Afghanistan: dopo la guerra, il sisma

Afghanistan: dopo la guerra, il sisma «Le colline si sono afflosciate una sull'altra». Neve e gelo isolano la regione Afghanistan: dopo la guerra, il sisma Quattromila morti nella roccaforte anti-Taleban >HERAT AFGHANKANDAHAR 1SLAMABAD. Una serie di violente scosse di terremoto ha colpito la regione di Takhar, nell'Afghanistan settentrionale, nella notte tra mercoledì e giovedì, provocando migliaia di vittime e lasciando circa cmmcucimila persone senza tetto. L'epicentro del sisma, che ha raggiunto i 6,5 gradi della scala Bichter, è stato individuato da diversi osservatori sismologici nei pressi della cittadina di Rostaq, 150 chilometri a Nord del capoluogo regionale di Taloquan. Si tratta di una zona montuosa, di difficile accesso, soprattutto in questo periodo dell'anno, visto che l'intera regione è coperta di neve e le temperature scendono durante la notte fino a dieci gradi sotto lo zero. La situazione è complicata ulteriormente dai continui combattimenti tra le forze governative dei Taleban e «l'Alleanzea del Nord», guidata dall'ex Presidente afghano Burhanuddin Rabbani, che controlla la regione. Il Nord del Paese, abitato prevalentemente dalle minoranze tagika e uzbeka, è infatti l'unica zona dell'Afghanistan a non essere ancora caduta nelle mani dei Taleban, gli «studenti islamici» che hanno instaurato un regime rigidamente fondamentalista. Secondo le prime stime, il terremoto avrebbe causato la morte di almeno 3600 persone ed il crollo di alcune migliaia di «edifici». In realtà, come ha detto il sismologo svedese Ronalkd Arvidsson dell'osservatorio di Uppsala, un terremoto di tale intensità non è infrequente in queste zone, ma data l'estrema povertà delle costruzioni, può effettivamente aver causato numerose vittime. Le scosse sono stata avvertite anche in Tagikistan, ma secondo fonti del ministero russo della protezione civile, non ci sarebbero state vittime in nessuna delle Repubbliche dell'ex Unione Sovietica. Secondo Sher Mohammed, portavoce della «Alleanza del Nord», il violento terremoto sarebbe stato seguito per diverse ore da uno «sciame sismico» che avrebbe provocato ingenti danni, e le abitazioni crollate sarebbero almeno 15 mila. «Le colline si sono afflosciate le une sulle altre, lasciando il posto ad un grande cratere», ha detto Mohammed parlando con un telefono satellitare. La Afghan Islamic Press, un'agenzia anti-Taleban che trasmette da Islamabad (Pakistan) ha riferito che «circa l'80 per cento dell'area settentrionale di Taloqan è stata distrutta, e migliaia di persone sono morte o ferite». Le zone più colpite sarebbero quelle attorno alle cittadine di Rostaq, Ganda, Chasma e Guzar Darjà. L'ex presidente Rabbani, tramite gli ambasciatori rimastigli fedeli all'Orni e nell'ex Urss, ha chiesto alle organizzazioni internazionali ed ai Paesi vicini l'invio urgente di medicinali, viveri, coperte e tende, tramite un ponte aereo che, attraverso la capitale tagika Dushanbè, dovrebbe raggiungere Mazar-i-sharif, nel Nord dell'Afghanistan. Da Ginevra la Croce Rossa internazionale e la Mezza Luna Rossa hanno annunciato di avere già inviato in Afghanistan una missione incaricata di verificare i danni, mentre la Croce Rossa Italiana ha aperto una sottoscrizione a favore delle vittime (conto corrente postale 300004, intestato alla Croce Rossa Italiana via Toscana 12 00187 Roma, «prò terremotati Afghanistan»). Anche la missione Onu di Islamabad ha già inviato squadre sul posto ed il comandante in capo dei Taleban, il «mullah» Mohammed Omar, ha «ordinato ai combattenti sulla linea del fronte di cessare il fuoco. Non devono intervenire a meno che non siano attaccati». Secondo Sher Mohammed infatti, malgrado il terremoto, i Taleban avevano bombardato Taloqan ferendo una dozzina di persone. [e. st.] TURKMENISTAN >HERAT AFGHANISTAN KANDAHAR

Persone citate: Burhanuddin Rabbani, Mohammed Omar, Rabbani, Sher Mohammed