«Così si evitano bravate»
«Così si evitano bravate» «Così si evitano bravate» «Un manuale contro ipericoli» INTERVISTA GENERALE E PILOTA Cmj ROMA *» E' tutta una mitologia che circonda i piloti di guerra. Fin dalla nascita delle aviazioni militari: gli ufficiali di cavalleria che si sfidano in cielo, il barone rosso Von Richtofen, il cavallino rampante di Francesco Baracca. E poi, citando a caso, le trasvolate oceaniche di Italo Balbo, i piloti della Raf, i kamikaze giapponesi. Fino a «Top gun», il film che ha affascinato milioni di giovanissimi sulle evoluzioni degli ultimissimi aerei caccia. Un armamentario ideologico che accompagna il pilota da guerra sotto ogni latitudine. Ma anche un pericolosissimo sentimento di eccezionalità. «Il problema psicologico esiste», ammette B. Provetto pilota di FI04, poi comandante di stormo e di base aerea, generale dell'Arma azzurra, dato che è ancora in servizio, per parlare ha chiesto l'anonimato. Conosce bene il problema dei voh radenti, che negli ultimi anni sono diventati una prassi. Da quando, cioè, esistono delle macchine talmente sofisticate che sono in grado di viaggiare a velocità spaventose e a pochi metri da terra. Il Tornado, ad esempio, è stato progettato per volare lungo centinaia di chilometri, bombardare in picchiata l'obiettivo e tornare indietro. Sempre a volo radente, in modo da sfuggire ai radar nemici. Generale, lei è stato a lun¬ go un comandante. Ha avuto mai a che fare con il problema delle «bravate» dei piloti? «Diciamo che ogni comandante mette particolare enfasi nell'addestramento. Oltre che la bravura tecnica, l'obiettivo è la maturazione della gente. Che siano coscienti. Che non si lascino andare ad eccessi, pericolosi per loro, ma soprattutto per gli altri». Quando lei comandava uno stormo di aerei, possiamo dire che era tormentato dal pensiero che qualcuno dei suoi «esagerasse» con le evoluzioni? «Assolutamente sì. E' una delle cose che mentalmente il comandante ha sempre presente. Bisogna tenere vivo il senso critico dei piloti. Non a caso ci sono molti esami, gli "step", alla base della selezione. E sono esami ad ampio spettro per minimizzare questo rischio. C'è da scoraggiare le persone che hanno queste tentazioni». Che però esistono, evidentemente. «Ovviamente ci sono. Un po' come tra i conducenti della polizia c'è chi crede di essere in Formula Uno, lo stesso in aeronautica. C'è qualcuno che ha visto qualche film di troppo. Ma proprio per questo si fanno le selezioni: per comprendere il carattere delle persone. Il comandante controlla da vicino «Anche tra i piloti c'è qualcuno che ha visto qualche film di troppo. E chi sbaglia è espulso» :.;>:-::,:■::;■:■
Persone citate: Formula, Francesco Baracca, Italo Balbo, Raf, Von Richtofen
Luoghi citati: Roma
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