Gabriele, è finito anche l'assedio

Gabriele, è finito anche l'assedio SIPARIO SU UN ORAMIV1A Gabriele, è finito anche l'assedio In mille ai funerali, la madre: addio piccolo fiore LTORINO A bara bianca è così piccola che quasi sparisce, ai piedi dell'altare. Funerali segreti, avevano annunciato il parroco e la famiglia. E invece i media che per 15 giorni hanno danzato attorno all'incubatrice di Gabriele sono tutti qui, chiesa di San Vincenzo de' Paoh, tra i palazzi di Nichelino e i campi. Ci sono anche il sindaco e il vice sindaco, il maresciallo dei carabinieri e i vigili urbani, i medici dell'Infantile e il direttore dell'ospedale. E c'è un imprenditore arrivato dalla provincia di Brescia con un'arpista, Maria Elena Bovio. «La conosce? Ha suonato alle ultime due messe del Papa, in mondovisione». Titolare di un'agenzia di «eventi musicali» - matrimoni, funerali, cerimonie, insomma tutto - è venuto a portare ai genitori di Gabriele un ed dedicato a questo povero angelo senza pace. «Ne vuole una copia? Abbiamo finito di stamparlo proprio questa notte». Diciotto brani, dall'Ave Maria al Bambino s'addormenta di Schumann. La morte di Gabriele è già diventata un disco. Come per Lady D. La chiesa è piccola e gelida. Alle due del pomeriggio, mentre la salma di Gabriele esce dalla camera mortuaria dell'ospedale, Luca e Sandra, i suoi genitori, sono già qui. In attesa dei loro amici ma anche dei giornalisti, anzi degh «amici giornalisti», quelli che hanno seguito la tragedia dall'inizio e che ora sono invitati a sedersi nelle prime file, «su quelle due panche con il cartellino "riservato"». Su un lato, un coro di voci bianche prova i canti per la messa. Le chitarre intonano il la e i bambini attaccano: «Io vengo a Te Gesù, con i miei anni giovani, le mie piccole mani...». Dall'altro, alcuni ragazzini reggono mazzi di margherite bianche e preparano il corteo per Gabriele. Luca e Sandra salutano tutti, preoccupati di non dimenticare ! nessuno. Ecco i compagni del gruppo scout, i volontari della parrocchia, i colleghi di lavoro e tutti gh altri, parenti vicini e lontani. «Oggi finisce tutto - ripetono entrambi, lei sempre in lacrime, lui apparentemente più forte, più controllato -. Alla fine della cerimonia raggiungeremo Lucia in campagna e ce ne staremo noi tre soh per una ventina di giorni». Questo funerale è davvero l'ultimo atto di ma vi¬ cenda che doveva restare privata e che la giostra deU'informazione ha trasformato in spettacolo, dibattito, argomento di sondaggi. «Hai visto l'altra sera Moby Dick?». «Sì. Il 60 per cento degh italiani sta dalla parte di Sandra e Luca». Il sacerdote di questa piccola chiesa di frontiera arriva da Malta, si chiama don Giò Galea. E' lui che comincia la celebrazio¬ ne: ((A Gabriele abbiamo voluto bene fin dall'inizio del concepimento. Ringraziamo i genitori per la scelta che hanno fatto». Poi parla don Paolo Garigho. Il padre spirituale della coppia legge una pagina dal Vangelo secondo Matteo: «E Gesù chiamò a sé un bambino e disse: "Se non vi convertirete, se non diventerete come questo bambino, non entrerete nel regno dei Cieli"». Gabriele, aggiunge, rappresenta uno dei momenti più struggenti della storia di questa comunità: «Qui è il cuore di chi ha lavorato per far vivere Gabriele e di quelli che ora stanno cercando di salvare Maurizio». Ma il pensiero di don Garigho è rivolto soprattutto a questi due genitori, due ragazzi che a tratti appaiono come sopraffatti da tanto dolore, tanta gente, e da tutte queste parole: «Non lasciatevi disturbare ulteriormente dai rumori del mondo. Come Maria e Giuseppe, rimettetevi in viaggio tenendo nel cuore questo disegno di Dio. Ritornate lungo il viaggio della vita. Maurizio renderà più facile il vostro cammino». Viene il momento delle intenzioni. Un'amica di Sandra e Luca chiede perdono, con la voce rotta dall'emozione, «per chi ha usato Gabriele come oggetto di polemiche. Il gesto di questi genitori è stato solo e unicamente di amore nei confronti di un figlio». E Sandra va anche lei al microfono, e legge da mi foglio dove ha appuntato un'emozione di questi giorni: «Ricorderemo sempre Gabriele come un piccolo fiore bianco vellutato, una carezza che diventerà pianta e porterà i suoi frutti». Fuori, c'è un piccolo furgone bianco per Gabriele. Il piazzale è gremito. Mule persone applaudono per l'ennesima volta quando il portellone si chiude, poi si incamminano in corteo per raggiungere a piedi il cimitero di Nichelino. La bara scivola nella terra gelata, in una buca scavata accanto ad altre piccole tombe di marmo bianco di bambini morti prima di capire. Don Giò impartisce l'ultima benedizione e accompagna a casa i genitori di Gabriele. I cameramen, tenuti fuori dalla chiesa per tutta la cerimonia, possono concludere il loro lavoro. Gianni Armand-Pilon Carlotta Oddone Ressa alla cerimonia che doveva restare segreta. Il parroco: «Grazie ai genitori per la scelta che hanno fatto» Dedicato al bimbo anche un disco Applausi quando si è chiuso il portellone del carro funebre Sopra e in basso due immagini dei funerali del piccolo Gabriele

Persone citate: Carlotta Oddone Ressa, Gesù, Gianni Armand-pilon, Giò Galea, Maria Elena Bovio, Schumann

Luoghi citati: Brescia, Malta, Nichelino