Ore d'ansia per il cuore di Maurizio di Daniela Daniele

Ore d'ansia per il cuore di Maurizio Roma: insufficienza renale dopo il trapianto, il neonato sarà sottoposto a una terapia intensiva Ore d'ansia per il cuore di Maurizio / medici: la situazione è peggiorata, ma non disperiamo ROMA. E' stato un sabato di trepidazione per chi segue il decorso post operatorio di Maurizio. Le condizioni del neonato, nel cui petto batte ora il cuore di Gabriele, il piccolo anencefalico torinese, erano state definite critiche dal bollettino medico reso in mattinata all'ospedale Bambino Gesù, di Roma, a poco più di ventiquattr'ore dall'intervento. I medici hanno parlato di «insufficienza renale» e Maurizio è sottoposto al massimo supporto intensivo per mantenere il suo delicato eo^ulibrio circolatorio. La prognosi rimane riservata. L'insufficienza renale è causata dal cuore che, essendo trapiantato, pompa il sangue in modo non soddisfacente. Una disfunzione attesa dai chirurghi e che, facendo parte del normale decorso che segue l'intervento, potrebbe essere temporanea. La situazione, a detta degh esperti, non deve comunque indurre per forza al pessimismo. Se, tuttavia, le condizióni del piccolissimo paziente non dovessero migliorare, verrà utilizzato l'apparecchio Ecmo, che consente la circolazione extracorporea del sangue. Per avere una prognosi definitiva, però, bisognerà attendere altre ventiquattr'ore. Tutta l'attenzione che si era focalizzata, nei giorni scorsi, sull'ospedale infantile Regina Margherita, a Torino, e sui primi e ultimi giorni di vita del piccolo Gabriele, nato senza cervello, si è ora spostata al Bambino Gesù. «Si nota un'accentuazione del pathos in questa come in altre vicende degh ultimi tempi», ha commentato il sociologo Franco Ferrarotti. E ha continuato: «E' il momento emotivo che diventa occasione di aggregazione. Viviamo in una società di massa e di frammenti, e c'è grande bisogno di riaggregazione, di trovare luoghi di incontro forti, di "sentire" in comune». Così ci si stringe attorno alle famiglie di Ga- briele e Maurizio per provare, attraverso le emozioni, la sensazione di «essere insieme», in una società «frammentata». Un altro commento, assai poco benevolo nei confronti dei colleghi, arriva dal professor Carlo Marcelletti, ex responsabile della cardiochirurgia del Bambino Gesù. «I chirurghi - ha dichiarato - sono stati troppo affrettati nel dare notizie ottimistiche sulle condizioni del bimbo, perché si tratta di un intervento molto delicato e ad alto rischio». Ora si chiede ai medici di sapere che accadrà a Maurizio, in che modo i rianimatori stiano lottando per fargli superare la crisi, che cosa si stia facendo per strapparlo alla morte. Ma, al di fuori dei bollettini ufficiali, nulla trapela. «E così dev'essere», commenta il dottor Ennio Mazzera, uno dei cardiochirurghi che, insieme con il dottor Squitieri, ha sostituito il cuoricino di Maurizio con quello di Gabriele. Su questa vicenda i medici del Bambino Gesù chiedono sia fatto il minor clamore possibile. «E' un trapianto - continua Mazzera -, uno dei tanti che facciamo e non riusciamo a capire per quale motivo debba destare tanto morboso interesse». Forse per la tenerissima età del paziente? «Certo, l'età è un fattore che può contribuire ad accrescere l'impatto emotivo. Ma, qua dentro, noi abbiamo a che fare tutti i giorni con interventi delicatissimi su bambini molto piccoli». Di Maurizio non si parla, se non per dire che «si trova in te¬ rapia intensiva, controllato 24 ore su 24». Come si sta cercando di far fronte alle sue condizioni critiche? «E' in terapia intensiva - ripete il dottor Mazzera -, e di minuto in minuto si controlla e si aggiorna il tipo di cura che gh viene somministrata. Non ho altro da dire». Anche se il dottor Mazzera ha molto altro da dire. Per esempio, che il suo «è il più bel mestiere del mondo», ma che non bisogna farne un ((palcoscenico per primedonne». Il messaggio è chiaro: lasciateci lavorare in pace, lasciateci fare il nostro dovere. «Qua dentro» di bambini che hanno bisogno di cure ce ne sono tanti e per i medici sono tutti uguali. «Il sorriso di un bimbo che sta megho, anche grazie a noi - dice Mazzera, lasciandosi andare a una fugace confidenza -, è la più grande delle soddisfazioni». Daniela Daniele Il chirurgo Marcelletti «Troppo affrettate le notizie ottimistiche: è un intervento molto delicato e ad alto rischio» Se le condizioni non dovessero migliorare sarà utilizzata una macchina per la circolazione extracorporea del sangue

Persone citate: Carlo Marcelletti, Di Maurizio, Ennio Mazzera, Franco Ferrarotti, Gesù, Marcelletti, Squitieri

Luoghi citati: Roma, Torino