Sesso e bugie, smentita la Tripp di Franco Pantarelli

Sesso e bugie, smentita la Tripp Dall'Europa, la First Lady fa sapere: alla Casa Bianca ci aspettano anni splendidi Sesso e bugie, smentita la Tripp «Vuole lanciare il suo libro» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Adesso il dilemma «lei dice, lui dice», sull'ultimo scandalo di Bill Clinton, ha cambiato protagonisti. Non è il più il Presidente a dire «non è vero nulla» e Monica Lewinsky a dire (non di sua volontà ma attraverso i nastri registrati a sua insaputa) «è tutto vero»; ma è la Linda Tripp, quella che con i suoi microfoni nascosti ha fatto esplodere lo scandalo, a vedersela con William Ginsburg, l'avvocato di Monica. L'altro ieri la Tripp aveva detto di avere personalmente assistito a una telefonata notturna fatta da Clinton a Monica, una volta che lei era ospite della ragazza nei suo appartamento al Watergate, e ieri Ginsburg ha detto che è impossibile. «In base alle mie indagini posso dire che la signora Tripp non è mai stata messa a parte di alcuna conversazione avuta da Monica Lewinsky con il Presidente», ha detto testualmente l'avvocato. Dunque la Tripp ha mentito?, gli è stato chiesto. E lui: «A volte la gente non dice tutta la verità, a volte esagera». Le parole della Tripp, ha aggiunto, «più che alla verità somigliano alla pubblicità di un libro di prossima pubblicazione». Il che ha fatto subito scattare Lucianne Goldberg, l'agente letterario che ha «consigliato» alla Tripp di usare i microfoni nascosti e che sul suo inevitabile libro ha già cominciato a lavorare. Se non la smettono di gettare fango su Linda, ha minacciato, «mostrerò i miei, di nastri registrati, e saranno in molti a restarci male». La disputa non è destinata a concludersi presto. L'avvocato Ginsburg è ormai ima «stella» e le emittenti televisive si fanno in quattro perché ciò che lui ha da dire lo dica davanti alle loro telecamere. Oggi la sua faccia apparirà, in rapida successione, sui cinque maggiori canali televisivi (i «tre grandi» più la Fox e la Cnn), nelle trasmissioni che tradizionalmente la domenica mattina vengono dedicate al problema politico emerso durante la settimana. Se ne vedranno delle belle, e si può giurare che il corollario di smentite e precisazioni impegnerà i suddetti canali televisivi per il prossimo paio di giorni. Quanto alle indagini vere e proprie, il procuratore speciale Kenneth Starr sta continuando gli interrogatori del personale della Casa Bianca alla ricerca di altri indizi, ma finora non pare che abbia avuto molta fortuna. Degli ultimi due interrogati, uno, la Evelyn Lieberman, un tempo vice capo dello staff e ora direttrice della «Voice of America», ha detto chiaramente di non essere a conoscenza di «nessuna relazione impropria del Presidente con Monica Lewinsky o con chiunque altro»; e l'altro, Robert Weiner, portavoce del responsabile della casa Bianca per la lotta alla droga Barry McCaffrey, ha apertamente accusato Starr di fare come il «Grande Fratello», la tremenda figura descritta da Orwell. «Mi ha chiesto conto - ha detto - di una telefonata fatta a un club democratico del Maryland che ha intrapreso un'azione contro Linda Tripp sostenendo che le registrazioni da lei fatte sono illegali. In quel club io ho molti amici, perfino mia moglie Pat ne fa parte. Sì, ho telefonato e mi sono congratulato con loro. E allora?». Franco Pantarelli Il procuratore speciale Kenneth Starr (sopra) che sta indagando sui rapporti tra Monica Lewinsky (a destra) e il Presidente

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