«Mappe sbagliate» di Angelo Conti

«Mappe sbagliate» «Mappe sbagliate» L'equipaggio: la funivia non c'era sulle carte AVIANO DAL NOSTRO INVIATO Air Force o Air Brancaleone? Sconcerta un po' l'aereonautica del più potente Paese del mondo, almeno per lo scenario che emerge dalle ancora incerte indagini: aerei con gli altimetri rotti, che volano fuori rotta, con carte di bordo vecchie e imprecise, radio che non funzionano, «mission recorder» che non registrano nulla di utile. La sensazione è quella del fumo negli occhi per mascherare un errore evidente che può avere qualsiasi causa, ma che non deve soprattutto rompere gli eqinlibri internazionali, soprattutto quando c'è di mezzo la Nato. Così, dopo la tirata d'orecchie di Clinton al generale Vanderlinden, eroe della guerra del Golfo e comandante dei marines del Sud Europa, «colpevole» di avere contestato (peraltro con grande civiltà) le affermazioni del ministro Andreatta, la base di Aviano si è votata al silenzio. D'ora in poi ogni comunicazione dovrà prima essere vagliata dallo Us.Eu.Com di Stoccarda (il comando generale delle forze americane in Europa), poi dallo Us Air Force Command di Ramstein, infine dal comando della base di Aviano, Difficilmente le notizie che usciranno da questa gimkana potranno essere di un qualche interesse. Sensazione che trova conferma anche nell'atteggiamento del portavoce italiano della Base, Paolo Tarchi, che stamane è partito ner il weekend. La giornata di Aviano è vissuta nella routine di sempre, con qualche precauzione in più agli ingressi, una nuova nota del Public Affaire (la struttura portavoce del Comando) diffusa ai militari della base in cui si vieta di parlare con i giornalisti nei locali pubblici, il solito incontro con la stampa internazionale scarrozzata a riprendere decolli ed atterraggi di qualsiasi tipo di aereo, ma tenuta rigidamente all'oscuro di ogni novità. Così non è stato facile avere conferma della restituzione al comandante italiano Orfeo Durigon del «mission recorder» del «Prowler», sparito misteriosamente per molte ore giovedì, e forse «letto e corretto» da qualche esperto elettronico americano. Cosa potrà dire agli mquirenti? Difficile fare previsioni. - L'avvocato Bruno Malattia, che assiste l'equipaggio del «PÌowler» (conqtìàttro leganàmericani, giunti dagli States), ieri mattina è stato molto fermo nel difendere i suoi assistiti: «Questo è un linciaggio. Smentisco che il pilota volesse fare una bravata ed anche le voci di scommesse aviatorie. E' stato un incidente punto e basta». Motivato come? «Riteniamo che l'altimetro non fosse perfettamente funzionamente, ma il fatto clamoroso è che quella funivia non era segnata sulle due carte aeronautiche in possesso dell'equipaggio. Era solo indicata su una carta stradale. Il pilota, che volava per la prima volta su quella rotta, non sapeva cosa lo attendeva più avanti. Ed era ai comandi di un mezzo che sfiora la velocità del suono». Spiega che la volontà di chiedere il processo negli Usa, fatto che indica come scontato, è arrivata dallo stesso comando dell'Us Air Force: «Mi sono semplicemente limitato a presentare la loro istanza, sulla quale concordavano ovviamente anche i quattro ufficiali, miei assisititi». Una scelta che lo stesso avvocato definisce coraggiosa: «Certo, perchè così facendo, l'equipaggio sarà giudicato da una corte americana in tempi molto brevi. Se l'istruttoria fosse rimasta in Italia i tempi si sarebbero di gran lunga allungati. Fra l'altro con esito processuale incerto, considerato che l'unico precedente italiano è quello del processo ai piloti della pattuglia tricolore, responsabile della sciagura che a Ramstein provocò 50 morti. Non mi risulta che ci siano state condanne». Stamane, comunicato stampa dei piloti del «Prowler»: respingeranno anche loro ogni ipotesi di war game. Angelo Conti

Persone citate: Andreatta, Bruno Malattia, Clinton, Orfeo Durigon, Paolo Tarchi, Public, Vanderlinden

Luoghi citati: Aviano, Europa, Italia, Stoccarda, Usa