Larizza: mi fido di Prodi di Roberto Ippolito

Larizza: mi fido di Prodi Larizza: mi fido di Prodi «Orario ridotto solo dove è possibile» IL CASO UNA LEGGE CONTROVERSA BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO Fiumi di parole. Come in tutti i congressi. Ma in quello della Uil, in corso da mercoledì a Bologna, una sola parola fa sobbalzare: crisi. Ha il coraggio di pronunciarla un ospite di riguardo, il segretario della Cgil Sergio Cofferati. E poco importa che la pronunci per avvertire che (da crisi di governo sarebbe una sciagura» e per mettere le mani avanti: «Spero non ci sia». Ormai la parola è pronunciata. E che ci sia il rischio di crisi, se non aria di caduta del governo, a causa della controversa questione delle 35 ore, diventa quasi un dato di fatto. Del resto lo stesso Cofferati confessa a quattr'occhi: ((Temo moltissimo l'instabilità. Sono molto preoccupato». E tutto perché non si riesce a intravedere alcuna soluzione valida almeno per cominciare a discutere la preparazione del disegno di legge per la riduzione dell'orario che il governo di Romano Prodi ha concordato con Rifondazione comunista di presentare. A ottobre, quando l'accordo fu sottoscritto, Prodi salvò la vita del governo. E ora cosa farà? Come riuscirà a varare il disegno di legge sgradito ai sindacati e osteggiato dalla Confìndustria? Qualche risposta oggi stesso Prodi potrebbe darla dal palco del Palazzo dei congressi di Bologna dove interverrà al pomeriggio. Intanto Cofferati gh fa presente che «se l'accordo di ottobre viene disatteso si possono produrre elementi di rottura che potrebbero portare a una crisi». Soddisfare Rifondazione, al tempo stesso accontentare tutta la maggioranza di governo e non passare sulla testa di Cgil, Cisl, Uil e Confìndustria (che rivendicano il diritto alla libera contrattazione in materia di orario): è un'impresa quasi disperata. Perciò il leader della Cgil ammette: «Sono pessimista sulla possibilità che si trovi una soluzione». Cofferati ha paura che la questione delle 35 ore diventi il pretesto per grandi manovre, «una sorta di leva per cambiare gh equilibri politici». Resta la domanda: ohe fare? «E' necessario che il governo applichi lealmente l'accordo raggiunto, ma cercando un equilibrio con la politica dei redditi». Per il padrone di casa, il segreta rio della Uil Pietro Larizza, Coffera ti però «ha sollecitato due cose contrastanti, il rispetto della legge e contemporaneamente della concertazione», il dialogo tra governo e parti sociali. Larizza è costretto a prendere atto che, suo malgrado, il congresso della sua organizzazione è diventato il congresso delle 35 ore. In compenso però Bologna (che oltretutto è la città di Prodi) è diventata di colpo la capitale della politica: partono da qui dispute e strategie relative a una questione che continua a scaldare gh animi e a di¬ videre. Nel pieno della tormenta si è trovato anche il ministro del lavoro Tiziano Treu, intervenuto in mattinata al congresso per confermare che l'accordo di ottobre sarà rispettato e anche per garantire che l'opinione dei sindacati sarà tenuta in debita considerazione. Ma Treu ha dovuto incassare pesanti critiche. Ha cominciato Larizza, opponendo alle parole del ministro la richiesta dell'applicazione della clausola di dissolvenza, la parte dell'accordo che subordina le 35 ore alla verifica dell'esistenza di adeguate condizioni economiche. Poi Cofferati ha sferrato un aspro attacco per la parte sull'occupazione del discorso di Treu: «Ho trovato nella riproposizione astratta di intenzioni o nel tentativo di accreditare scelte già compiute e realizzate una mancanza di rispetto. Abbiamo dato atto al governo dei passi importanti sulla via del risanamento, ma abbiamo anche indicato i limiti del suo operato». Aspro, Cofferati ha avvertito: «Mi auguro che non succeda di nuovo». E Treu è l'uomo che, in teoria, dovrebbe pilotare il confronto con sindacati e Confìndustria sulle 35 ore. Il confronto triangolare (in programma per lunedì), che deve portare all'elaborazione del disegno di legge, è la conseguenza dell'accordo di ottobre che, come ricorda da Roma il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni, «non è segreto» ed è «stato sottoposto» a suo tempo all'esame del Parlamento. Un argomento, quest'ultimo, che viene riproposto anche dal segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti: «La proposta di legge per la riduzione dell'orario a parità di salario è nel programma del governo che ha pre¬ so la fiducia nell'ultimo voto alla camera». Bertinotti lo spiega in un dibattito a Cremona, dibattito ebe per tutto il giorno alimenta la curiosità dei delegati del congresso della Uil. Ora dopo ora, il Palazzo dei congressi di Bologna diventa il terminale di tutte le informazioni, l'epicentro di tutte le polemiche. E se Bertinotti si aspetta che Prodi attui l'accordo di ottobre, i sindacati si attendono che il presidente del Consiglio non ridimensioni il loro ruolo. Larizza si augura molta prudenza: «Il presidente del Consiglio si è battuto tanto per entrare in Europa, per partecipare sin dall'inizio alla moneta unica, che non farà mai un atto di segno contrario, un atto che danneggi il sistema economico». Ma come finirà? «Mi fido di Prodi» risponde Larizza. Roberto Ippolito Sopra: il segretario della Cgil Sergio Cofferati A sinistra: il segretario della Uil Pietro Larizza

Luoghi citati: Bologna, Cremona, Europa, Roma