A undici anni aggredita da due minorenni

A undici anni aggredita da due minorenni La ragazzina salvata da una coppia di marinai che ha udito i lamenti. L'avvocato: era consenziente A undici anni aggredita da due minorenni Lecce, l'hanno trascinata sugli scogli e cercato di violentarla LECCE. Undici anni lei, 14 i due ragazzi che hanno tentato di violentarla sul molo. Non fossero passati due marinai di ronda nel porto di Gallipoli, nessuno se ne sarebbe accorto. Seminuda, la ragazzina piangeva e uno dei due amici che l'aveva portata lì, sulla scogliera, lontana dagli sguardi, era sul punto di violentarla mentre l'altro aspettava il suo turno. Studenti, giovanotti tranquilli, mai un colpo di testa, famiglie perbene: fino a venerdì sera U conoscevano così. Ora, chiusi nel centro di prima accoglienza del carcere minorile di Monteroni in attesa che domani li interroghi Ferruccio De Salvatore, sostituto della Repubblica del Tribunale per i ininorenni, ripensano a quei lunghissimi minuti, al carcere e alla terribile accusa: violenza sessuale. «Non esageriamo, non c'è stato stupro, sono ragazzi normali, non dei mostri» dice il loro avvocato, Pompeo De Mitri, nel tentativo di ridimensionare questa vicenda nei limiti di una ragazzata, semplici «atti sessuali tra minori», per di più alleggeriti dal fatto che la bambina, dice il legale, era «consenziente», ammesso che possa esserlo una ragazzina di 11 anni. Certo, lei piangeva quando i marinai sono passati a pochi metri dalla scogliera, e si sono accorti di tutto ascoltando i suoi lamenti. Uno dei due ragazzi è salito sul suo scooter ed è fuggito. L'amico, che teneva ancora stretta la bambina, ha tentato di farlo. Voleva scappare- anche la vittima. Era terrorizzata. L'hanno accompagnata nella sede della capitaneria di porto, trancnhlhzzata, e consegnato subito il suo piccolo aguzzino ai carabinieri, i quali sono riusciti immediatamente a prelevare dalla sua abitazione il complice fuggito in moto. La famiglia della vittima è modesta, tira a campare tra mille difficoltà. «Una famiglia disgregata» tagliano corto a Gallipoli. Norma¬ lissime, non ricche, le famiglie dei due arrestati. Erano le 16,30. A Gallipoli non era ancora calato il buio. La bambina era stata avvicinata nel porto, dove stava passeggiando da sola, e condotta - a quanto pare contro la sua volontà - sul molo. Trascinata lì, tra gli enormi massi della scogliera frangiflutti, nessuno, avrebbe potuto vedere. E neppure i due marinai si sarebbero accorti di nulla se non avessero udito i lamenti della piccola: era seminuda, con i pantaloni abbassati, e piangeva. Vedendo i marinai che si avvicinavano con passo veloce, uno dei due ragazzi ha inforcato lo scooter e si è allontanato velocemente, abbandonando l'amico. E benché anch'egli abbia tentato di fuggire, a piedi, è stato immediatamente bloccato. La bambina era spaventata, sulle prime non voleva neanche seguire i due marinai, ha fatto resistenza e ha cercato di scappare. Dopo averne conquistato la fiducia, i militari l'hanno aiutata a rivestirsi e invi¬ tata a seguirli negli uffici della capitaneria. Avvertiti i genitori, la bambina è stata visitata dai medici dell'ospedale di Gallipoli, i quali hanno escluso lesioni e dunque la violenza carnale. E questo è, per l'avvocato difensore dei due ragazzi, la conferma che si è trattato di «atti sessuali fra minori», insomma di una storia pressoché normale, di amichetti che si erano ritrovati e insieme, perfettamente d'accordo, avevano raggiunto la scogliera. «Non voglio ridimensionare la portata di questa storia dice l'avvocato De Mitri - ma sarebbe troppo scambiare questi ragazzi per mostri. Non è così». Secondo i carabinieri, però, c'erano sufficienti elementi per dormire la vicenda come «violenza sessuale», essendo stata la bambina vittima e non complice. Domani, quando il magistrato avrà ascoltato i due accusati, ci sarà la decisione sulla convalida dell'arresto. Tonio Aitino

Persone citate: De Mitri, Pompeo De Mitri

Luoghi citati: Gallipoli, Lecce