da Bruxelles», risponde Giacomazzi, che poi aggiunge: «Tutto dipenderà però daba volontà pobtica di creare questa zona franca e daba volontà specifica di raggiungere gb accordi proposti». Antonio Loche, presidente deba Camera di Commercio italo-libica, ed b suo partner di Tripob, Mahmud Sarraj, hanno ascoltato con attenzione gli ospiti. «Il loro sostegno è cruciale per dar seguito aba proposta di Tripoli», dice Loche. Il colonnebo Muhammar Gheddafi intanto qualche passo l'ha già fatto: «L'esecutivo deba Jamahiriya ha dato via libera aba Banca cen¬ trale libica - dice Loche - per mettere a disposizione deba finanziaria Lafico la cifra di 100 miliardi di lire per l'acquisto di latte italiano». La Libia è molto interessata aba trattativa: Tripoli spende ogni anno cento mihoni di dobari (1700 mibardi di lire) per acquistare latte canadese (80 per cento) ed austrabano (20 per cento) che deve però essere sottoposto ad un lungo tragitto che la vicinanza debe coste itabane potrebbe eliminare. Ecco perché con l'assegno da 100 mibardi di lire in mano arriverà a Roma b 27 febbraio il presidente deba Lafico, Mohammed al Weig, preceduto da una delegazione di due esperti incaricata di preparare un possibbe accordo multilaterale con b ministero debe Risorse Agricole, Cobas, Coldiretti e grandi aziende produttrici. «Stiamo preparando una dettagbata relazione - dice Giacomazzi - suba nostra produzione di latte che presenteremo ai vertici deba Lafico, aspettando da loro chiarimenti rispetto aba necessità di non violare in al cuna maniera le vigenti normative europee». La Coldiretti definisce «informa le» l'incontro con i libici a cui era no presenti Pietro Sandab, capo dell'area ecoomica, e Giuseppe Ardizzoni, responsabile dell'Emilia Romagna per le quote-latte. «La Coldiretti - fa sapere la Camera di commercio italo-libica - ha mo strato interesse, indicando come più percorribile la via della vendi ta di latte in polvere, la cui destinazione è o all'esportazione o agli alimenti per gb animab». «Certo la Coldiretti pensa al latte in polvere - commenta Giacomazzi - ma a nostro avviso potrebbe essere un errore perché b cuore del nostro problema con l'Unione europea è la produzione viva di latte». Maurizio Molinai i
Luoghi citati: Bruxelles, Emilia Romagna, Libia, Roma, Tripoli
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