«Manette a chi incendia i bus» di Fulvio Milone

«Manette a chi incendia i bus» Bassolino condanna gli episodi dell'altra sera: «Non parlate di disoccupati, sono delinquenti» «Manette a chi incendia i bus» «Ma il governo ci aiuti» NAPOLI. «Altro che disoccupati organizzati. Chiamiamoli pure delinquenti organizzati». Parole severe, quelle che il sindaco Antonio Bassolino riserva ai gruppuscoli di disoccupati che venerdì sera hanno appiccato il fuoco a due bus dopo aver fatto scendere i passeggeri al grido di «Lavoro, lavoro». Invoca le manette per quelli che definisce «teppisti da smascherare al più presto per vedere chi c'è dietro di loro», ma allo stesso tempo denuncia che il governo deve fare di più sul fronte dell'occupazione nel Sud: «Mercoledì incontrerò a Roma Prodi e Veltroni - annuncia -. Chiederò loro che venga impressa una svolta nella politica sul lavoro nel Mezzogiorno, e che su questo argomento si apra un confronto permanente fra governo, istituzioni locali, imprenditori e sindacati». Angosciato dalla pressione delle decine di liste dei disoccupati scesi in piazza contro un decreto del governo che mette un freno ai finanziamenti per i lavori socialmente utili, allarmato dagli episodi di violenza di questi ultimi giorni, Bassolino si dice convinto che dietro l'incendio dei bus e dei cassonetti dell'immondizia si nasconda una strategia destabilizzante. «A commettere quegli atti di vandalismo sono stati dei teppisti organizzati, veri e propri delinquenti che agiscono contro gli interessi della città - sbotta -. Mi auguro che siano identificati e arrestati al più presto, così vedremo chi davvero sono e chi c'è dietro di loro. Nessuno può permettersi di fermare autobus, imporre ai cittadini di scendere e appiccare il fuoco impunemente». Il sindaco avverte che il Comune non rimarrà con le mani in mano: «Ci costituiremo parte civile contro i teppisti che, una volta identificati, dovranno pagare i danni». E al governo che cosa chiederà di concreto? «Come ogni giorno si tengono sott'occhio i parametri di Maastricht, così occorre dedicare la massima attenzione al problema del lavoro, censire le aziende in crisi e predisporre gli interventi necessari e possibili. La conferenza nazionale sul lavoro (che si terrà nella seconda metà di marzo, ndr) sarà un appuntamento importante solo se segnerà una svolta effettiva nella politica sull'occupazione al Sud». Bassolino non risparmia frecciate nemmeno al sindacato. «Deve imparare a dar voce alle centinaia di migliaia di disoccupati che non trovano chi li rappresenti. Parlo di quelle masse di senza lavoro che non scendono in piazza, ma non per questo vivono la loro condizione in modo meno disperante». Contro la violenza si alza un'altra voce autorevole, quella dell'arcivescovo di Napoli Michele Giordano. Episodi come l'incendio dei bus «sono gesti gravissimi che non possono trovare alcuna attenuante o giustificazione nell'emergenza della disoccupazione a Napoli - ammonisce il cardinale -. Le legittime rivendicazioni del diritto al lavoro vanno espresse con civiltà, e in nessun caso la disperazione può autorizzare atti di teppismo». Anche Giordano avanza dubbi e solleva sospetti sulla vera identità dei «guerriglieri» entrati in azione venerdì sera: «La provenienza dei gruppi che hanno fermato e incendiato i bus resta oscura, come altrettanto oscure restano le motivazioni di un gesto che non contribuisce certo a risolvere i problemi di questa città». L'arcivescovo, così come il sindaco, lancia un appello «a tutti i soggetti interessati, dal governo agli enti locali, dai sindacati alle imprese, affiche facciano uno sforzo straordinario per avviare, dopo anni di promesse mancate, una vera crescita dell'occupazione a Napoli e nel Sud». Fulvio Milone Un agente della Mobile mostra la bottiglia utilizzata per appiccare l'incendio all'autobus

Persone citate: Antonio Bassolino, Bassolino, Michele Giordano, Roma Prodi, Veltroni

Luoghi citati: Napoli