UNA LAICA IMMAGINARIA INSEGUE LA MADONNA

UNA LAICA IMMAGINARIA INSEGUE LA MADONNA Laura Bosio UNA LAICA IMMAGINARIA INSEGUE LA MADONNA w t| N libro inconsueto quello che Laura Bosio ha pubblicato da Mondadori [Annunciazione, pp. 252, L. VJ 28.000), il secondo dopo il buon esordio da Feltrinelli, quattro anni fa, con il romanzo I dimenticati. La parola «romanzo» questa volta si usa quasi con disagio, nonostante che non manchino le ragioni per non respingerla, perché i personaggi ci sono e una storia pure. Ma i fatti appartengono al piano della «quète», della ricerca mentale, interiore, piuttosto che degli accadimenti di fuori. C'è sì la storia di una donna che va cercando, ma di lei si apprendono poche cose, quasi più reticenti che essenziali: il suo rapporto con la madre morta da poco, la presenza nella sua vita di un uomo solido e discreto, i suoi giri da Volterra a Castelseprio, da Perugia a Palermo, da Venezia a Roma, per vedere delle «annunciazioni» mariane. Ma il resto è scandaglio, esplorazione, immersione nel continente multiplo e inesauribile di una figura-mondo come quella di Maria, vergine madre del Cristo, la protagonista vera di un libro che è, più palesemente di altri, libro di libri: antologia, ideario, diario, zibaldone, commentario. La discrezione dei tratti che collegano l'identità della ricercatrice alla grandiosità metamorfica della sua ricerca e della sua ricercata sono già di per sé un'indicativa scelta romanzesca. Nel passaggio dalla prima persona del proemio, che allude ad una vita «di laica immaginaria», alla terza persona in cui il libro è scritto, c'è la confenna di un bisogno di distanza che viene da una forte radice di pudore tremebondo e innamorato. Una cosa è certa: che il fascino di un «romanzo» come questo scorre intatto, indipendentemente dall'etichetta che lo può catalogare. La direzione del senso consiste nel disporsi all'incontro con un personaggio che racchiude la sua luce nella trasparenza di una paura complice (lo sgomento della donna che indietreggia all'annuncio dell'angelo è affine allo sgomento della donna che ne cerca il mistero), con un personaggio che contiene la stratificata complessità di un dono dal fascino irriducibile. Tutto nasce a partire dall'Annunciazione di Luca Signorelh nel Palazzo dei Priori di Volterra. Tutto sembra finire nell'incontro con la cartella dell'Annunciazione di un artista cubano, Wilfredo Lam, impressa dal milanese Giorgio Upiglio. Dalla Madonna di Signorelh inizia il viaggio di un'ossessione che coinvolge arte, scienza, filologia, storia, antropologia, psicanalisi, etimologia, letteratura, biblistica, poesia, mitologia. Alla Madonna di Lam, in una Milano innevata e lucente, approda - dopo tante interrogazioni - la consapevolezza di un cercare che scopre la cittadinanza indecidibile della verità. Come l'enigmatica stella del verso di Saint-John Perse con cui il libro si chiude: «E la stella apolide cammina sulle cime del secolo verde». Imparare che la paura (in cui la ricercatrice esplora la sua ricercata) è un segmento necessario della nostra esistenza: come l'oblio, come l'ansia. Che anche un viaggio così impervio e così vario come quello che Laura Bosio fa compiere al suo alter ego romanzesco diventa, come già nel primo libro, un viaggio di formazione. Il risultato resta aperto, ma chi lo insegue è maturato. Laura Bosio Giovanni Testa Laura Bosio

Luoghi citati: Castelseprio, Milano, Palermo, Perugia, Roma, Venezia, Volterra