Dimenticata in cella, s'impicca di Chiara Carenini

Dimenticata in cella, s'impicca Arezzo: era stata arrestata per aver causato un rogo in cui rischiò di morire con il figlio Dimenticata in cella, s'impicca Era in isolamento da 4 mesi AREZZO. Chi si ricorda di Patrizia, 40 anni appesi ad un asciugamano in una cella di isolamento del carcere di Arezzo? Chi si ricorda di quell'incendio che la portò là, di quelle quattro mura senza la consolazione di suo figlio, della depressione che l'ha scavata dentro? Chi si ricorda di Patrizia Rossi, 40 anni, aretina, madre di un bimbo avuto otto anni fa, non moglie ma semplicemente donna. Era il 26 settembre del 1997 quando dopo una crisi di nervi le fiamme si sprigionarono alte nel suo appartamento. I vigili del fuoco salvarono lei e il suo piccolo. I vicini di casa dissero che Patrizia aveva avuto una crisi di nervi. Per Patrizia dopo la crisi, dopo la paura delle fiamme, il carcere. La procura di Arezzo dispose la carcerazione preventiva della donna accusandola di incendio doloso, in attesa del processo il piccolo venne affidato al padre naturale. Per Patrizia la solitudine, che in quei casi scava dentro più di una goccia le pietre di un fiume. La solitudine, per Patrizia, era soprattutto la mancanza di suo figlio, del bimbo che aveva avuto nonostante tutto e nonostante tutti. Patrizia non era una donna forte. E le sue spalle e il suo cuore non hanno retto alla solitudine e al peso di una carcerazione preventiva che non finiva mai e che con sé non portava mai notizie. Quattro mesi. Chi ha dimenticato Patrizia nella cella del carcere di San Benedetto, Arezzo, chi ha di menticato di depositare agli atti una perizia psichiatrica che forse l'avrebbe potuta salvare? Chi ha dimenticato di tenderle una mano, di ascoltare lei? Chi ha dimenticato Pa trizia? E' questa la domanda compresa nell'interpellanza che il senatore dei verdi Stefa no Boco ha presentato al guardasigilli Flick. «Alla donna non è stata prestata alcuna assi stenza medica o psichiatrica nonostante la sua prostrazio ne nervosa aggravata da una difficile situazione economica e affettiva». Il senatore Boco vuol sapere «se è rispondente a criteri di umanità e di tutela dello Stato di diritto l'imposizione del carcere a persona palesemente instabile di mente». Chiede Boco «un'ispezione ministeriale al tribunale di Arezzo». Per sapere. Per sapere chi ha dimenticato Patrizia per quattro lunghi mesi, per sapere chi non abbia ritenuto di doverla aiutare in qualche modo, per sapere se quel maledetto incendio è stato doloso, se è stato provocato da lei, oppure se si è trattato di una fatalità doppiamente tragica. «Non vogliamo che Patrizia venga violentata ancora, non vogliamo che sia uccisa ancora una volta». I verdi, prima di diffondere questa notizia, ci hanno pensato bene. «L'abbiamo fatto con il cuore pesante - dice Fabio Roggiolani, responsabile del gruppo verdi regionale -. Non ci fate parlare, non vogliamo che si scavi nella vita privata di Patrizia». Perché Patrizia è morta, si è uccisa nella cella di isolamento di un carcere che è quello di Arezzo, ma potrebbe essere un carcere qualunque. Perché se a cose normali il suicidio è una terribile scelta, il dover morire per scrollarsi di dosso la solitudine, la paura di un carcere, la mancanza di amore, il senso di abbandono assume il brutto sapore di un omicidio. Resta da capire, e questo il senatore Boco lo chiede al ministro di Grazia e Giustizia, chi si è dimenticato di Patrizia, chi, pur essendone in dovere, non l'ha aiutata. Poi tutti dovranno ricordare questa donna, dovranno ricordare il suo piccolo, la sua famiglia e soprattutto questa storia, perché non succeda più che qualcuno scelga di affidare il proprio destino ad un asciugamano nella cella di isolamento di un carcere. Chiara Carenini I pm avevano disposto il carcere preventivo e l'allontanamento dal suo bambino I verdi mettono sotto accusa i giudici e chiedono a Flick un'ispezione Donne dietro le sbarre: ad Arezzo una detenuta si è uccisa dopo 4 mesi di isolamento

Persone citate: Boco, Fabio Roggiolani, Flick, Patrizia Rossi, Stefa

Luoghi citati: Arezzo