A giudizio De Benedetti e Craxi

A giudizio De Benedetti e Craxi APPALTI A giudizio De Benedetti e Craxi Nell'inchiesta sulle «traversine d'oro» mm UN ALTRO SCANDALO B ROMA ETTINO Craxi e Carlo De Benedetti, eterni duellanti della Prima Repubblica, sono stati entrambi rinviati a giudizio per vecchi appalti delle Ferrovie. Un'inchiesta che è passata alla storia di Tangentopoli come Traversine d'oro. Negli ultimi anni aveva indagato il pm Giuseppe Pititto. Ieri la decisione del gip Muntoni. Il processo comincia nel maggio prossimo. Craxi deve rispondere di finanziamento illecito ai partiti. De Benedetti di corruzione. All'imprenditore Carlo De Benedetti, il pm Giuseppe Pititto ha contestato di aver versato centinaia di milioni all'ex direttore generale del ministero dei Trasporti Arnaldo Chisari, nel frattempo deceduto. Tangenti che risalgono al periodo 19841992. De Benedetti, all'epoca patron dell'Olivetti, secondo l'accusa, cercava informazioni di prima mano sui progetti delle ferrovie, in modo che le sue aziende elettroniche potessero predisporsi in anticipo e batte- re la concorrenza agli appalti. Chisari, a sua volta, fungeva da collettore di tangenti per i partiti politici. Sul versante dei partiti, rinviato a giudizio per il momento è il solo Craxi: l'ex leader socialista avrebbe preteso una tangente dello 0,5 per cento su un appalto da 900 miliardi. La posizione di Severino Citaristi, ex tesoriere della de, sarà esaminata nei prossimi giorni: si sarebbe fatto pagare in natura chiedendo la ristrutturazione dell'immobile di via della Camilluccia, di proprietà della de, sede di memorabili «caminetti» tra notabili del partito. Ma intanto il banchiere Pacini Battaglia, in carcere a Milano per un altro scandalo legato agli appalti delle Ferrovie (lo scalo Fiorenza), racconta che mandò soldi alla figlia di Citaristi su una banca estera. Lo ha ammesso lo stesso Citaristi: «Non so esattamente per quale motivo Pacini fece queste ìimesse, che dovrebbero essere avvenute su una banca di Quito. Sapevo che mia figlia in tempi lontani ha dato del denaro a Pacini per investimenti. Non saprei dire di più. Proverò a chiederlo». Per quanto riguarda il versante delle tangenti rosse alle Traversine d'oro, invece, l'ex segretario amministrativo del pei Renato Pollini (indagato insieme al suo collaboratore Vittorio Brilli e a Giulio Caporali, rappresentante del pei in consi- glio di amministrazione alle Ferrovie) è stato assolto per uno dei capi di imputazione; altri reati sono caduti in prescrizione. Le società che risultarono favorite furono la «Astaldi», la «Fatme», la «Sasib», la «Sae». Tra i rinvìi a giudizio risultano alcuni incaricati di pubblico servizio che sono venuti meno ai loro doveri. L'inchiesta era stata aperta dal Pool di Milano nel 1992, poi trasmessa a Roma tre anni dopo. Tra gli imputati c'erano anche Pierf'rancesco Pacini Battaglia e Rocco Trane, le cui posizioni sono state stralciate. Anche la posizione del costruttore Astaldi è all'esame del giudice per le udienze preliminari. Fa una certa impressione notare che nella massa degli indagati vi erano nove persone che nel frattempo sono decedute. Sedici imputati escono dal processo, invece, perché nel frattempo sono intervenute le prescrizioni. Secondo gli avvocati dell'im¬ prenditore, Marco de Luca e Massimo Krogh, «si tratta di vecchie contribuzioni erogate negli anni '87 e '90 a esponenti politici nel noto contesto ambientale che obbligava ineludibilmente le imprese, per sopravvivere, ad assoggettarsi a meccanismi di questo tipo. Sono fatti che lo stesso De Benedetti, in un rapporto di chiarezza con la magistratura e assumendosi al più alto grado tutte le sue responsabilità, anche quelle inerenti vicende a lui non note, denunciò spontaneamente nel 1993 alla procura di Milano». [fra. gri.] Processo a maggio per tangenti nel periodo '84-'92 I legali dell'imprenditore «La prima denuncia l'abbiamo fatta noi» A sinistra l'ex leader del psi Bettino Craxi A destra Carlo De Benedetti

Luoghi citati: Milano, Roma