«YANKEE GO HOME» di Pierluigi Battista

«YANKEE GO HOME» «YANKEE GO HOME» CI mancano soltanto i cortei con l'immancabile striscione «Yankee go home», una bella raccolta di firme contro l'imperialismo americano e un po' di nostalgia scaldacuori ritmata su slogan dal sapore antico come «Fuori l'Italia dalla Nato, fuori la Nato dall'Italia». Basta poco, pochissimo, per creare un poderoso effetto déjà-vu. E turto perché anche la tragedia del Cermis riinette in circolo robusti sentimenti antiamericani, diffonde come fossero nuove pulsioni incoercibili di ostilità antropologica e comportamentale nei confronti degli Stati Uniti. Sentimenti diffusi. Talmente diffusi che se ne rende interprete persino il capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro quan¬ do suggerisce il dubbio che tra il comportamento irresponsabilmente criminale del pilota che porta la colpa del disastro di Cavalese e l'esecuzione di Karla Tucker ci sia in comune un tratto a suo dire tipico della cultura yankee: l'indifferenza ai valori della vita. Yankee go home, appunto. Non erano passati che pochi minuti dalla notizia della strage del Cermis e subito sono partite le imperiose richieste di Rifondazione comunista di farla finita con le basi americane in Italia e con l'Alleanza atlantica. Posizioni isolate, automatismi mentali appannaggio di residue mino- Pierluigi Battista CONTINUA A PAG. 12 SETTIMA COLONNA

Persone citate: Karla Tucker, Oscar Luigi Scalfaro

Luoghi citati: Cavalese, Italia, Stati Uniti