La risposta di Andreatta

La risposta di Andreatta La risposta di Andreatta «I voli radenti servono ad addestrare ipiloti» CAVALESE DAL NOSTRO INVIATO «Vietate quei voli». Lo scriveva il 22 agosto 1996 Carlo Andreotti, presidente della provincia autonoma di Trento, a Prodi, Andreatta e Burlando. «Nei primi giorni di maggio, un aereo militare, volando a bassa quota, ha tranciato un cavo dell'alta tensione sopra Vallarsa. L'incidente non ha provocato danni, ma forte è la preoccupazione di ben maggiori conseguenze». L'11 dicembre 1996, gli risponde il rninistro della Difesa, Bemamino Andreatta: «...Un divieto assoluto, nel senso auspicato dalla Provincia di Trento, appare di difficile, se non impossibile, applicazione». Ecco il testo integrale della lettera: «L'attività di volo a basse quote rappresenta una forma di addestramento di fondamentale importanza per i Reparti Aerotattici dell'Aeronautica militare e l'elevata densità demografica del nostro Paese rende praticamente impossibile effettuarla senza sorvolare centri abitati. Per altro, allo scopo di limitare i disagi per la popolazione e tutelarne rincolumità, da tempo la Forza Armata ha provveduto a emanare apposite regole per disciplinare questo tipo di volo; esse impongono precisi vincoli al sorvolo dei centri abitati, riguardanti le quote minime di sicurezza, gli orari e la velocità, e sono rigidamente applicate da tutti i piloti dei Reparti. Pur con la massima attenzione a ridurre al minimo tali sorvoli, limitando in ogni modo i disagi delle popolazioni, un divieto assoluto nel senso auspicato dal consiglio della Provincia autonoma di Trento appare pertanto di difficile, se non impossibile, applicazione». Conclude il ministro: «Posso assicurarle che lo Stato Maggiore dell'Aeronautica pone e porrà ogni cura per limitare al massimo i disagi per le popolazioni». Davanti al municipio di Cavalese, il presidente della Provincia scuote la testa: «Ci sono volute denunce e centinaia di proteste prima di ottenere quella lettera, con una risposta che non ci aveva soddisfatto. Purtroppo è accaduto quello che temevamo. E questo è un danno immenso non soltanto per le vittime ma per tutta la vallata: i danni all'economia del turismo saranno incalco¬ labili». La Provincia ha annunciato che si costituirà parte civile. Il ministro Andreatta ieri era a dir poco contrariato. ((Abbiamo aperto anche un'inchiesta militare italiana e c'è quella giudiziaria. Posso dire soltanto che già in alcune occasioni nostri ufficiali, piloti italiani, sono stati puniti per le violazioni ai piani di volo. Quanto è avvenuto è la violazione di ogni norma e regola: nessuna Aeronautica si può permettere di fare ciò che hanno fatto i piloti americani». L'altro ieri, però, alle richieste del magistrato di Trento dalla base Nato di Aviano hanno risposto negativamente, rifiutando in un primo momento addirittura di dare i nomi dei piloti responsabili del disastro. Andreatta scuote la testa: «Si, ho saputo, e questo è intollerabile», [p. col.] l'i ' Awttni ai La lettera di protesta inviata al ministro Andreatta e la risposta agli amministratori locali

Persone citate: Andreatta, Burlando, Carlo Andreotti, Prodi

Luoghi citati: Aviano, Cavalese, Trento, Vallarsa