L'INCONTRO A MANTOVA

L'INCONTRO A MANTOVA L'INCONTRO A MANTOVA MANTOVA DAL NOSTRO INVIATO A Giovanni Minoli, che domanda e registra per «Mixer», non sembra vero. Avere sul palco del Teatro Bibiena Francesco Cossiga e Mino Martinazzolì non è stato facile. Ma che soddisfazione quando le telecamere vanno su una platea di ex democristiani di mezza Italia e il nastro registra subito i primi bombardamenti. Le conclusioni della Bicamerale? «Minestra indigesta», dice Martinazzolì «Indigesta e maleodorante, pezzi di verdura buttati e lasciati lì...». Alle corte, la Bicamerale è proprio un bello schifo. E allora, anche se a Martinazzolì il nuovo «Centro» di Cossiga piace pochissimo, qualcosa assieme si può comunque fare. Contro la Bicamerale, ovvio. «Mino ci stai a chiedere al popolo italiano di bocciare la Bicamerale al referendum? Eccome se ci sta, il sindaco di Brescia: «Ti rispondo sì. Per il Paese l'appuntamento referendario sarebbe una grande occasione politica e civile». In prima fila Enzo Carra e Bruno Tabacci, sparpagliati Carlo Bernini, Giuseppe Zamberletti, Diego Masi l'ex ministro Gianni Fontana. Arriva l'«osservatore» Giorgio La Malfa. In mattinata, schivando il riso leghista di Vercelli, Oscar Luigi Scalfaro aveva invitato la politica a lasciar perdere le «polemiche inutili». Cossiga forse lo sa, forse no, ma basta quella frase sul minestrone da evitare. Su questo, con Martinazzoli, l'accordo c'è. C'è anche sul sistema elettorale: «Sono per il maggioritario», risponde Cossiga a Gianfranco Fini: «A meno che non croni tutto, salti il bipolarismo e non resti altro che il proporzionale». Martinazzolì si prende un brusio di malcontento: «La strada del proporzionale è la strada della nostalgia». E se Berlusconi, da Bucarest, ha rilanciato il proporzionale e le sue critiche alla Bicamerale, al patto di «casa Letta», Cossiga fa spallucce: «Si vede che non crede al bipolarismo». Martinazzoli ha il gioco più facile. Certo, Franco Marini quest'appuntanmento al Bibiena non l'ha gradito, «ma dovevo sceglie re se dare un dispiacere a Marini o Martinazzolì», dice Cossiga Martinazzoli si dice lontano, troppo impegnato a fare il sinda co, poco attirato dalla «visione apocalittica di Cossiga». Ci vorranno tempi lunghi, dobbiamo riabituarci a capire cos'è il potè re, il potere delle tecnologie e della finanza». Cossiga ha le fregole:

Luoghi citati: Brescia, Bucarest, Italia, Mantova, Vercelli