E ora si riscopre il suo teatro anti-ideologico di Alberto PapuzziNicola Chiaromonte

E ora si riscopre il suo teatro anti-ideologico E ora si riscopre il suo teatro anti-ideologico Cases-. era un'alternativa al marxismo ufficiale LA prima messinscena di Brecht in Itaba risale all'epoca fascista, 8 marzo 1930, quando l'Opera da tre soldi venne rappresentata a Roma con b titolo La veglia dei lestofanti dal Teatro degb Indipendenti, compagnia d'avanguardia, regista Anton Giubo Bragagba, scenografo b fratebo Carlo Ludovico, traduzione di Corrado Alvaro e Alberto Spaini. Tre anni dopo l'Accademia di S. Ceciha presentò in concerto Ascesa e rovina della città di Mahagonny, come informa un prezioso libro, in lingua tedesca, suha fortuna itabana di Brecht: Il signor BB, di Paola Barbon. L'opera da tre soldi tornò in scena con un nuovo titolo, L'opera dello straccione, VII febbraio 1943, in un allestimento clandestino deb'Accademia d'arte drammatica di Roma, regista e interprete Vito Pandolfi, che ab'arrivo deba polizia scappò da una finestra ferendosi seriamente. Neb'estate del 1945, al Circolo teatrale «Il Diogene» di Milano, Giorgio Strehler curò una lettura deba Linea di con¬ dotta, uno dei testi brechtiani più rigorosamente marxisti. Con quella lettura si concludeva la fase pionieristica deba scoperta di Bertolt Brecht e si mettevano le basi per b successo degb Anni Cinquanta e Sessanta, segnato dah'interpretazione di Strehler e dagb ahestimenti del Piccolo Teatro. Ma non mancarono le resistenze, come ricorda Paolo Chiarini, germanista all'Università romana deba Sapienza, autore deba prima monografia di Brecht apparsa in Itaba (nel 1959 da Laterza): «L'incontro con Brecht avvenne nel 1952, quando a vent'anni collaborai ai programmi di sala per Madre Coraggio e i suoi figli al Teatro dei Satiri, regia di Luciano Lucignani, con l'eccebente Sergio Tofano. Fu così che cominciai ad amare Brecht, che tuttora considero uno dei grandi poeti tedeschi del Novecento. Ma ricordo che Nicola Chiaromonte scrisse sul Mondo una recensione violentemente antibrechtiana e anticomunista, significativamente intitolata II sergente Brecht, per dire che l'autore muoveva i suoi personaggi suha scacchiera del palcoscenico come fossero soldati e non persone vive e libere». Se si può vedere hi Chiaromonte un alfiere degb intebettuab antibrechtiani, chi invece rappresentò con più vigore e continuità l'influenza di Brecht neba cultura itabana fu sicuramente Franco Fortini, traduttore per Einaudi già nel 1951 di Madre Coraggio e i suoi figli e di Santa Giovanna dei Macelli. Ma tutta la germanistica itabana, tendenriabnente mbitante neba sinistra, era ben disposta verso b drammaturgo tedesco, come ricorda Anna Chiarloni deb'Università di Torino, che in un saggio del 1995 sulla rivista Text+Kritike ha ricostruito gb intensi scambi fra mondo deb'accademia e debo spettacolo che hanno caratterizzato la circolazione di idee e testi brechtiani: «Non ci sono stati veri scontri ideologici o critici sull'ingresso di Brecht neba cultura italiana, perché chi dava b la erano intellettuali come Cases e Chiarini. Bisogna ricordare anche Emilio Castellani, che curò la prima edi¬ zione debe Opere presso Einaudi, con un'amica di Brecht, Renata Mertens». Che cosa ha significato b teatro brechtiano neba cultura itabana? «Quando frequentavo b Piccolo Teatro, ricordo le discussioni - dice la Chiarloni - sul modo di recitare richiesto daha concezione teatrale brechtiana, che mirava non al coinvolgimento ma ah'estraniamento debo spettatore, ponendo fine al metodo Stanislavski per mettere in scena le contraddizioni pobtiche. Brecht diceva che prima di lui b teatro era "gastronomico", nel senso che offriva un buon pasto, mentre b suo spettatore ideale tornava a casa per meditare su come cambiare b mondo». Secondo Clnarini, oggi b grande teatro brechtiano, quebo eh Strehler, conosce l'eclissi di un «classico inoffensivo», secondo la definizione di Max Frisch, «ma si assiste a una riscoperta del Brecht antideologico di Tamburi nella notte o Nella giungla delle città, b primissimo Brecht, fra b ' 18 e b '24, più legato ai temi della soggettività, del periodo che nel mio saggio ho chiamato la scapigbatura brechtiana». Questa è anche l'immagine cara a Cesare Cases: «Ha rappresentato un'alternativa al marxismo ufficiale e le sue teorie drammaturgiche erano piuttosto eretiche. Non era in auge fra i comunisti ortodossi e aveva mia curiosa cerchia di amici, per esempio negb Stati Uniti l'attore Charles Laughton, un grande Gahleo. Essendo lukacsiano, all'inizio io fui antibrechtiano, poi ho capito che era un grande, soprattutto perché eccezionale scrittore, in possesso di una lingua straordinaria che deriva, come detto da lui stesso, in gran parte dalla Bibbia». Alberto Papuzzi . :••<•:•: :> :■:■:■;:>■:■. Da sinistra, Franco Fortini e Nicola Chiaromonte

Luoghi citati: Milano, Roma, Stati Uniti, Torino